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Neutralita’ di Internet in discussione in Usa dopo la decisione dell’Autorita’ FCC
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Articolo di Redazione
22 maggio 2017 10:33
 
 La neutralita’ di Internet e’ di nuovo in discussione in Usa. L’Autorita’ americana del settore delle telecomunicazioni ha deciso, lo scorso 18 maggio, di annullare una decisione del 2015 che obbligava i fornitori di accesso a trattare tutti i servizi online nello stesso modo.
Per questa decisione, votata con due voti contro uno, la Commissione federale americana delle Comunicazioni (FCC) rilancia una battaglia che oppone da una decina d’anni i fornitori di accesso agli utenti di Internet. Il concetto di neutralita’ garantisce un accesso tecnico universale al Web, qualunque sia il profilo dell’utente o il servizio al quale si connette. I fornitori di accesso rivendicano al contrario di far pagare di piu’ per dei servizi a banda larga, come per esempio i servizi di streaming.
La giustificazione di un tale cambiamento da parte della FCC sta nel fatto che la regolamentazione del 2015 avrebbe creato problemi all’investimento in infrastrutture. Ajit Pai, il presidente dell’Autorita’, ha citato recentemente uno studio secondo il quale gli investimenti dei grandi fornitori d’accesso ad Internet sarebbero calati del 5,6% tra il 2014 e il 2016. Questo calo sarebbe dovuto, secondo lui, ad una regolamentazione troppo restrittiva, la cui cancellazione permetterebbe di invertire questa tendenza.
Potere illimitato
Questa interpretazione e’ largamente contestata dai fornitori di contenuti, dalle associazioni di consumatori e dall’opposizione democratica. Questi ritengono che questa deregolamentazione e’ come rimettere in discussione la neutralita’ del Net, dando un potere senza limiti ai fornitori di accesso, dando loro la possibilita’ di rimodellare la Rete secondo i propri interessi. Mignon Clyburn, membro democratico della FCC che ha votato contro il ritiro della decisione del 2015, considera che “quanto comunicato oggi nuove gravemente alla capacita’ della FCC di difendere i consumatori nella competizione del XXI secolo”.
Per appoggiare la sua proposta, Clyburn ha citato un altro studio realizzato dalla Internet Association, la lobby che rappresenta gli interessi dei grossi utenti del web come Facebook o Alphabet (Google). Questo sostiene che, dopo la regolamentazione del 2015, gli investimenti dei fornitori d’accesso erano invece aumentati del 5%. Inoltre ritiene che gli sforzi realizzati sulle infrastrutture che permettono di migliorare qualita’ e potenza della banda larga, non sono il solo criterio da prendere in considerazione. L’investimento delle aziende di Internet dovrebbe ugualmente essere compreso nella riflessione.
Dal loro canto, gli operatori telefonici e gli operatori di reti, considerano che la neutralita’ del Net e’ un freno all’innovazione. Applicare tariffe piu’ alte su alcuni servizi, permetterebbe loro di finanziare questa innovazione che una parte di consumatori e’ pronta a pagare. La decisione del 2015 e’ stata “un grave errore che minaccia l’innovazione e l’investimento in un settore importante dell’economia americana”, spiega l’operatore di tlc Verizon, che e’ contento della decisione presa da Pai.
Diversi mesi di dibattiti e consultazioni
“Le regole del 2015 funzionano e il settore di Internet resta opposto ad ogni cambiamento alla regolamentazione della FCC sulla neutralita’ del Net”, ha al contrario reagito la Internet Association con un comunicato, ritenendo che i fornitori di accesso ad Internet “non debbano essere in grado di utilizzare la propria posizione per usare i firewall per dare priorita’ ai propri contenuti a detrimento degli altri”.
La decisione della FCC e’ ora oggetto di dibattiti e delle consultazioni pubbliche che dureranno diversi mesi e che potrebbero portare ad una modifica del testo prima di un voto definitivo.
Dal suo lato, il presidente della Commissione commercio del Senato, il repubblicano John Thune, ha spiegato nei giorni scorsi che non e’ necessario considerare la decisione della FCC come un risultato, ma come una semplice tappa, poiche' diversi grandi gruppi come Verizon e Comcast sostengono che il Congresso si impegni in materia per elaborare una nuova legge. “Abbiamo bisogno di una nuova legge per stabilire regole chiare e durevoli che consentano di trovare un equilibrio tra innovazione e investimento nell’insieme dell’ecosistema di Internet”.

(articolo di Stéphane Lauer, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 22/05/2017)
 
 
 
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