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Socialita': conoscersi online, incontrarsi offline
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Articolo di Redazione
26 gennaio 2011 20:16
 
Le reti sociali come Facebook ci sommergono con un'infinità di pseudo-amicizie? Nient'affatto. La Rete cambia la società, certo, ma in modo diverso da come temono i pessimisti. Alcune ricerche statunitensi e tedesche mostrano che chi si collega online ha più contatti anche nella vita reale.

Amico è un concetto relativo da quando nelle reti sociali si usa questa parola anche per contatti poco impegnativi. Alcune persone hanno migliaia di amici; Lady Gaga ne conta 7 milioni, per esempio. L'amicizia, nel mondo di Facebook, sembra essere più un criterio di quantità che di qualità, tanto che i pessimisti paventano il diffondersi di una subcultura in cui i legami si annacquano e i contatti virtuali sostituiscono le relazioni autentiche.
A nutrire questi timori sono di solito le persone che frequentano poco Internet. Invece chi ne ha consuetudine sa che non è "al posto di", ma piuttosto "sia così che così" e spesso "quanto più tanto più". Con la Rete la comunicazione cresce moltissimo. Magari i nuovi amici di Facebook sono vecchie conoscenze riemerse, compagni di scuola ritrovati. Oppure gruppi di persone affini, ciò che porta a contatti concreti nella vita quotidiana. Lo confermano rilevazioni demografiche: la comunicazione sociale, l'interattività e l'impegno sociale aumentano, anziché diminuire.
L'evidenza di questo stato di cose ci giunge dall'ultimo studio dell'Istituto di ricerche sociali statunitense PEW, che documenta come la tendenza a una comunicazione sociale più robusta sia strettamente legata al successo di Internet. The social side of the internet spiega nel sottotitolo che l'utilizzo delle tecnologie comunicative si è profondamente radicato nella vita sociale, e guadagna d'importanza, poiché i singoli e i gruppi interagiscono e condizionano l'ambiente intorno. La tesi è confortata da vari dati. A partire da quel 75% di cittadini impegnati in attività sociali organizzate -dalle società sportive alle associazioni di volontariato. Una quota così alta è merito del coinvolgimento degli utenti d'Internet: l'80% contro il 56% di astinenti.
Gli internauti attivi nel sociale spiegano che il web facilita molte cose, come:
- entrare in contatto con altri gruppi e conservarlo (60%)
- avere più peso nella società nel suo insieme (59%)
- organizzare attività (59%)
- essere aggiornati su temi e gruppi d'interesse (53%)
- acquisire fondi (52%)
- reclutare nuovi membri (51%).
Che la Rete favorisca i contatti è un'evidenza lapalissiana anche per i suoi detrattori, che però rovesciano la visuale e indicano il potenziale negativo, sovversivo e aggressivo. Citano la "cyber-jiad", con cui i fondamentalisti islamici incitano alla rivolta contro l'Occidente. Ma si potrebbe anche tranquillamente discutere del ruolo avuto da sms ed e-mail nella "Rivoluzione Arancione" del 2004 in Ucraina, oppure nella rivolta tunisina di questi giorni, e di quanto sia più facile organizzare manifestazioni ovunque.
Non è solo PEW a rivelare l'importanza dei contatti online. Anche il Governo tedesco ne è consapevole, e infatti ha commissionato studi con le opportune comparazioni. Anche questi evidenziano la tendenza a un maggiore impegno in "associazioni, organizzazioni, gruppi o enti". Tra il 1999 e il 2009 la quota è passata dal 66% al 71%.
Quando i dati sono comparabili, c'è convergenza tra la ricerca PEW e le indagini tedesche. Nel rapporto del 2010 si legge che, se nel 2004 era il 44% degli attivi nel sociale a sfruttare Internet a quel fine, nel 2009 si arriva al 59%. E nel 2009 la Rete svolge un ruolo più importante nell'agire sociale in tutte le fasce d'età e in tutti gli ambiti. Nel 2009 le persone impegnate socialmente giudicano importante o molto importante Internet per:
- acquisire informazioni (86%)
- organizzare e svolgere l'attività in corso (71%)
- scambiare informazioni ed esprimere opinioni (69%)
- sensibilizzare altri sull'organizzazione o il gruppo (56%)
- costruire e coltivare contatti e reti (62%).
Il fenomeno sembra muoversi più in orizzontale che in verticale. I tentativi del Governo tedesco e singoli organismi per stimolare i cittadini alla vita politica attraverso le reti sociali non ha dato grandi risultati, per ora.

(da un articolo di Frank Patalong, pubblicato sul settimanale Der Spiegel del 20-01-2011. Traduzione di Rosa a Marca)
 
 
 
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