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21 gennaio 2015 23:04 - SaNteilBaNDITo
"...Di norma i finanzieri non si presentano affatto e se lo fanno non hanno il diritto di entrare in casa vostra per controllare se è presente o meno un apparecchio televisivo. Se non li fate entrare, dovranno chiedere un mandato al Magistrato che ovviamente non glielo darà mai per un motivo così banale! ( Dalle statistiche non risultano casi di accessi forzosi da parte della Guardia di Finanza per verificare se c'è una tv in casa). Chi ci prova, di solito è un "funzionario" della Rai che non ha alcun diritto legale di entrare in casa della gente e che non può neanche rivolgersi al Magistrato per richiedere un mandato!..."
16 febbraio 2011 20:57 - alessandro6382
Nei paesi dell'Ue il canone spesso più salato del nostro viene ripartito proporzionalmente tra tutti i soggetti aventi titolo e concessione di radio e tele diffusioni in quanto tutti sono chiamati a concorrere a fornire "pubblico servizio". La cosa potrebbe essere meno indigesta per tutti gli italiani (se lo sapessero) e la RAI (che ad oggi è la sola - in virtù di un Regio Decrero -la tv non esisiteva neppure- detiene il monopolio ovviamente illecito) dovrebbe rinunciare ad una buona fetta del canone tenendo conto che essa ruba pubblicità diffusa in maniera abnorme alle emittenti locali. Ella a e la sua organizzazione di tangentari hanno buon gioco perchè "i politici nostrani" la usano per i loro "affarucci" sino a quando?
A.Rampani
Presidente Associazione Italiana Radio Locali
www.airl-radiolocali.org
16 febbraio 2011 8:11 - klauscar
Complimenti alla "dinamicità" dei legislatori ( e soprattutto agli interessi di parte.... ), al tempo del Regio Decreto esisteva soltanto una emittente, ed escludendo l'uso del ricevitore come soprammobile ( costosissimo per l'epoca... ), l'unico scopo era la ricezione della solitaria EIAR poi RAI....
Dopo più di 70(!) anni ci si riferisce ancora a questo decreto. Qualcuno si è accorto che nel frattempo le cose sono "leggermente" cambiate??
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