"...Di norma i finanzieri non si presentano affatto e se lo
fanno non hanno il diritto di entrare in casa vostra per
controllare se è presente o meno un apparecchio televisivo.
Se non li fate entrare, dovranno chiedere un mandato al
Magistrato che ovviamente non glielo darà mai per un motivo
così banale! ( Dalle statistiche non risultano casi di
accessi forzosi da parte della Guardia di Finanza per
verificare se c'è una tv in casa). Chi ci prova, di solito
è un "funzionario" della Rai che non ha alcun diritto
legale di entrare in casa della gente e che non può neanche
rivolgersi al Magistrato per richiedere un mandato!..."
16 febbraio 2011 20:57 - alessandro6382
Nei paesi dell'Ue il canone spesso più salato del nostro
viene ripartito proporzionalmente tra tutti i soggetti
aventi titolo e concessione di radio e tele diffusioni in
quanto tutti sono chiamati a concorrere a fornire "pubblico
servizio". La cosa potrebbe essere meno indigesta per tutti
gli italiani (se lo sapessero) e la RAI (che ad oggi è la
sola - in virtù di un Regio Decrero -la tv non esisiteva
neppure- detiene il monopolio ovviamente illecito) dovrebbe
rinunciare ad una buona fetta del canone tenendo conto che
essa ruba pubblicità diffusa in maniera abnorme alle
emittenti locali. Ella a e la sua organizzazione di
tangentari hanno buon gioco perchè "i politici nostrani" la
usano per i loro "affarucci" sino a quando?
A.Rampani
Presidente Associazione Italiana Radio Locali
www.airl-radiolocali.org
16 febbraio 2011 8:11 - klauscar
Complimenti alla "dinamicità" dei legislatori ( e
soprattutto agli interessi di parte.... ), al tempo del
Regio Decreto esisteva soltanto una emittente, ed escludendo
l'uso del ricevitore come soprammobile ( costosissimo per
l'epoca... ), l'unico scopo era la ricezione della solitaria
EIAR poi RAI....
Dopo più di 70(!) anni ci si riferisce ancora a questo
decreto. Qualcuno si è accorto che nel frattempo le cose
sono "leggermente" cambiate??