x Roberto, penso che concorderà sul fatto che gli azionisti
di controllo della società che si sono alternati abbiano
'investito' essenzialmente nei loro debiti, riversandoli su
Telecom Italia. E' questo il punto essenziale. E siccome e'
difficile ripagare questi debiti ...
http://tlc.aduc.it/articolo/tv+banda+larga+telefonia+macedon
ia+all+italiana_17823.php
8 luglio 2010 18:49 - Gartin
Da anni ormai la situazione è la seguente: chi è raggiunto
dall'ADSL si vede fare proposte di abbonamento sempre al
ribasso; ormai con 9,90 € al mese ti danno tutto (voce,
dati, fax). Nelle zone senza ADSL il solo abbonamento al
servizio di telefonia costa circa 60€/2 mesi. Ovviamente
ti puoi anche collegare a internet ma in modalità analogica
a 56kbps (da incubo), pagando anche un tot/minuto. Com'è
possibile che se ti danno di meno paghi di più? Non
dovrebbe essere il contrario?
Secondo voi è possibile fare causa alla telecom per questo
tipo di trattamento?
7 luglio 2010 19:41 - lucillafiaccola1796
WIFIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!
7 luglio 2010 10:16 - roberto5982
Premetto che sono dipendente di Telecom Italia e quindi il
mio giudizio è di parte.
Non voglio entrare nel merito di eventuali azioni illegali
compiute da altri colleghi, anche perché non conosco i
fatti.
A mio parere l’analisi fatta nell’articolo è molto
superficiale.
A Telecom Italia non è stato affidato il servizio
universale, semplicemente nessun altro competitor ha
compiuto seri investimenti per cercare di togliergli il
“monopolio” della rete di accesso.
Telecom è stata venduta (privatizzata) completamente dallo
Stato Italiano, quindi chi ha comprato le azioni ha
acquistato anche la rete di accesso. La rete di Telecom
faceva parte dell’operazione di privatizzazione, adesso mi
sembra stravagante pensare che sia stata regalata.
A seguito della privatizzazione è stata creata
l’autorità delle TLC con il compito di garantire la
libera concorrenza nel settore delle telecomunicazioni.
L’obbiettivo di questo organismo doveva essere quello di
facilitare l’ingresso di nuovi “investitori” che
entrassero nel settore delle TLC.
Per permettere l’ingresso di questi nuovi
“investitori” l’autorità ha introdotto delle regole
molto rigide che costringono Telecom Italia, attraverso la
struttura di Wholesale, a rivendere i propri servizi di
connettività agli operatori concorrenti a prezzi più bassi
di quanto possa venderli ai propri Clienti diretti. Questa
situazione, che doveva essere transitoria, va avanti ormai
da anni perché nessun “investitore” ha realmente messo
in campo investimenti seri. Se facciamo un’analisi onesta,
i nuovi “provider”, salvo rare eccezioni limitate però
ad aree del paese che garantiscano immediati ritorni
economici, si sono limitati a sfruttare la situazione
semplicemente rivendendo il servizio di Telecom Italia
aggiungendovi un proprio margine economico.
Per questi motivi mi sembra ingiusto considerare Telecom
Italia la causa dei problemi di arretratezza del settore TLC
Italiano. Telecom è a tutti gli effetti una SPA che cerca
di fare i propri interessi e non è più una società
pubblica che deve fare interessi del paese.
Piuttosto dobbiamo domandarci perché tutti questi nuovi
“investitori” non hanno rischiato neppure un euro di
tasca loro ma si sono limitati a sfruttare comodamente la
situazione legislativa, sperando che gli investimenti li
faccia qualcun altro.