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9 luglio 2010 10:01 - Domenico Murrone
x Roberto, penso che concorderà sul fatto che gli azionisti di controllo della società che si sono alternati abbiano 'investito' essenzialmente nei loro debiti, riversandoli su Telecom Italia. E' questo il punto essenziale. E siccome e' difficile ripagare questi debiti ...
http://tlc.aduc.it/articolo/tv+banda+larga+telefonia+macedon ia+all+italiana_17823.php
8 luglio 2010 18:49 - Gartin
Da anni ormai la situazione è la seguente: chi è raggiunto dall'ADSL si vede fare proposte di abbonamento sempre al ribasso; ormai con 9,90 € al mese ti danno tutto (voce, dati, fax). Nelle zone senza ADSL il solo abbonamento al servizio di telefonia costa circa 60€/2 mesi. Ovviamente ti puoi anche collegare a internet ma in modalità analogica a 56kbps (da incubo), pagando anche un tot/minuto. Com'è possibile che se ti danno di meno paghi di più? Non dovrebbe essere il contrario?

Secondo voi è possibile fare causa alla telecom per questo tipo di trattamento?
7 luglio 2010 19:41 - lucillafiaccola1796
WIFIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!
7 luglio 2010 10:16 - roberto5982
Premetto che sono dipendente di Telecom Italia e quindi il mio giudizio è di parte.
Non voglio entrare nel merito di eventuali azioni illegali compiute da altri colleghi, anche perché non conosco i fatti.
A mio parere l’analisi fatta nell’articolo è molto superficiale.
A Telecom Italia non è stato affidato il servizio universale, semplicemente nessun altro competitor ha compiuto seri investimenti per cercare di togliergli il “monopolio” della rete di accesso.
Telecom è stata venduta (privatizzata) completamente dallo Stato Italiano, quindi chi ha comprato le azioni ha acquistato anche la rete di accesso. La rete di Telecom faceva parte dell’operazione di privatizzazione, adesso mi sembra stravagante pensare che sia stata regalata.
A seguito della privatizzazione è stata creata l’autorità delle TLC con il compito di garantire la libera concorrenza nel settore delle telecomunicazioni. L’obbiettivo di questo organismo doveva essere quello di facilitare l’ingresso di nuovi “investitori” che entrassero nel settore delle TLC.
Per permettere l’ingresso di questi nuovi “investitori” l’autorità ha introdotto delle regole molto rigide che costringono Telecom Italia, attraverso la struttura di Wholesale, a rivendere i propri servizi di connettività agli operatori concorrenti a prezzi più bassi di quanto possa venderli ai propri Clienti diretti. Questa situazione, che doveva essere transitoria, va avanti ormai da anni perché nessun “investitore” ha realmente messo in campo investimenti seri. Se facciamo un’analisi onesta, i nuovi “provider”, salvo rare eccezioni limitate però ad aree del paese che garantiscano immediati ritorni economici, si sono limitati a sfruttare la situazione semplicemente rivendendo il servizio di Telecom Italia aggiungendovi un proprio margine economico.
Per questi motivi mi sembra ingiusto considerare Telecom Italia la causa dei problemi di arretratezza del settore TLC Italiano. Telecom è a tutti gli effetti una SPA che cerca di fare i propri interessi e non è più una società pubblica che deve fare interessi del paese.
Piuttosto dobbiamo domandarci perché tutti questi nuovi “investitori” non hanno rischiato neppure un euro di tasca loro ma si sono limitati a sfruttare comodamente la situazione legislativa, sperando che gli investimenti li faccia qualcun altro.
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