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CANONE/TASSA RAI ANCHE PER I COMPUTER DI NEGOZI E UFFICI? LE POSTE EVADONO IL FISCO? INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
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Comunicato 
23 ottobre 2007 0:00
 
Firenze, 23 ottobre 2007
Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali.
Non avendo mai ricevuto una risposta, sono arrivata alla terza interrogazione per avere chiarimenti su chi debba pagare il canone/tassa della Rai (1). Anche questa volta le indagini svolte dall'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) sono state la base per rivolgere ai ministri competenti alcune domande che ormai attendono una risposta da troppo tempo, tanto che l'associazione dei consumatori ha minacciato di intraprendere uno sciopero della fame.
La prima volta che l'Aduc si e' occupata di questo argomento e' risultato che il canone deve essere pagato anche da chi e' in possesso di un videocitofono (2). Dalla seconda indagine e' emerso che secondo la legge in vigore (la 246/1938) il pagamento di questa tassa e' previsto anche per il turista in visita nel nostro Paese (3). Una terza ricerca ha, poi, rivelato che gli uffici regionali della Rai, l'Ufficio normative e contratti del servizio pubblico, il ministero dell'Economia e delle Finanze ed all'Agenzia delle Entrate non sanno minimamente se anche gli esercizi pubblici debbano pagare il canone speciale di abbonamento qualora in possesso di un computer. L'unica certezza e' che esiste una situazione di tacito consenso per cui molti piccoli esercizi commerciali, i cui gestori, per altro, pagano gia' il canone per casa loro non sono perseguiti per il non pagamento del canone dovuto al possesso di un computer. In altre parole, le manchevolezze della legge vengono supplite dalla sua parziale non applicazione (4).
Infine, le Poste italiane, disponendo di 14.000 uffici dotati di apparecchi atti o adattabili agli sportelli, sono soggetti al canone cosi' come qualsiasi privato cittadino. Il canone speciale ha validita' limitata all'indirizzo per cui e' stipulato, e pertanto le Poste italiane devono circa 14.000 canoni speciali di abbonamento Rai, per un totale di circa 13.018.880 Euro. Inutile dire che le poste italiane probabilmente sono i maggiori evasori di questa tassa (5). La costante comune di ogni ricerca e' che le risposte fornite dalle autorita' predisposte a fare rispettare il canone sono contraddittorie e confuse. Questa situazione e' in gran parte causata dall'espressione "apparecchi atti o adattabili", coniata nel 1938 quando ancora il televisore era in fase di sperimentazione. Di fatto, la legge viene disapplicata, o applicata arbitrariamente proprio a causa di questa espressione, che produce una grave ferita allo Stato di diritto.
Ecco quindi la terza interrogazione in materia che rivolgo insieme ai colleghi radicali della Rosa nel Pugno (6) ancora una volta per sapere:
- quali degli apparecchi sottoelencati e non presuppongono il pagamento del canone speciale di abbonamento: videoregistratore, registratore dvd, computer senza scheda tv con connessione ad Internet, computer senza scheda tv e senza connessione Internet, videofonino, tvfonino, ipod e apparecchi mp3-mp4 provvisti di schermo, monitor a se stante (senza computer annesso), monitor del citofono, modem, decoder, videocamera, macchina fotografica digitale;
- cosa intenda fare il Governo per accertare ed eventualmente esigere il pagamento del canone speciale di abbonamento alle radioaudizioni da parte di Poste italiane.

(1) la prima interrogazione: clicca qui
la seconda interrogazione: clicca qui
(2) clicca qui
(3) clicca qui
(4) clicca qui
(5) clicca qui
(6) Sergio D'Elia, Bruno Mellano e Maurizio Turco

il testo dell'interrogazione: clicca qui
 
 
 
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