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DOSSIER SUI CATTIVI PAGATORI DELLA TASSA RAI
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Comunicato 
30 dicembre 2000 0:00
 


UNA LISTA DI "NUMERI DI PRESCRIZIONE" STILATA NON CON METODO ESATTO MA DEDUTTIVO: A CORONAMENTO DELLA INGANNEVOLE CAMPAGNA PUBBLICITARIA PER IL RINNOVO DI UN ABBONAMENTO CHE NON E' TALE, MA SOLO UNA "BANALE" TASSA.
IN ATTESA DI UN RESPONSO DA PARTE DELL'ANTITRUST (GIA' INTERPELLATO DALL'ADUC), CONTINUA LA RACCOLTA FIRME IN INTERNET SULLA PETIZIONE PER L'ABOLIZIONE DEL CANONE/TASSA DELLA RAI.

Firenze, 30 Dicembre 2000. La Rai sta facendo circolare un dossier sulla percentuale di evasione rispetto al pagamento del canone/tassa sui servizi radiotelevisivi di cui e' il gestore monopolista.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Ci sembra giusto che la Rai cerci di incentivare il rispetto della legge, e, giustamente, lo fa con i suoi metodi da monopolista, con quelli che potremo chiamare i "numeri di prescrizione", cioe' quante famiglie sul numero totale di ogni specifico Comune d'Italia sono in regola con il Fisco in materia: fa i suoi interessi, anche se e' singolare rispetto ai metodi abituali che uno Stato ha per denunciare il non-rispetto delle regole: ve l'immaginate, per esempio, una campagne di un qualunque Comune d'Italia per stimolare il pagamento dell'Ici, con sconti per chi paga alla scadenza, e regali a chi da' una mano (proprio come vorrebbe fare la Rai nei confronti dei negozianti che dovrebbero ricevere un premio dalla segnalazione degli acquirenti di apparecchi tv)?
"Numeri di prescrizione" che si possono contestare anche rispetto al fatto che la Rai parte da un presupposto non esatto, ma deduttivo: che ogni famiglia -che risulti tale all'ufficio anagrafe di ogni Comune- abbia un televisore in casa. Ma, si sa, la deduzione, e' uno dei meccanismi di funzionamento del Fisco in Italia: perche' non dovrebbe essere applicata anche in una campagna informativa?
Quel che la Rai invece tace, e con molta occulatezza, e' sul corollario di questo suo dossier, in particolare sulla campagna pubblicitaria in corso su tutte le sue reti, in cui invita a rinnovare il pagamento del canone che sarebbe in scadenza, senza mai citare il fatto che si tratta di una tassa, di fronte alla quale ogni amministrato ha un obbligo, che e' cosa ben diversa da un abbonamento a qualcosa, dove si presuppone la volontarieta' della scelta indipendentemente dai mezzi tecnici che ognuno ha a disposizione per usufruirne.
Su questo aspetto abbiamo gia' coinvolto nei giorni scorsi l'Ufficio Pubblicita' Ingannevole dell'Antitrust, perche' si esprima e impedisca il perpetuarsi di questo imbroglio nei confronti degli utenti del servizio pubblico radiotelevisivo e nei confronti di chiunque possieda un apparecchio televisivo.
E' evidente che noi siamo per l'abolizione del canone/tassa (su cui abbiamo in corso una petizione sul nostro sito in Internet) , cosi' come siamo per l'abolizione del servizio pubblico radiotelevisivo e, quindi, la fine dell'abuso di posizione dominante da parte della Rai rispetto al mercato dell'informazione via etere, ma questa nostra contrarieta' e questa battaglia non la espletiamo con i metodi dell'arroganza e della menzogna (come fa la Rai pubblicizzando il rinnovo ad un abbonamento che non e' tale), ma con quelli civili e civici del confronto aperto delle opinioni e della richiesta di intervento delle istituzioni legislative per cambiare cio' che ci sembra inopportuno e dannoso. E' anche questione di stile!
 
 
 
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