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Imposta/canone Rai. Esigerlo con metodi arroganti e di disinformazione?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
31 luglio 2014 14:21
 
 E' notorio che la Rai fa una campagna di recupero della presunta evasione fiscale sul cosiddetto canone basandosi su presunzioni, e utilizzando metodi come minacce e arroganza per cercare di comunicare coi contribuenti. I risultati -come dicono loro- sono abbastanza magri poiche' sempre loro considerano che il 100% dei contribuenti (i nuclei famigliari anagrafici) abbia un apparecchio tv, mentre coloro che pagano questa imposta sarebbero il 68,7% (16 milioni e mezzo di nuclei) generando introiti per 1,7 miliardi di euro. Dati che piu' o meno, nel corso degli anni, rimangono stabili con solo -sempre come li chiamano loro- dei leggeri recuperi.
Col nuovo governo sono state fatte delle timide proposte per cercare di evitare queste alte percentuali di evasione (sempre come dicono loro): tutte cose per ora solo nelle teste e nelle dichiarazioni mediatiche di qualche sottosegretario del Governo.
Nel frattempo cosa accade?
1 - Se la stanno rifacendo coi micro e piccoli imprenditori nonche' con le badanti: la norma in vigore stabilisce che l'imposta per il possesso di un apparecchio tv debba essere pagata rispetto ai nuclei anagrafici, anche se due nuclei fanno riferimento al medesimo apparecchio; ecco che ai soggetti con partita Iva che hanno la medesima ubicazione fisica per residenza del nucleo famigliare e per la partita Iva, intimano di pagare due imposte, cosi' come intimano il doppio pagamento alla badante che ha la residenza anagrafica e l'abitazione presso le persone dove presta la propria opera. La norma e' chiara, e la Rai ha ragione!! Il problema e', per l'appunto, la norma!
2 – Per tutti gli altri, invece, continua, in modo piu' arrogante che mai la campagna di intimazione e -sostanzialmente- disinformazione per costringerli a farli diventare contribuenti anche se non dovrebbero. A dimostrazione di questo, riportiamo il testo della lettera che arriva in questi giorni nelle case di cchi -come scrivono loro- “non risulta nell'elenco degli abbonati”. Un testo per il quale, se non fosse stato scritto dalla Rai ma da una qualunque azienda di recupero crediti, l'Antitrust li perseguirebbe per pratica commerciale aggressiva e scorretta.... Ecco il testo:

Egregio signore...
facciamo riferimento alle nostre precedenti comunicazioni per ricordarle che a tutt'oggi non e' pervenuta alcuna risposta utile alla chiusura della sua pratica, ne' risulta da lei stipulato un abbonamento alla televisione.
Le confermiamo pertanto che l'Amministrazione finanziaria dello Stato procedera' agli accertamenti previsti dalla legge a carico dei detentori di apparecchi atti od adattabili alla ricezione dei programmi televisivi non abbonati (art.1 RDL 246/1938 e art. 27 L.223/11990).
Per evitare il pagamento delle sanzioni conseguenti l'accertamento (art. 9 DPR 26/10/1972 n.64 e art.19 comma 3 Dlg n.473 del 18/12/1997), e' indispensabile che lei provveda a versare l'importo di euro 97,13 dovuto per il periodo marzo-dicembre 2014, utilizzando il bollettino ci conto corrente allegato (per informazioni sugli abbonamenti Tv, consultare televideo Rai dalla pagina 380 ed il sito internet www.abbonamenti.rai.it, dove c'e' anche presente l'elenco delle tipologie di apparecchi atti od adattabili come riportato -a titolo esemplificativo- nella nota interpretativa del Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento delle Comunicazioni – prot.12991 del 22.2.2012).
Cordiali saluti
Rai Radio Televisione Italiana
Direzione Rai canone
firma illeggibile


Il nostro presidente del Consiglio dei ministri ripete spesso che uno dei suoi obiettivi e' mettere fuori i partiti dalla Rai... tanto di cappello e di sostegno, ma non si dimentichi che il buon Governo e la buona Amministrazione, nonche' norme a rigor di logica civica e umana, sono forieri di buoni contribuenti.... altrimenti e' il caos al limite della legge della giungla, cioe' quello in cui viviamo.

Qui il nostro canale web per l'abolizione del canone Rai

 
 
 
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