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Piano banda larga. Siamo all'immobilismo cronico, grazie all'inettitudine di Governo e Agcom. Subito lo scorporo della rete da Telecom Italia
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Comunicato di Domenico Murrone
15 settembre 2010 14:52
 
Alla politica degli annunci ha fatto seguito la tattica del ri-annuncio. Ora siamo oltre, all'immobilismo cronico animato da comunicati stampa, studi, rapporti, superconsulenti, mega presidenti, riunioni tecniche o d'alto bordo. Tutto fumo negli occhi, visto che il nodo principale della soap opera del piano per cablare in fibra ottica non viene sciolto.
Il nodo è il ruolo 'conservativo dello status quo' di Telecom Italia *, gestore che rimane centrale nel nostro sistema, grazie all'inettitudine di Autorita' di Garanzia nelle Comunicazioni e ministero dello Sviluppo economico e nello specifico del vice ministro alle Comunicazioni Paolo Romani, evidentemente più interessato alle proprie competenze 'televisive'.
L'ultima notizia della soap opera degli annunci, è che il comitato Ngn (Rete di nuova generazione), costituito dall'Agcom circa un anno e mezzo fa a cui partecipavano tutti i gestori telefonici (con l'obiettivo di 'trovare la quadra' da suggerire all'Autorità), di fatto non serve più, dopo la fuoriuscita degli operatori alternativi, Telecom Italia è rimasta sola.
Oggi o domani o dopodomani, il Governo annuncerà nuovi provvedimenti e tavoli e sicuramente non mancheranno suggerimenti e delibere del presidente dell'Agcom Corrado Calabrò.
Così come avviene da tre anni ed oltre.
Dubitiamo che sarà annunciato l'unico provvedimento risolutivo:
Telecom Italia in modo coattivo dovrà far confluire la propria rete in un nuovo soggetto giuridico di cui non detenga più il controllo. Il chiavistello giuridico c'è: basterebbe imporre al gestore del servizio universale (Telecom Italia) l'obbligo di fornire la banda larga a tutti e dappertutto
 
 
 
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