Nell'agosto 2011 ho inoltrato richiesta di rescissione per un contratto Vodafone, tramite raccomandata AR inviata presso la casella postale della vodafone di Via Jarvis ad Ivrea, indirizzo presente sul contratto telefonico. La vodafone, oltre a non rispondermi e non rescindere il contratto continuava a mandarmi bollette che, avendo l'addebito in conto tramite c.credito, venivano pagate. Quando mi sono accorto di tale errato pagamento ho inviato alla società di gestione della mia carta di credito richiesta di blocco pagamenti vodafone, inviandone copia anche alla vodafone. La vodafone a questo punto anzichè mandare l'addebito in conto mi ha recapitato il bollettino postale di pagamento. Ho chiamato il 190 chiedendo spiegazioni e mi è stato detto che la mia domanda di rescissione non era stata presa in considerazione perchè l'indirizzo a cui ho inviato la raccomandata non era abilitato a tale funzione. Mi è stato consigliato di ribadire la richiesta, cosa che ho fatto, e la rescissione è stata attivata da dicembre 2011. Continuano però a chiamarmi per chiedere il pagamento delle bollette insolute. A questo punto, visto che si sono ben guardati dall'avvisarmi che il contratto non era stato rescisso, ma, allo stesso indirizzo hanno ben letto la comunicazione inviata al gestore della mia carta di credito, dato che hanno provveduto ad inviarmi i bollettini postali di pagamento, quale procedura devo seguire per non pagare i bollettini successivi alla mia richiesta, atteso che il telefono in questione non è stato più usato dal giugno 2011???
Salvatore, da Genova (GE)

Risposta:
se l'indirizzo a cui la raccomandata è arrivata è appartenente comunque a Vodafone, la compagnia è comunque tenuta a smistarlo nell'ufficio ritenuto competente o ad avvisarla del problema. Ciò secondo gli obblighi di buona fede nell'esecuzione del contratto cui tutti i contraenti sono tenuti. Si faccia valere con una lettera raccomandata A/R di diffida:
http://sosonline.aduc.it/scheda/messa+mora+diffida_8675.php