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 ITALIA - ITALIA - Cresce l'opposizione alla censura del Web e a limitazioni manifestazioni
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Notizia 
16 dicembre 2009 9:05
 
Dopo l'aggressione al presidente del consiglio Silvio Berlusconi e la proliferazione di gruppi sui social network pro e contro Massimo Tartaglia, si accende la discussione politica riguardo le nuove norme sul web che il governo sta valutando mentre spariscono da Facebook quei gruppi che 'incitano alla violenza'.
'Il governo interverra' per porre fine a quella che e' una vera e propria istigazione a delinquere attraverso Internet', dice il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in un'informativa alla Camera, e immediatamente sale la protesta politica non solo dell'opposizione. E da questa mattina sono spariti da Facebook i gruppi nati nei giorni scorsi (anche se nuovi stanno nascendo). Fermo restando che 'e' un luogo dove le persone possano discutere apertamente ed esprimere le proprie opinioni, su Facebook non e' permesso promuovere o pubblicare contenuti violenti e minacciosi', dice in una nota ufficiale il popolare social network, precisando che esaminera' 'molto attentamente tutte le richieste di intervento con contenuti relativi al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e reagira' tempestivamente per rispondere, eventualmente cancellando ogni tipo di contenuto che minacci direttamente una persona'. Intanto, le dichiarazioni di Maroni fanno salire la protesta politica. 'Le norme attuali e l'azione della Polizia postale sono sufficienti per colpire i comportamenti criminali in rete.
Non vorrei che in nome di questo obiettivo, il governo pensasse invece a norme che limitino la liberta' di internet', dice Paolo Gentiloni, presidente del forum Comunicazioni del Pd.
'Giu' le mani dal web. Vanno perseguiti i reati non limitata la liberta'', gli fa eco Dario Franceschini in un messaggio su Twitter. Secondo l'europarlamentare dell'Idv Luigi De Magistris, 'per fermare la violenza che corre su Internet, non c'e' bisogno di nuove leggi, basterebbe applicare con rigore quelle gia' esistenti'. Sulla stessa lunghezza d'onda Ffwebmagazine, il periodico online della Fondazione Farefuturo che invita il governo a non cedere 'alla 'sindrome cinese', la tentazione della censura preventiva'. 'Guai a promuovere provvedimenti illiberali - ammonisce anche il leader dell'Udc Casini - Le leggi esistenti gia' consentono di punire le violazioni. Negli Usa Obama riceve intimidazioni continue su Internet, ma a nessuno viene in mente di censurare la Rete'.
Anche per Andrea Monti, avvocato ed esperto della Rete, nuovi interventi normativi sono inutili perche' 'il codice penale gia' punisce svariati reati che si possono commettere anche online come la diffamazione, l'ingiuria e l'istigazione a delinquere'. 'Anche dal punto di vista degli strumenti investigativi - spiega Monti - la magistratura ha la possibilita' di accedere ai dati di traffico e dunque di risalire al luogo dove si trovava il computer utilizzato per compiere l'atto illecito. Sottrarre al controllo della magistratura la verifica di cio' che e' lecito e cio' che non lo e' - conclude - significa legittimare forme di giustizia sommaria e in definitiva limitare gli spazi di democrazia per i cittadini onesti senza incidere sui comportamenti illeciti dei malintenzionati'.
 
 
 
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