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 ITALIA - ITALIA - Interrogazione parlamentare: il Wi-fi fa male alla salute?
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Notizia 
29 ottobre 2007 0:00
 
"Spesso si creano allarmismi sulle nuove tecnologie e crediamo che il ministero della Salute debba compiere indagini approfondite per verificare se esistono possibili pericoli connessi anche all'uso dei sistemi senza filo". Cosi' al Velino Donatella Poretti (Rnp) giustifica la presentazione di un'interrogazione al ministro Livia Turco per sapere se "se siano stati avviati studi sugli effetti delle reti senza WiFi sull'organismo e in caso affermativo quali siano i risultati". I risultati della ricerca sugli effetti delle reti senza filo sull'organismo condotta dall'agenzia britannica per la protezione della salute (Hpa), sembrano rassicuranti. Tuttavia secondo i parlamentari radicali dell'Rnp che hanno interrogato la Turco - oltre a Poretti ci sono Marco Beltrandi, Sergio D'Elia, Bruno Mellano, Maurizio Turco - bisogna sgombrare il campo da ogni dubbio. Quasi quindici anni dopo i primi allarmi sulle conseguenze dell'inquinamento elettromagnetico innescato dai cellulari, a finire nel mirino della Hpa e' il WiFi, il collegamento senza filo ad Internet sempre piu' utilizzato in casa e nei luoghi pubblici. In un comunicato per delineare gli scopi della ricerca, il presidente dell'Agenzia, Pat Troop, ha detto che "a oggi non ci sono prove scientifiche" che le reti senza filo -anche quelle domestiche- possano avere conseguenze negative sulla salute. I segnali emessi dalle centraline WiFi sono molto bassi e ben al di sotto dei limiti imposti dalla Commissione internazionale sulle radiazioni (Icnirp). "Non c'e' quindi motivo per cui le scuole o altre strutture non dovrebbero continuare a usarle" ha detto Troop, concludendo che "tuttavia non c'e' stato ancora uno studio approfondito sull'esposizione a cui una persona e' mediamente sottoposta: una lacuna da colmare specie dopo che nell'agosto scorso il sindacato insegnanti britannico ha lamentato che i ragazzi sono utilizzati come cavie".

Finora gli allarmi lanciati su possibili pericoli che possono derivare da radiazioni elettromagnetiche emesse dal WiFi ma anche da cellulari e antenne radio sono stati sollevati solo da persone che hanno manifestato una certa sensibilita' verso queste fonti di emissione. E pochi sono gli studi sull'argomento. La piu' recente revisione delle linee guida dell'Icnirp (Commissione internazionale sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti) e' stata pubblicata nel 1998 e ha creato un vasto consenso. Oltre 20 paesi infatti hanno adottato le linee guida nelle norme nazionali. Anche l'Unione europea ha emanato nel luglio 1999 una raccomandazione agli Stati membri, suggerendo di recepire le indicazioni dell'Icnirp. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanita' almeno tre persone su cento si possono definire "elettrosensibili" e quindi a rischio in caso di presenza di spot WiFi: un numero cosi' alto da aver spinto l'Oms ad avviare nell'ambito del progetto internazionale Cem, un'azione per l'armonizzazione delle normative a livello mondiale. Nonostante non ci siano ricerche specifiche, alcuni scienziati ritengono che le "reti senza fili" possano produrre effetti nocivi soprattutto se sommate con tutte le altre radiazioni provenienti da telefonini, cordless antenne radio e cosi' via. Le tesi dei ricercatori si concentrano soprattutto su un aspetto, vale a dire che le nostre cellule finiscono per essere "bombardate" da radiazioni molto superiori a quelle a cui sono abituate con i campi magnetici naturali. Uno degli studi piu' importanti sull'elettromagnetismo e' il Rapporto Stewart del 2000, poi aggiornato: si tratta di un'indagine sul legame tra telefonia mobile e salute che ha prodotto una serie di notevoli raccomandazioni come la limitazione dell'uso dei cellulari per i bambini e sulla collocazione delle antenne ripetitrici.

Sul WiFi l'Associazione medica austriaca sta facendo pressioni politiche contro l'installazione di spot nelle scuole. Alcune indicazioni sono arrivate anche dalla Commissione internazionale per la sicurezza elettromagnetica (Icems) che ha esortato i Governi ad adottare linee guida basate sul "principio di precauzione" e a valutare i potenziali di esposizione elettromagnetica della popolazione in caso di installazione di WiFi. Nel frattempo, nel Regno Unito come in Germania, si procede con cautela secondo la logica del principio di precauzione.

Alcuni giorni fa l'Aduc, l'associazione per i diritti degli utenti e consumatori, riportando la notizia, ha scritto una lettera al ministero della Salute per sapere se anche in Italia siano stati avviati studi del genere e, in caso, quali siano stati i risultati. Ora una interrogazione cerchera' di dare le risposte che mancano, perche', affermano i parlamentari dell'Rnp "quando si parla di salute e' nell'interesse stesso del ministero fornire risposte precise o comunque attivarsi affinche' sia fatta chiarezza". Intanto in questi giorni e' circolata la notizia che Ibm e MediaTek hanno deciso di accordarsi per iniziare la produzione di chip basati su una nuova tecnologia senza fili ad alte prestazioni. Dopo WiFi e Wi-Max, il panorama delle tecnologia wireless potrebbe quindi presto arricchirsi di un ulteriore attore, il mmWave (millimiter wave - microonde capaci di veicolare grosse quantita' di dati tra tutti i dispositivi di casa: hard disk esterni, Tv ad alta definizione, set-top-box e, naturalmente, il Pc). Dopo quattro anni di sviluppo, Ibm si e' recentemente accordata con la produttore taiwanese di chip, tramite un patto triennale il cui scopo e' lo sviluppo della sua tecnologia proprietaria, il mmWave appunto, soluzione senza fili che promette la trasmissione di grandi quantita' di dati. Si tratta di un nuovo protocollo wireless, 100 volte piu' veloce di qualsiasi WIFi oggi in circolazione, capace di trasferire decine di gigabyte via etere in pochi secondi. Che si tratti di flussi video ad alta definizione, dati o audio, la comunicazione tra le unita' diventera' quasi istantanea. Sicuramente per Ibm si presenta pero' una non facile sfida, calcolando la ormai diffusa tecnologia WiFi e l'emergente Wi-Max.
 
 
 
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