testata ADUC
 ITALIA - ITALIA - Telecomunicazioni, relazione Agcom: ritardo su banda larga ci costa 1,5% del Pil. Rinviato regolamento anti-pirateria
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
2 maggio 2012 14:44
 
Il ritardo nello sviluppo della banda larga costa all'Italia tra l'1 e l'1,5% del pil. E' il dato che fornisce Corrado Calabro', nel bilancio sui suoi 7 anni alla guida dell'Agcom, evidenziando che "senza infrastrutture a banda ultra larga i sistemi economici avanzati finiscono su binari morti".
L'Italia, ricorda, "e' sotto la media Ue per diffusione della banda larga fissa, per numero di famiglie connesse a internet e a internet veloce, per gli acquisti e per il commercio online (nell'UK anche le case si vendono e si acquistano in rete)". Per le esportazioni mediante l'Ict, l'Italia "e' fanalino di coda in Europa; solo il 4% delle pmi ovvero la spina dorsale del nostro tessuto produttivo, vendono online, mentre la media UE-27 e' del 12%".
Secondo Calabro', il comparto delle telecomunicazioni "mentre e' chiamato ad investire sia nel fisso che nel mobile, non riesce ad appropriarsi del valore atteso in corrispondenza degli investimenti nelle nuove reti". Il presidente uscente dell'Agcom ricorda quindi che "non solo la telefonia mobile, la quale ha un incremento esponenziale, ma tutti i servizi del futuro prossimo e di quello ulteriore richiedono una rete a banda larga e ultra larga. L'internet delle cose segnera' un ulteriore salto di qualita' nel consumo di byte".
Internet, insiste, "e' un fenomenale motore di crescita sociale ed economica, ma la rete fissa e' satura e quella mobile rischia ricorrenti crisi asmatiche". Infine, altri numeri a certificare il ritardo italiano: l'economia internet in Italia vale solo il 2% del pil; la stessa stima conduce a valutare l'internet economy del Regno Unito nel 7,2% del pil.
Calabrò ha anche annunciato di voler sospendere l'emanazione del discusso -quanto discutibile- regolamento contro la cosiddetta pirateria informatica e la protezione del copyright sul web. 'Finche' il Governo non adottera'' la norma interpretativa, 'noi, almeno in questa consiliatura, non ci sentiremo tenuti alla deliberazione del regolamento, pur cosi' equilibrato, che abbiamo predisposto'. Questo rinvio ha sollevato le critiche delle lobby dei rappresentanti dell'industria.
La presentazione ed il testo della relazione sono disponibili sul sito dell'Agcom.

"Profonda delusione" e' il commento di Enzo Mazza, Presidente di FIMI, la federazione delle case discografiche di Confindustria, di fronte alla relazione di fine mandato del Presidente di Agcom, Corrado Calabro'. "Il Presidente Calabro' - ha commentato Mazza - oggi ha di fatto sancito la resa dell'Autorita', consegnando virtualmente la maglia dell'Agcom agli ultras della pirateria. Bene ha fatto l'amministrazione Obama a mantenere l'Italia nella lista nera dei Paesi con scarsa tutela dei diritti di proprieta' intellettuale a causa della mancata adozione del regolamento Agcom, ampiamente promesso anche dal Presidente dell'Autorita' in piu' occasioni. Situazione resa ancora piu' paradossale dal fatto che la Spagna e' invece uscita dalla lista nera con l'adozione di una nuova norma antipirateria". In Italia, secondo i dati di Comscore, circa il 26% degli utenti di internet accede ai servizi illegali.
"Proprio in questa fase nella quale si sta sempre piu' affermando il mercato digitale della musica, in Italia secondo i dati Deloitte, nel primo trimestre del 2012, la musica online ha superato il 30% del totale mercato, con una crescita del 44%, sarebbe stato necessario dare un segnale all'offerta illecita con un provvedimento coraggioso. Alla fine pero' abbiamo assistito ad un discutibile dietro-front che di certo non ha messo in buona luce il nostro Paese nei confronti dei principali partner commerciali stranieri" ha concluso Mazza.

'Questo e' un giorno triste in Italia per il diritto d'autore perche' a causa dell'inerzia dell'Agcom si e' allargato lo 'spread' tra legalita' e pirateria su internet'.
E' di grande amarezza il primo commento del Presidente di Confindustria Cultura Italia Marco Polillo, alla luce delle dichiarazioni rese oggi al Senato dal presidente Corrado Calabro'.
'L'incomprensibile dietrofront del Presidente Calabro' rispetto agli impegni pubblici da lui stesso presi in Senato e poi alla Camera dei Deputati lascia sgomenti - ha proseguito Polillo- Non avremmo mai creduto che un 'uomo delle istituzioni' si lasciasse influenzare da cattivi consiglieri e dagli estremisti della rete che pretendono un web anarchico dove e' possibile calpestare ogni forma di diritto. Per due anni l'Agcom ha lavorato ad un provvedimento che rendesse efficace il contrasto alle piattaforme pirata che stanno distruggendo l'industria della cultura italiana: malgrado l'enorme lavoro e l'ampio consenso questa Autorita' ha preferito non decidere dandola vinta a chi si arricchisce illegalmente con il nostro lavoro".
"Il risultato e' sotto gli occhi di tutti - ha continuato il presidente - e' stato affossato un provvedimento che aveva incassato l'assenso della Commissione UE, del Parlamento, del Governo in carica.
Non lo diciamo solo noi: il report 301 del Governo USA conferma il nostro Paese nella watch list degli stati a piu' alto tasso di pirateria e contraffazione, puntando il dito sull'incapacita' di adottare un regolamento tecnico per contrastare piu' efficacemente le violazioni della proprieta' intellettuale sulle reti digitali. Per questo chiediamo con forza al Governo e alla prossima Autorita' - ha concluso Polillo - di mettere il tema al primo posto in agenda e potenziare il nostro sistema di risposta alla diffusione illegale di opere dell'ingegno'.
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS