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 ITALIA - ITALIA - Da terrorismo a cybercrime. Minaccia della Privacy. Relazione Garante
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Notizia 
28 giugno 2016 17:42
 
Sorvegliati, profilati, connessi anche con il corpo. Nel mondo digitale dominato dai colossi del web, in cui proliferano sistemi sempre più sofisticati di analisi dei social network e app intelligenti che anticipano le nostre richieste, si moltiplicano all'infinito i rischi per la privacy. Un "diritto universale", non smette di ripetere il Garante, Antonello Soro, che nella Relazione annuale al Parlamento accende un faro sui mille fronti che rischiano di ridurre i nostri spazi di libertà: dalla lotta al terrorismo e dalla raccolta massiva di dati al crimine informatico e alla profilazione online, dalla tecnologia applicata al lavoro alle intercettazioni, alla sanità elettronica. Nel pieno del ciclone Brexit, Soro apre la sua riflessione nella sala Koch del Senato con un richiamo al nuovo Regolamento europeo sulla protezione di dati personali come "bussola nel pianeta connesso", modello da proporre "su scala mondiale", proprio mentre si fanno più forti "le spinte anacronistiche a creare 'barriere' alla libera circolazione di beni e persone". E spiega poi che il Regno Unito, che ha condiviso le nuove disposizioni, "avrà necessità di fare riferimento a quella normativa per avere rapporti con l'Europa e il resto del mondo. Anche da questo punto di vista per l'Europa scommettere sulla difesa dei valori delle grandi libertà diventa la forma per reagire a questa difficoltà". La disamina del Garante mette a nudo tutte le nostre vulnerabilità. Nel mirino la reazione alla minaccia terroristica, che "deve essere efficace ma rispettosa dei diritti e delle libertà fondamentali", anche perché "non tutte le limitazioni delle libertà sono effettivamente utili nella prevenzione del terrorismo o di gravi reati". Ben vengano dunque tecniche di indagine potenziate, da utilizzare però "nella maniera più utile in termini di prevenzione e più sostenibile sotto il profilo democratico, avendo ben chiaro quale sia il grado di libertà cui si può rinunciare senza divenire schiavi del terrore e senza neppure abdicare a ogni diritto in nome della logica emergenziale". Connotati di emergenza ha sicuramente il cybercrime, una "minaccia reale", con un peso sull'economia mondiale "stimato in 500 miliardi di euro all'anno, poco al di sotto del narcotraffico nella classifica dei guadagni illeciti". Nel 2015 in Italia i crimini informatici sono aumentati del 30%, specialmente nel settore delle imprese: è dunque "inspiegabile", ammonisce Soro, la "refrattarietà" di molte aziende a "proteggere il loro patrimonio informativo". Il Garante ne ha anche per i media, ai quali chiede un "supplemento di responsabilità" contro i "rischi di accanimento informativo" e il "sensazionalismo" e punta ancora una volta il dito sulla divulgazione degli atti processuali e sulla cronaca giudiziaria, auspicando che "non siano riportati interi spaccati di vita privata - delle parti e, soprattutto, dei terzi - privi di reale rilevanza pubblica". Una strada più volte indicata dall'Autorità, anche al legislatore. A governo e parlamento Soro ricorda che i controlli dei datori di lavoro "sono ammissibili soltanto se strettamente proporzionati", "limitati nel tempo e nell'oggetto, previsti da preventive policy aziendali, mirati, mai massivi e fondati su precisi presupposti", tornando sui punti più discussi del Jobs Act, ribadisce alcune criticità del decreto trasparenza e chiede nuove norme sul telemarketing, per far fronte alla "incontenibile aggressività" degli operatori. 
 
 
 
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