U.E. - Tlc. Parlamento approva fine roaming da giugno 2017
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28 ottobre 2015 9:48
La plenaria del Parlamento europeo ha approvato in seconda lettura, oggi a Strasburgo, l'accordo con il Consiglio Ue sulle nuove norme legislative che aboliranno entro due anni e mezzo i costi aggiuntivi per le comunicazioni in roaming nella telefonia mobile, applicati oggi quando si viaggia da un paese membro all'altro nell'Unione. Le tariffe roaming saranno vietate nell'Ue (e nei paesi dello Spazio economico europeo) a partire dal 15 giugno 2017 per le chiamate, per l'invio di messaggi di testo e per l'utilizzo di internet tramite dispositivi mobili. Inoltre, è previsto un periodo transitorio a partire dal 30 aprile 2016, in cui le maggiorazioni del roaming saranno drasticamente ridotte (fno a quattro volte), visto che non dovranno superare 0,05 euro al minuto per le chiamate vocali, 0,02 euro per ogni messaggio di testo (Sms) e 0,05 euro per ogni megabite di navigazione su internet. Il tetto provvisorio per le tariffe delle chiamate ricevute sarà deciso entro l'anno e dovrebbe essere sensibilmente inferiore a quello delle chiamate effettuate.
Il pacchetto legislativo fornisce comunque delle garanzie agli operatori del settore contro gli abusi. Il caso più evidente è quello del cosiddetto "roaming permanente": essendoci comunque, dopo il 2017, tariffe telefoniche diverse nei diversi Stati membri, e dovendo gli operatori garantire che i loro utenti paghino ovunque nell'Ue la stessa tariffa che pagano a casa loro, un consumatore potrebbe fare un contratto in uno Stato con tariffe più basse, pur utilizzando i servizi prevalentemente dove è residente. Per evitare questo tipo di situazioni, gli operatori potranno, in talune circostanze, essere autorizzati ad addebitare una tariffa di lieve entità, più bassa rispetto agli attuali tetti, sulla base del principio dell'"uso corretto". I dettagli precisi saranno definiti dalla Commissione e dalle autorità nazionali per le telecomunicazioni. Un secondo elemento importante del pacchetto legislativo sulle telecomunicazioni varato con il voto di oggi a Strasburgo è quello della "neutralità della rete" e della garanzia del diritto di accesso a Internet per tutti gli utenti. "Grazie a questo accordo, l'Ue diventerà l'unica regione al mondo che garantisce giuridicamente un Internet aperto e la neutralità della rete. Questo principio garantisce che non avremo una rete a due velocità, e sarà applicato direttamente nei 28 stati membri", ha detto la relatrice dell'Europarlamento, Pilar del Castillo (Ppe), sottolineando che "persino negli Usa la norma applicata non è una legge ma deriva da una decisione amministrativa della Federal Communication Commission, che potrebbe cambiare se cambiano i responsabili di quest'organismo". La nuova legislazione, in sostanza, obbligherà le imprese che offrono l'accesso a internet a trattare tutto il traffico dati in modo equivalente. Ad esempio, non sarà consentito bloccare o rallentare la ricezione di contenuti, applicazioni o servizi offerti da aziende specifiche, a vantaggio di utenti che offrono di pagare di più per avere la precedenza o un accesso privilegiato. Eccezioni a questa regola saranno ammesse solo per i servizi di emergenza (soccorso, polizia etc.) o di utilità generale (gestione dei trasporti), oppure se interviene una decisione di un tribunale, ad esempio per evitare una congestione della rete o contrastare attacchi informatici. In ogni caso, queste eventuali misure dovranno essere "trasparenti, non discriminatorie e proporzionali" e non dovranno durare più del necessario. Gli operatori saranno comunque in grado di offrire servizi specialistici (come una migliore qualità di internet necessaria per l'utilizzo di alcuni servizi), ma solo a condizione che questo non abbia un impatto sulla qualità generale del traffico in rete. Commentando con soddisfazione il voto, la relatrice ombra dell'Europarlamento, Patrizia Toia, capodelegazione del Pd, ha sottolineato che nell'Ue, oggi, "solo due paesi su 28 (Slovenia e Olanda) hanno una legge sulla neutralità della rete". La nuova legislazione Ue estenderà questo principio, e i diritti che ne conseguono, rendendoli direttamente applicabili in tutta l'Unione. Toia ha poi rivendicato di avere negoziato duramente a fine giugno tutta una notte con il Consiglio Ue, insieme a Pilar del Castillo, per ottenere l'accordo legislativo che è stato approvato oggi. "Il Consiglio prima non voleva una data certa per la fine del roaming, poi ha cercato di allungare i tempi fino al 2018, ma noi abbiamo tenuto duro, e alla fine abbiamo avuto la scadenza del giugno 2017. Il Consiglio non voleva neanche il principio della neutralità della rete, tanto che ha rifiutato di darne una definizione precisa nella legislazione; ma alla fine, nel pacchetto legislativo, ci sono comunque i contenuti" della "net neutrality" , ha spiegato l'europarlamentare del Pd