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RIFORMA RAI. AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA.... E IO PAGO PER IL SOVIET!
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Comunicato 
18 maggio 2007 0:00
 

Firenze, 18 Maggio 2007. Il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma della Rai aprendola -cosi' come dicono- alla societa' civile. La novita' per eccellenza e' il nuovo assetto aziendale che prevede una Fondazione che la gestira', con 11 consiglieri nominati da altre strutture, interne ed esterne all'azienda. Questo -sempre come dicono- sarebbe il segnale che i partiti resteranno fuori.... cioe' i partiti non avrebbero a che fare con questi organismi: commissione di Vigilanza Rai, Conferenza Stato-Regioni, Cnel, Lincei, Rettori, dipendenti Rai, Cncu. Il problema, secondo noi, non e' tanto credere a cio' che dicono, ma che queste persone lo dicano cosi', come se fosse vero e ben consapevoli che stanno prendendo in giro se stessi e tutti gli italiani... e' il nuovo modo di governare e gestire: non far comprendere piu' nulla creando confusione anche linguistica oltre che logica, tant'e' che alla fine le decisioni sono altrove... nei partiti per l'appunto.
Per quanto ci riguarda, notiamo la presenza di un consigliere nominato dal Cncu (il Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti). Insediato e diretto dal ministero dello Sviluppo Economico e composto da diverse associazioni di consumatori (non l'Aduc), immaginiamo che indichera' il proprio consigliere a rotazione fra le stesse diverse associazioni che, singolarmente -piu' o meno tutte- dicono di essere contrarie al canone/tassa della Rai; quel canone/tassa su cui, in quanto consiglieri della Fondazione, dovranno ricontrattare ogni due anni.
C'e' qualcosa che non ci torna. Gia' non ci tornava il fatto che le associazioni di consumatori dovessero essere finanziate e dirette da una delle loro principali controparti (il ministero/Governo). Ma che debbano decidere sull'entita' di una della tasse piu' odiate dagli italiani e su cui loro stessi dicono di dare battaglia, ci sembra un po' troppo. Anzi: nella filosofia e nel metodo di dire e fare il contrario di quanto si asserisce spacciandolo per quello buono e vero; cioe' come la storiella che i partiti ora sono fuori dalla gestione della Rai.
Noi probabilmente siamo rimasti indietro, non abbiamo seguito questa evoluzione della politica, del linguaggio e del governo della cosa pubblica fino ai livelli di cui stiamo parlando. Siamo rimasti a: semplicita', trasparenza, facile comprensione, separazione di funzioni e di poteri, cioe' tutte quelle prerogative che sono il contrario del soviet che il Governo ha deciso di istituire per gestire la Rai.
Dispiace che nel Consiglio dei ministri ci sia stata unanimita' su questa riforma, perche' significa che e' stata votata anche da chi, nel programma elettorale, chiedeva l'abolizione del canone/tassa.
Ricordando che gli italiani avevano chiesto con un referendum che la Rai fosse privatizzata e non trasformata in un soviet, prendiamo atto dell'unico fatto positivo: quando l'italiano medio non evasore fiscale, con la smorfia del disgusto paghera' il canone/tassa, sapra' che cio' e' dovuto anche ad alcune associazioni di consumatori oltre ai soliti che, direttametne o indirettamente, gestiscono il potere e l'economia di Stato nel nostro Paese.
Ci aspettiamo sempre piu' firme sulla nostra petizione online per l'abolizione di questa tassa/canone: clicca qui

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
 
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