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SCIOPERO DEL CANONE/TASSA DELLA RAI. LE BUFALE DELL'OPPOSIZIONE E DEL GOVERNO
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Comunicato 
13 dicembre 2006 0:00
 

Firenze, 13 Dicembre 2006. Quando un partito politico e' all'opposizione fa e dice il contrario di quanto dice e fa quando e' al Governo. Si potrebbe dire che esistono due abiti e due modi di essere: uno e' quello del Governo, l'altro e' quello dell'opposizione. Chi ci sia dentro questi abiti, e' relativo, perche' i comportamenti sono sempre gli stessi. Sembra che sia proprio questo il modo di comportarsi dei due schieramenti presenti in Parlamento, almeno per quanto riguarda il canone/tassa della Rai.
Oggi l'ex-presidente del consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, quasi dimostrando di non sapere di cosa parli, plaude al fatto che alcuni contribuenti non paghino il canone della Rai perche' i programmi dell'emittente pubblica sarebbero inguardabili. La sua ignoranza sarebbe relativa al fatto che il canone non e' un abbonamento, ma una tassa, che si paga per il mero possesso di un apparecchio televisivo, anche se dovesse servire solo per far giocare i ragazzini con la play-station o vedere i filmini del matrimonio o del compleanno. Come se non bastasse, gli fa eco la Leganord, che sembra rinascere con la sua vecchia battaglia abolizionista, dimentica di tutto quello che non ha fatto in materia quando era al Governo. Manca solo l'ex-ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri che, prima di sedere sul quello scranno era un sostenitore dell'abolizione di questa tassa.
Di contr'altare, quelli che sono oggi al Governo, difendono strenuamente quel balzello che, quando erano all'opposizione, attaccavano e plaudevano perche' non fosse pagato "contro la Rai berlusconizzata". Ignoranti anche loro. Questa ignoranza si manifesta solo quando si e' all'opposizione, facendo finta non si sappia cio' che e' ben conosciuto, ma siccome fa gioco, ecco che si sceglie di essere ignoranti.
Questo e' il quadro che e' importante considerare per capire cosa sta succedendo.
Chi ha a cuore una informazione libera e non di Stato, e crede che questa debba passare dall'abolizione di qualunque balzello, sappia che non c'e un'onda di nuovo liberismo che si sta sollevando nel Paese, ma solo un gioco delle parti per la riconquista del potere, anche quello dell'informazione.
Intanto, per quanto ci riguarda, continuiamo nella nostra campagna abolizionista (1), con petizione e informazione, per cercare di spiegare ai molti italiani increduli che ancora non si danno ragione di perche' una tassa debba essere chiamata canone, e perche' debba esistere una tassa del genere, che il regime dei partiti e delle tasse campa in questo modo.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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