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Privacy. Cgil e Confindustria all'unisono: non punire le societa' di call center ... e i consumatori?
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Articolo di Domenico Murrone
4 settembre 2008 0:00
 
Dopo la delibera del Garante sulla Privacy sulle telefonate selvagge a casa degli utenti senza alcuna autorizzazione, scatta il solito ritornello: non e' possibile punire le irregolarita', ne risentirebbe l'occupazione nei call center. A invocare clemenza o impunita', quasi all'unisono il sindacato Slc-Cgil e l'associazione delle societa' di call center, Assocontact-Confindustria.
'Il recente intervento del Garante della Privacy dimostra come, senza gradualita' e scelte oculate e di fronte a committenti irresponsabili che non si curano di verificare la correttezza dei servizi forniti, intervenire sul tema del teleselling porta con se' problemi occupazionali non secondari'
, dichiara Alessandro Genovesi, segretario nazionale di Slc-Cgil.
E Assocontact-Confindustria. Trentamila posti di lavoro a rischio, come possibile conseguenza della delibera del Garante per la Privacy che vieta l'utilizzo di banche dati nelle attivita' di telemarketing.

Dopo anni di inutili avvertimenti, un'autorita' annuncia misure concrete contro le societa' che hanno massacrato le cene e la tranquillita' di milioni di italiani, nonne e adolescenti compresi (a cui hanno pure rifilato servizi telefonici e non solo non richiesti)... che si deve fare? Tutelare l'occupazione nei call center? E perche'? Per permettere a societa' come queste di continuare a fare il lavoro sporco per conto dei colossi telefonici o di Sky? Cosi' che sia sempre la massa indifferenziata dei consumatori a pagare le magagne e i profitti dei furbi? E' gia' successo. I casi di Volare Web, di Alitalia, dei numeri speciali 899 gridano vendetta.
Con le autorita' e il governo che a volte sono solo stati latitanti, in altri casi addirittura promotori delle fregature.
 
 
 
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