Innanzitutto, come la stessa ADUC dice, bisogna recuperare
il canone evaso dai commercianti/imprenditori. E qui non
c'è molto da escogitare: è compito della guardia di
finanza che facilmente può farlo, se vuole. Ma mi sembra
che il canone abbia assunto il connotato di tassa familiare
tant'è vero che noi tutti abbiamo l'obbligo di pagare sto
canone a meno che non proviamo NOI che non è dovuto, se ci
riusciamo. Ora che ci penso, dovrebbbero fare altrettanto
con i commercianti/imprenditori, ovvero obbligarli a pagare
a meno che non dichiarano diversamente con l'obbligo della
guardia di finanza di controllare i locali aziendali senza
nessun mandato e quando li pare. Ma non succederà mai.
Ricordo che il canone va pagato anche se il televisore viene
usato solo come monitor, ed è dovuto anche se si possiede
un computer e nessuna televisione. Ma, ripeto, la legge in
questione viene oramai letta in maniera restrittiva,
sicuramente errata.
13 ottobre 2010 15:41 - tassofisso
in germania se non sbaglio hanno spalmato il cànone
televisivo di stato dentro le bollette della luce.
intanto potrebbero iniziare a smettere di pagare milioni di
euro a cariatidi solo per presentare il festival di sanremo,
si potrebbe iniziare a risparmiare da lì, piuttosto che
sprecare i soldi di quei pochi che ancora lo pagano il
cànone, e siccome dovrebbe essere un servizio pubblico di
interesse pubblico, impiegarli per programmi culturalmente
interessanti ed educativi e non trojate come l'isola dei
famosi e i fatti vostri.
magari la gente lo pagherebbe più volentieri no?
13 ottobre 2010 15:13 - renzo1391
Io il canone lo pago da sempre, ma non capisco perché debba
essere un "canone soggetto a verifica della RAI".
Si tratta di
TASSA SUL POSSESSO DI APPARECCHI IDONEI ANCHE SOLO
POTENZIALMENTE A RICEVERE TRASMISSIONI VIA ETERE?
allora, se di TASSA si tratta che sia lo stato a
preoccuparsene CON ESCLUSIONE ASSOLUTA DELLA RAI, CHE NON E'
L'UNICO ENTE CHE FORNISCE SERVIZI VIA ETERE.
La TASSA venga incamer5ata dal bilancio dello stato. Questo
poi concluda un accordo di servizio (ma perché per forza
con RAI?) a fronte di importo definito, assolutamente
scollegato dal gettito del cosiddetto canone.