Visto che oramai in tv c'e solo spazzatura e poco altro,
sarei ben felice di NON PAGARE PIU' IL CANONE RAI (tanto
la pubblicità ce la becchiamo anche sulla RAI), e poter
vedere liberamente qualsiasi tv. Da un'anno almeno
sto usando sempre più il computer; e molto più
interessante ed educativo!!!
1 febbraio 2008 0:00 - El Che
Il territorio, fino a prova contraria è ancora (quasi
tutto) nostro (di noi italiani, "brutti, sporchi &
cattivi"), le frequenze pure, la TV di stato ("di
stato", quindi dell'Italia...), idem, per cui LA
RAI E' E DEVE RIMANERE NOSTRA, E GUAI A CHI LA TOCCA!
ANDATEVI A VENDERE IL DERETANO, SE AVETE QUESTE SMANIE DI
(S)VENDITA!!... L'unica cosa di cui possiamo fare a
meno, considerato che paghiamo un canone, è la pubblicità,
in Italia la privatizzazione è l'anticamera di ogni
fregatura...
1 febbraio 2008 0:00 - Topesio
Francamente ne ho pieni gli zebedei di questa fola del
"privatizzare tutto". Lo hanno capito anche i
muri che è una colossale STRONZATA, inventata ad arte per
metterlo nel culo alla gente, che magari si fa ingannare
dall'imbonitore di turno.
1 febbraio 2008 0:00 - Giovanni
Non sono affatto d'accordo con la privatizzazione della
RAI! Fino ad oggi e chissà per quanto altro tempo, ci
raccontano che privatizzare significa rendere più
efficiente, migliorare, a vantaggio della collettività;
questo è ormai palesemente una fandonia che non è più
possibile portare come argomento e soluzione ai
problemi. La privatizzazione è già avvenuta per la
Telecom Italia (cfr Editoriale. Telecom Italia e'
un'associazione a delinquere?
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/index.php?ed=233), per le
autostrade (concessione donata a privati) e per tantissime
altre realtà che da private non hanno migliorato ne i
risultati gestionali, ne il bene della collettività.
Il privato non ha a cuore il bene della collettività ma
soltanto quello del suo portafoglio a tutto discapito di
chiunque si contrapponga alla logica tutta privata della
massimizzazione del profitto. Bisognerebbe invece
tornare ad un "Pubblico di qualità", cioè non ad
uno Stato che detti le regole (non lo fa mai e quando lo fa
non controlla che siano rispettate)ma ad uno Stato
competitore tra i competitori che soltanto così riesce ad
imporre le regole, le tariffe, gli standard qualitativi.
Evviva la scuola pubblica per tutti (le scuole private
devono competere con le prime, lasciando al cittadino la
libera scelta), i trasporti pubblici (la vecchina che deve
andare a trovare il marito al cimitero non deve vedersi
soppresso il mezzo pubblico perchè sottoposto alla logica
del profitto), l'acqua pubblica, la sanità pubblica
etc. L'obiezione utilizzata da coloro che
propugnano le privatizzazioni selvagge è sempre quella che
in passato tutte le aziende pubbliche erano lottizzate, come
accade oggi alla RAI. Soluzioni: responsabilità dei
manager che gestiscono le aziende pubbliche, di farlo solo
con criteri di risultato, sia quantitativo che sopratutto
qualitativo; e se sbagliano, a casa con un bel calcio nel
sedere (senza preparare allo stesso sedere un'altra
poltrona), senza alcun assegno di fine rapporto e senza
possibilità di fare ancora il manager pubblico a spese
della collettività; controllo di un'autorità
preposta acchè non siano inseriti dipendenti che non
abbiano superato esami ANONIMI che dimostrino
l'eccellenza di chi va ad essere assunto.
Privatizzare:"cui prodest"=a chi giova? Alla
collettività o a pochissimi privati (sempre gli stessi)?