Sig.ra Laldi, sono totalmente d'ccordo col suo
ultimo intervento.
Anche la pensione dei politici
(l'avevo scordato) va riportata a "normalità"
esattamente come i cumuni mortali hanno ! O forse i
politici non sono "comuni mortali" ?.....
E anche i compensi degli amministratori periferici
vanno ridimensionati.
Così come i compensi degli
AD delle aziende come le ferrovie, l'Alitalia,
L'Enel, ecc., specie dopo i risultati che abbiamo visto
!
Mi rendo conto che il discorso non é facile,
anzi, é molto complesso ed articolato, ma da qualche parte
bisogna cominciare.
Il paese é un ammalato
GRAVISSIMO e quasi in fin di vita, servono medicine da
cavallo e sopratutto serviranno cambiamenti drastici e
dolorosi, per tutti.
Ma sopratutto per chi si era
abituato a vivere di politica alle spalle (anzi, sulle
spalle) della parte produttiva del paese e cioé degli
operai !
Dobbiamo creare le condizioni affinché
in Italia tornino le imprese e gli imprenditori e per fare
questo occorre fare una drastica cura dimaagrante di
burocrazia, di statalismo, di tasse, oneri e balzelli vari
che spesso costano allo stato (cioé a noi) più di quanto
rendono.
Si é mai chiesta quanto costa tenere in
piedi in ogni provincia un ufficio col personale per il
rilascio dei tesserini per la raccolta dei tartufi ?
Quante persone oggi vanno a tartufi ? Forse costa
meno eliminare ufficio e.... .... tesserino !
Per 50 anni si é pensato che per vincere la disoccupazione
bastava creare burocrazia e così sono aumentati i
"pastori", ma le "pecore" erano sempre
le stesse !
E così, tosa, tosa, tosa, le pecore
hanno iniziato a morire di freddo e a diminuire !
Motivo ? Erano in troppi a tosarle !!!!!
14 aprile 2008 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Caro Danilo, perché non fa anche lo sforzo di dare la
corretta indicazione bibliografica? Gliene sarei molto
grata.
13 aprile 2008 0:00 - danilo
sta tutto scritto in un noioso libercolo che poi è
diventato un best seller.
un saluto,
danilo
13 aprile 2008 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Caro signor Fabrizio, La ringrazio della
considerazione. La Sua proposta può benissimo essere messa
sul tappeto di una discussione seria e decisa per rivedere
tutta la questione. Io aggiungo qualcosa sulla pensione.
Vorrei che gli anni passati da parlamentare o da ministro
fossero messi nel conto di anni utili per la pensione, ma
senza privilegi, come del resto già si fa per chi ha svolto
il servizio mlitare quando la leva era obbligatoria. Il
tempo passato sotto la leva viene conteggiato come servizio
nello Stato e quindi vale per i punteggi nei concorsi,
graduatorie, immissione in ruolo negli uffici pubblici e
quindi anche ai fini pensionistici. Non bisogna
dimenticare poi tutto il variegato settore delle
Amministrazioni locali, comprese Comunità montane e altri
enti pubblici. Ho letto che in alcune regioni i parlamentari
regionali godono di benefici maggiori di quelli nazionali.
Il punto, almeno per me, è che non sono abbastanza
addentro alla materia che certamente è complessa e
bisognerebbe che mi ci mettessi seriamente prima di poter
dire qualcosa di pubblicamente valido (qui sto solo
scambiando due chiacchiere con Lei). Lessi all'inizio
della legislatura appena licenziata che il senatore Cesare
Salvi aveva presentato una proposta nel senso di una
revisione di tutta la materia, ma devo ammettere che non ho
approfondito la questione. Ora però credo che sia venuto il
momento di pensarci bene. Un primo passo può essere quello
di chiedere a un parlamentare di riferimento di dirci
onestamente quali sono i suoi introiti, i vantaggi di cui
gode all'interno delle Camere (pranzi e servizi a basso
costo, eccetera) e fuori (viaggi gratuiti, telepass -forse
più di uno a testa- gratuiti, eccetera). Che ne dice?
Teniamoci in contatto.
13 aprile 2008 0:00 - FABRIZIO
Gentile Sig.ra Laldi, mi perdoni ma ero convinto che
Lei fosse una parlamentare e comunque questo non cambia il
succo del mio intervento.
In merito alle proposte
della on.le Santanché, credo che non siano poi così
elettorali in quanto lo stipendio di un parlamentare oggi mi
risulta essere di circa 4500 euro e questi verrebbero
ridotti a circa un terzo e di questo parla la Santanché,
non certo dei "rimborsi" che invece non fanno
parte dello stipendio ma che contrinuiscono a "sgravare
totalmente" il parlamentare da ogni spesa.
Non dimentichiamo che i parlamentari hanno già TUTTO gratis
(cinema, treni, aerei, teatri, auto, cliniche, pranzi,
ecc.)oltre ai rimborsi elettorali, compensi per portaborse,
ecc. Togliere loro "solo" circa 3200 euro non
li manderà certo in rovina.
Io invece avrei una
proposta diversa: Io stabilirei che chi oggi va in
politica lasciando un lavoro dipendente (o mettendosi in
aspettativa) possa ottenere dallo stato l'esatto importo
che ha lasciato, né più, ne meno.
Un direttore
d'azianda o un operaio vanno a fare i parlamentari ?
Benissimo, darò loro lo stesso stipendio e
continuando a pagre gli stessi contributi come se
lavorassero. A fine legislatura se ne tornano a
lavorare oppure si fanno rieleggere.
Naturalmente, dato che mi rendo che un operaio con 1000 euro
non può fare il parlamentare a Roma, continuerei a dargli i
rimborsi spese ma non "a pioggia" come oggi accade
bensì dietro precise convenzioni con ristoranti, alberghi,
ecc.
Quindi, all'operaio che andrebbe a fare
il parlamentare, invece di dare 10 o 20mila euro darei dei
tiket per andre a pranzare, per alloggiare in albergo, per
prendere treno o aereo e per il taxi.
Serve altro
? Direi di no !
PS: Ovviamente stessa
cosa per sindaci e assessori nei comuni. E' ora di
finirla con gente che vive di politica ! La politica
uno la deve sentire come una missione, non come un mezzo per
arricchirsi alle spalle dei contribuenti !!!
10 aprile 2008 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
PER IL SIGNOR FABRIZIO. Interessanti le Sue
osservazioni. Ma devo correggerLa su un piccolo dettaglio:
io non sono affatto parlamentare, né lo sono mia
stata. Comunque, su una revisione di stipendi, rimborsi
spese e pensioni ai parlamentari sono d'accordo anche se
la drasticità che Lei attribuisce all'onorevole (lei
sì che è parlamentare) Santanché mi sembra una penosa
trovata elettorale. Anche perché l'onorevole medesima
poteva avanzare una proposta di legge in tal senso, magari
un tantino più equilibrata, cosa che mi sembra non abbia
mai fatto (ho consultato l'elenco ufficiale delle
proposte di legge firmate da questa deputata e non ho
trovato niente del genere).
9 aprile 2008 0:00 - FABRIZIO
All'intervento della Sig.ra Laldi vorrei replicare in
due punti per i quali ella mi dà spunto:
1°
punto, motivazione del canone:
Credo che più che
fare un elenco sterile ma anche sterminato di apparati
"atti o adattabili" occorra spostare il problema
da un'altra parte:
Motivazione del tributo,
sua applicazione e soprattutto destinazione del gettito.
Tutti questi aspetti sono ormai Kafkiani e assurdi in un
susseguirsi di paradossi comprensibili anche da un
bambino.
Una TV di stato che informa, innanzi
tutto dovrebbe essere gratuita. Si é mai visto che per
conoscere l'andamento dei lavori parlamenteri si debba
pagare ? Ma quando la TV di stato, oltre ad informare,
costringe a sorbirsi pubblicità con la quale ella stessa si
finanza, cessa di essere TV di stato e a maggior ragione
deve confontarsi col mercato e sul mercato nessuno mi può
obbligare a "consumare" un bene o un servizio e
tantomeno a pagarlo se neppure mi interessa.
Conclusione: cosé il canone se non una tassa sul nucleo
familiare ? E infatti é proprio dagli stati di
famiglia, presi dalle anagrafi, che si attribuisce la
obbligatorierà. Infine, a chi PRO il canone ?
Perché RAI e non ad esempio l'agenzia entrate più in
generale, se proprio tassa deve essere ? Qualcuno me lo
deve spiegare e mi deve spiegare se oltre all'ALITALIA
(che non uso) devo mantenere anche la RAI (che non
seguo).
2° punto, i canoni in altri paesi:
Questa storiella del confronto cogli altri paesi
comincia a stufarmi !!!
L'altro giorno, per
radio, ad un funzionario della motorizzazione si chiedeva
come mai il costo della revisione auto era passato da 45 a
65 euro con una aumento oltre il 30%. Il giornalista
faceva presente che quando la revisione era ancora decennale
(fino al 1998) si faceva un piccolo versamento (circa 10mila
lire di allora), mentre appena passò la legge dei 4 e poi
dei 2 anni, di colpo passò a circa 38 mila lire. 38
mila lire che con l'euro diventarono nel 2002 38 euro,
poi 45 e oggi sono 65.
A prescindere che 65 euro
per revisionare una Ferrari o una Mercedes non sono
paragonabili ai 65 euro per un cinquantino (che ne paga 19
di bollo) resta il fatto che il dirigente rispose che
dobbiamo allineare costi e tributi all'Europa e che in
Germania le revisioni costano appunto 65 euro.
BENISSIMO !!!!!!
Vorà dire che anche il mio
stipendio dovrà venire allineato allo stipendio tedesco
!
Mi piacerebbe sapere come farà la FIAT a
pagare ad un operaio di Mirafiori lo stesso stipendio che
paga la Volksvagen e che é appunto esattamente il doppio
! La stessa cosa dicasi per lo stipendio di un
insegnante tedesco o francese che assomma a circa 3000- 3500
euro !!!
Tasse da Europei e stipendi da Argentina
????
Si, ma solo per noi visto che i parlamentari
e tutti i funzionari di regioni, province e comuni si danno
da soli stipendi da Governatore dello stato della California
!!!!
Morale:
Sig.ra Laldi, invece
che stendere un elenco di apparati "atti o
adattabili" Lei che é parlamentare, appoggi la
proposta della Santanché per dare 1300 euro ai parlamentari
(e a tutti i funzionari vari) !!!
Così sapranno
come (NON) si fa a vivere e a mantenere anche solo 1 figlio,
con un tale stipendio !!
8 aprile 2008 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
State facendo un lavoro veramente prezioso non solo per il
singolo cittadino, ma proprio per tutto lo Stato. Infatti è
importante che in ogni cosa vi sia la certezza del diritto,
che, nel fatto dell'abbonamento/canone/tassa Rai, si
manifesta in un elenco ufficiale preciso degli apparecchi
soggetti ad esso. L'elenco deve essere stilato
assolutamente e immancabilmente dalle autorità competenti,
magari con la riserva di un aggiornamento annuale o biennale
da pubblicarsi in una data utile per consentire il pagamento
della tassa, che va effettuato entro il 31 gennaio di ogni
anno. Questo perché l'evoluzione delle tecnologie nel
settore non consentono più di accontentarsi della dizione
della legge del 1938, "apparecchi atti o
adattabili", che si riferiva principalmente, se non
esclusivamente agli apparecchi radio (la televisione era di
là da venire!). Nel 1938 quegli eventuali apparecchi non
avevano un nome (sennò lo avrebbero menzionato), ma oggi vi
sono un mucchio di apparecchi ben definiti da un proprio
nome (e con una propria funzione), il cui possesso la RAI
vorrebbe sfruttare per incassare soldi molto probabilmente
nient'affatto dovuti. Quindi, continuiamo ad
esigere da chi di dovere un elenco dettagliato degli
apparecchi che, oltre il televisore vero e proprio, siano
obbligati a pagare questa che tassa che comunque resta esosa
e ingiusta. Desidero aggiungere anche che la RAI è
falsa quando si lamenta che prende pochi soldi dagli
abbonati perché la tassa (106 euro) è la più bassa
dell'Europa. E' vero in termini assoluti, ma non in
termini relativi, perché all'estero, per esempio, in
Francia (116 euro) e in Germania (204,36 euro), gli stipendi
sono più alti che in Italia, e quindi in proporzione la
tassa TV incide meno sulle spese domestiche.