COMMENTI
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7 maggio 2008 0:00 - stefano meraviglia
"La fuffa che viene fatta è tipica italica. E voi fate il gioco dei potenti.
I potenti che prima li vedi in BMW, poi li vedi a presentare il certificato di esenzione del ticket. Quelli che hanno il fuoribordo e dichiarano 8.000 euro annui.
Il tuo barista che è povero più della sua stessa colf. E così via.

La logica del vicino che controlla non mi dispiace. Almeno qualcuno lo fa."


Non posso che essere d'accordo!
I redditit dovrebbero essere pubblici, non capisco quali siano i problemi legati ad una loro pubblicazione online.

Ma forse poi tutti saprebbero quanto evade il vicino e questo è un problema...
6 maggio 2008 0:00 - Rk
Per nulla d'accordo.

Cosa c'è da nascondere?

Ho visto i dati che circolano su internet, solo per capire quali sono le informazioni date.

Si tratta di nome, cognome, data di nascita e imponibile.
Non sono dati che consentono di ottenere informazioni delicate quali indirizzo, codice fiscale (manca il luogo di nascita), residenza, etc.

La fuffa che viene fatta è tipica italica. E voi fate il gioco dei potenti.
I potenti che prima li vedi in BMW, poi li vedi a presentare il certificato di esenzione del ticket. Quelli che hanno il fuoribordo e dichiarano 8.000 euro annui.
Il tuo barista che è povero più della sua stessa colf. E così via.

La logica del vicino che controlla non mi dispiace. Almeno qualcuno lo fa.
6 maggio 2008 0:00 - APS x Sigfrido
E' inutile riportare quella legge. Le norme in contrasto a leggi successive, e la legislazione sulla privacy è successiva, devono intendersi non applicabili. Il garante della Privacy ha ribadito che Visco doveva coordinarsi con il Garante stesso per verificare le modalità applicabili, non lo ha fatto quindi ha torto. Inoltre, una cosa è dire che i dati sono pubblici, una cosa è diffonderli a mezzo internet.
6 maggio 2008 0:00 - FABRIZIO
".....E' DAL 1972 CHE LE DICHIARAZIONI DEI REDDITI SONO PUBBLICHE E ACCESSIBILI A TUTTI...."

***************************************

Si, ma devo andare all'agenzia entrate (prendere ferie, magari), prendere un numerino, presentare un documento, chiedere di vedere la tal dichiarazione e magari anche sentirmi chiedere il motivo (anche se opzionale).

Sbandierare tutti quegli elenchi alla berlina é tutt'altra cosa !
E ce ne renderemo conto presto !
6 maggio 2008 0:00 - Passante
La pubblicazione risponde solo all'esigenza di morbosa curiosità, di farsi i fatti degli altri.
Non avrà alcuna rilevanza sul controllo dell'evasione fiscale.
I dati personali (anche se non sensibili) vanno protetti comunque!!
6 maggio 2008 0:00 - Paolo 1
La penso assai piu' come Sigfrido che come Moretti.
E' un peccato che il dibattito si divida in tanti rivoli diversim c'e' il rischio di dover ripetere le stesse cose in tre o quattro thread.
Una osservazione inedita: la lentezza del fisco: Visco ha messo online i redditi del 2005, roba di tre anni fa ...
Sigfrido riporta la norma per cui gli elenchi con alcuni dati dei contribuenti sono accessibili a tutti, e senza spese; ahime' a me a Parma all'Agenzia delle entrate l'hanno scorso hanno risposto picche, che da anni non ricevevano i "libroni" con gli elenchi in questione, e quest'anno hanno risposto che non sono libero di consultare quei dati, ma posso solo presentare domanda scritta al direttore con le mie generalita' e i motivi per cui voglio vedere quei dati, e se al direttore il motivo sembrera' valido, puo' darsi che mi accontenti (e' evidente che questo conferisce alla AE un potere discrezionale con cui puo' facilemente impedire l'accesso ai dati, anche perche' nessuno ha saputo indicarmi un documento o URL contenenti l'elenco dei motivi validi, il che significa che parte delle norme viene tenuta segreta), mentre non saprebbero nulla su come vedere i dati di altri comuni, ne' a chi potrei chiederlo. Infatti uno dei vantaggi della diffusione online e' che per vedere i dati dei contribuenti di una localita' lontana mille chilometri, non occorre andarci di persona, con enormi sprechi di tempo e denaro, ma si puo' farlo da casa.
Quanto al ricorso alla delazione per combattere l'evasione fiscale, mi meraviglia che individui che si presumono competenti in materia possano fare delle affermazioni cosi' campate in aria. La legge italiana e' molto ambigua riguardo alle denunce anonime recapitate alla magistratura, da quanto mi e' sembrato di capire i giudici debbono ignorarle, ma se vogliono possono tenerne conto (e' quanto scritto sui codici!), mentre riguardo alle delazioni e al 117 sara' bene mettersi in testa che in Italia l'istituto della cosidetta "segnalazione" (di cui si sente spesso parlare in appelli massmediatici ai cittadini perche' collaborino con le forze dell'ordine) non esiste, basta andare a leggersi il sito della polizia di stato e si capira' che esistono solo la denuncia, la querela e l'esposto, diversi per il tipo di reato o la situazione cui si riferiscono, ma la "segnalazione" non esiste, e se si telefona al 117 (lo stesso vale per il 112 e 113) bisogna poi passare a mettere tutto per iscritto, e se si arriva al processo, o anche prima, la controparte viene a sapere chi ha fatto la segnalazione, quindi non c'e' nulla di anonimo (anche se tutto cio' mi sembra in contrasto con quella norma di legge che impone a qualsiasi agente di polizia di riferire alla magistratura l'esistenza di reati, comunque ne sia venuto a conoscenza, quindi, a me sembra, anche senza che gli sia pervenuto nulla di scritto e di firmato). Il peggiore difetto della non esistenza della segnalazione combinato con il passaggio nel processo dal rito inquisitorio in cui e' il giudice a ordinare tutte le indagini necessarie per giungere all'accertamento della verita') al rito accusatorio (in cui e' l'accusa ad aver raccolto tutte le prove gli imputati da esporre poi in sede dibattimentale, immaginatevi le difficolta' per un poveraccio a 800 euro al mese a fare una bella indagine chesso' su Berlusconi, senza poter utilizzare la polizia di cui dispone la magistratura, ma non il privato cittadino, e il tutto senza violare le norme sulla privacy) e' che oggi come oggi e' impossibile "segnalare" alle forze dell'ordine un fatto che potrebbe costituire una pista investigativa, un qualcosa su cui la polizia potrebbe sviluppare un'indagine, solo al termine della quale si potrebbe essere in grado di stabilire se ci si trovi di fronte o meno a dei reati e si potrebbero aver raccolto tutte le prove necessarie per poter portare il caso in tribunale. Mi spiego con un esempio facile facile: se ogni mattina vedo uscire da una casa un sacco di donne con un certo aspetto, magari con l'aria esotica, se potessi segnalarlo alla polizia questa potrebbe, ma solo dopo accurate indagini che solo essa puo' fare (il privato non puo' chiedere documenti di identita', ne' fare pedinamenti, ne' perquisizioni, ne' chiedere l'assistenza di polizie straniere) potrebbe scoprire chesso' un caso di immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione, ma non potendo fare una segnalazione del genere, e non potendo svolgere un'indagine esauriente perche' non ho i mezzi e i poteri della polizia, non posso fare niente se non stare a guardare.
Tornando a bomba, se il vicino ha una Mercedes, ma io non posso accedere alla sua dichiarazione dei redditi ne' tanto meno fare una bella indagine stile Guardia di Finanza, non potrei segnalare ne' denunciare ne' querelare ne' esporre un bel niente.
Per cui chi teme o spera che la delazione possa contribuire alla lotta contro l'evasione fiscale farebbe meglio a dare una ripassatina ai manuali di diritto.
Paolo
6 maggio 2008 0:00 - Raimondo
Ho letto i Vs post e quelli di altri siti: credo che serve un pò di chiarezza.

Innanzitutto il problema della trasparenza nella comunicazione pubblica viene regolata dalla legge 241/90. Salvo documenti coperti da segreto di Stato o d'ufficio, ogni cittadino ha diritto di accesso a tutti i documenti inerenti le amministrazioni dello Stato, le aziende autonom, gli enti pubblici ecc.
L'accesso è regolato da due modalità: una informale e una formale. Queste richieste possono essere prensentate presso l'URP del proprio comune.

Chi può esercitare il diritto di accesso?
Tutti i soggetti (cittadini, associazioni,imprese, ecc.) che dimostrino di avere un' "interesse giuridicamente rilevante" nei confronti dell'atto oggetto del diritto di accesso.
... e inoltre fondamentale che la richiesta di accesso debba sempre essere motivata.

Detto questo c'e' da considerare che non tutti hanno un computer, non tutti pur avendo un computer hanno internet, non tutti di quelli che hanno un computer e sanno usare internet sono riusciti ad arrivare a scaricare i redditi online.
Quindi pochi sanno e molti non sanno: sarebbe meglio forse che lo Stato fornisse gratuitamente l'ADSL a tutti prima di prendere certe iniziative riducendo di fatto il digital divide e visto che forse costerebbe troppo spedire per posta il formato cartaceo degli elenchi dei redditi, forse sarebbe stato meglio fare un pò più di informazione prima di divulgare in modo così estemporaneo i nostri redditi, in modo da attivare una discussione pubblica in merito come avviene in una società civile.

L'attuale situazione fa emergere quindi il solito modo di fare all'italiana: come avviene spesso un problema pratico, come la trasparenza nella comunicazione pubblica, si trasforma in due visioni del mondo, due ideologie e tanta demagogia.

A cosa servono quindi le leggi se nemmeno chi legifera le conosce? Massimo D'Alema e Visco su tutti, i quali continuano a dire una parziale verità.

L'Italia è stata battezzata da studiosi della comunicazione pubblica come "Il Paese dei Segreti" proprio per il modo in cui lo Stato ha gestito la cosa pubblica dal 1848 ad oggi.

Oggi dopo 18 ANNI e dico ANNI dalla legge 241 si sveglia l'amministrazione pubblica e divulga tramite un mezzo non idoneo a mio modesto parere (perché internet non esisteva nel 1990) i redditi online.

Questo bisogno "svedese" di trasparenza a pochi giorni dall'insediamento del nuovo governo dovrebbe far pensare... inoltre perché aspettare il dopo elezioni per fare ciò, visto che legge nel quadro della comunicazione pubblica distingue l'identità amministrativa da quella politica?

Tante domande, poche risposte tanta sufficienza nel trattare dati così preziosi.

Rendere i redditi online potrebbe essere superfluo per chi magari lavora come dipendente nel settore pubblico (perché gli stipendi sono stabiliti in base al livello) o potrebbe essere utile per chi da libero professionista dichiara così poco da non giustificare le sue presunte proprietà (creando poi tra le altre cose un problema culturale, un paese di vicini sentinelle spioni pronti a denunciare il commerciante di fronte) che posso pure accettare. Ma quanto la conoscenza dei redditi degli altri colleghi nel settore privato mette in evidenza disparità di retribuzione derivante da una contrattazione "privata" tra il datore di lavoro e il dipendente o chi viene assunto, questo può generare problemi sociali di cui Visco e Co. non hanno tenuto in considerazione gli effetti. Questi non hanno problemi di adeguamento retributivo tra colleghi visto che non c'e' molta differenza tra chi guadagna 250.000 e chi 200.000 euro : sempre ricchi sono.
Ma tra chi guadagna 40.000 euro e chi 27.000 euro la differenza c'e': si crea il risentimento di chi (invidioso e pure frustrato) non prende come il collega di fronte (il quale magari si è sudato quello stipendio: studiando più di lui, prendendo una laurea, fornendo una disponibilità per anni all'azienda, la quale non può che riconoscergli un compenso adeguato alle proprie prestazioni e al proprio merito).

Le conseguenze sono scontate: fila davanti la porta del capoufficio per chiedere un adeguamento retributivo e aumento contrattuale svanito per chi onestamente e faticosamente ha oggi il proprio superminimo più alto di altri.

Complimenti!
6 maggio 2008 0:00 - Giorgio Nardari - Oderzo - TV
Un fatto è certo. La maggior parte dei grandi patrimoni degli Italiani sono derivati dal "non pagare le imposte e tasse" ed esistono aziende che vivono di sola evasione fiscale.
La legislazione è faraginosa e collusa con gli evasori e talvolta resa inaplicabile da altre norme come i "diritti del contribuente" che limitano l'operatività della GdF,ch'è una vera protezione per gli evasori.
Oggi denunciare un evasore fiscale si è condannati alla morte civile. Lo dico per esperenza personale. Amici, parenti, istituzioni ti considerano una persona "indegna". Ho denunciato un Senatore della XV Legislatura, con prove certe. L'ho accusato di essere maggiormente disonesto perchè da Parlamentare in carica contemporaneamente era ladro/evasore e Carabiniere/Senatore.
Oggi mi trovo con tutte le mie povere propietà ( casa e automobile) soggette a "SEQUESTRO CONSERVATIVO ANTE CAUSAM".

Voi invocate la privacy dei reddi on-line.

IO vivo in un paese dove l'evasione fiscale è la norma e solo chi evade ha un tenore di vita gradevole.
Gli altri "tirare cinghia", come si suol dire. Ma venite a vedere i poveri contribuenti da 30/40 mila Euro con automobili da 70/100 mila euro nuove ogni anno.

Ma gli elenchi dei contribuenti dovrebbereo essere pubblicati ogni anno sul Albo Pretorio di ogni comune perchè chi dimostra richezza dimostri anche ch'è onesto con Cesare.
Giorgio Nardari - Oderzo TV [email protected]
6 maggio 2008 0:00 - sigfrido
E' DAL 1972 CHE LE DICHIARAZIONI DEI REDDITI SONO PUBBLICHE E ACCESSIBILI A TUTTI.

Dpr 600 del 1973
Articolo 69
Pubblicazione degli elenchi dei contribuenti.

1. Il Ministro delle finanze dispone annualmente la pubblicazione degli elenchi dei contribuenti il cui reddito imponibile è stato accertato dagli uffici delle imposte dirette e di quelli sottoposti a controlli globali a sorteggio a norma delle vigenti disposizioni nell'ambito dell'attività di programmazione svolta dagli uffici nell'anno precedente.

2. Negli elenchi deve essere specificato se gli accertamenti sono definitivi o in contestazione e devono essere indicati, in caso di rettifica, anche gli imponibili dichiarati dai contribuenti.

3. Negli elenchi sono compresi tutti i contribuenti che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi, nonché i contribuenti nei cui confronti sia stato accertato un maggior reddito imponibile superiore a euro 5.164,57 e al 20 per cento del reddito dichiarato, o in ogni caso un maggior reddito imponibile superiore a euro 25.822,84.

4. Il centro informativo delle imposte dirette, entro il 31 dicembre dell'anno successivo a quello di presentazione delle dichiarazioni dei redditi, forma, per ciascun comune, i seguenti elenchi nominativi da distribuire agli uffici delle imposte territorialmente competenti:
a) elenco nominativo dei contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi;
b) elenco nominativo dei soggetti che esercitano imprese commerciali, arti e professioni.

5. Con apposito decreto del Ministro delle finanze sono annualmente stabiliti i termini e le modalità per la formazione degli elenchi di cui al comma 4.

6. Gli elenchi sono depositati per la durata di un anno, ai fini della consultazione da parte di chiunque, sia presso lo stesso ufficio delle imposte sia presso i comuni interessati. Per la consultazione non sono dovuti i tributi speciali di cui al D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 648.

7. Ai comuni che dispongono di apparecchiature informatiche, i dati potranno essere trasmessi su supporto magnetico ovvero mediante sistemi telematici.

Dpr 633 del 1972
Articolo 66 Bis
Pubblicazione degli elenchi di contribuenti.

Il Ministro delle finanze dispone annualmente la pubblicazione di elenchi di contribuenti nei cui confronti l'ufficio dell'imposta sul valore aggiunto ha proceduto a rettifica o ad accertamento ai sensi degli articoli 54 e 55. Sono ricompresi nell'elenco solo quei contribuenti che non hanno presentato la dichiarazione annuale e quelli dalla cui dichiarazione risulta un'imposta inferiore di oltre un decimo a quella dovuta ovvero un'eccedenza detraibile o rimborsabile superiore di oltre un decimo a quella spettante. Negli elenchi deve essere specificato se gli accertamenti sono definitivi o in contestazione e deve essere indicato, in caso di rettifica, anche il volume di affari dichiarato dai contribuenti.

Gli uffici dell'imposta sul valore aggiunto formano e pubblicano annualmente per ciascuna provincia compresa nella propria circoscrizione un elenco nominativo dei contribuenti che hanno presentato la dichiarazione annuale ai fini dell'imposta sul valore aggiunto, con la specificazione, per ognuno, del volume di affari. Gli elenchi sono in ogni caso depositati per la durata di un anno, ai fini della consultazione da parte di chiunque, sia presso l'ufficio che ha proceduto alla loro formazione, sia presso i comuni interessati. Per la consultazione non sono dovuti i tributi speciali di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 648.

Gli stessi uffici pubblicano, inoltre, un elenco cronologico contenente i nominativi dei contribuenti che hanno richiesto i rimborsi dell'imposta sul valore aggiunto e di quelli che li hanno ottenuti.
6 maggio 2008 0:00 - massimo
Il numero e quindi il potere di chi non paga le tasse è superiore a quello di chi le deve pagare.L'unica soluzione sarebbe di mettere tutti nelle condizioni di poter scegliere di pagare, quanto pagare o non pagare: abolire il sostituto d'imposta.
5 maggio 2008 0:00 - FABRIZIO
"...... laddove non possono le istituzioni, chissa' che non possa il vicino....."

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Infatti, Visco é l'inventore del 117 !!!
Il "telefono dei delatori"
5 maggio 2008 0:00 - enrico
non posso che ondividere tutto, fino all'ultima virgola. Una visione del genere bisognerebbe augurarsela dai propi governati
5 maggio 2008 0:00 - Francesco Bastianelli
sottoscrivo in toto!!
E aggiungo che il comportamento di Visco (che non è iì Ministro dell'Economia e delle Finanze ma da tale si è sempre comportato nella legislatura che sta finendo) unito al silenzio di Tommaso Padoa Schioppa e di Prodi, denotano una aberrante confusione dei ruoli e una resa dello Stato di diritto.

Quanto alla possibilità per il vicino di segnalare l'evasione, è vero che l'invidia è un gran motore ... ma dubito che solo guardando la Mercedes del mio vicino comprata con il lightlease, io possa effettivamente intuire il retrostante reddito: come hanno insegnato le varie "lotte" all'evasione imbastite negli ultimi 30 anni, accertamenti induttivi e studi di settore lasciano il tempo che trovano ... mentre i veri "signori" (quelli che fanno dell'understatement una filosofia di vita) hanno tutto da perdere dalla SPARATA della Age.Entrate ...
Nella migliore delle ipotesi avranno i Promotori finanziari di mezza italia addosso come mosche sul miele, nella peggiore delle ipotesi qualcuno busserà alla loro porta per chiedere il pizzo!!
5 maggio 2008 0:00 - lo
finalmente una visione reale dei nostri poveri redditi di pensionati, siamo più ricchi di molti e confrontandoli specialmenti con quei 'imprenditori, gioellieri,commercianti,medici, ammini-stratori di condomini. E' normale l'evasione, poi alla fine le grosse cifre di decine di milioni si riducono al 15% con pagagamento reteale vedi cantanti, piloti, calciatori ....
che cosa la fà la guardia di finanza che tutela probabilmente i grandi...
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