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22 luglio 2008 0:00 - Aldo GARUTI
Nell’articolo "Agcom-Robin Hood contro Tar-sceriffo di Nottingham? Un quadro poco convincente", di Domenico Murrone, pubblicato sul sito dell’associazione di tutela dei consumatori “ADUC” nel forum “Dì la tua” in data 08/072008, si osserva come il quadro istituzionale che regola tutto il settore delle telecomunicazioni (TLC), in effetti, non sia molto convincente (http://www.aduc.it/dyn/dilatua/dila_mostra.php?id=226163&ta bella=TOTDocs).

Tale impressione si evince soprattutto in riferimento a quanto illustrato nell’interessante articolo “C'è il Tar al telefono” di Alessandro Longo, pubblicato sul settimanale “L’ESPRESSO” lo stesso 08/07/2008, che evidenzia come il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, competente nel valutare la legittimità degli atti dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), blocchi sistematicamente le delibere della stessa AGCOM che più tutelano i consumatori, avvantaggiando i gestori telefonici (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Ce-il-Tar-al-telefo no/2032193).

Viene, quindi, da porsi una domanda: quali interessi, in concreto, difende il TAR del Lazio? Quelli della generalità dei consumatori o quelli della particolarità delle grosse aziende a danno dei consumatori?

L’assoluta evidenza dei fatti dimostra, peraltro, che l’AGCOM è un’Autorità molto debole, rispetto ai potentati politico-economici di casa nostra, e le imprese e la politica del Bel Paese, com’è noto, mal sopportano le regole.

Ma, per capire meglio la situazione, proviamo ad analizzare chi sono i membri di questa Authority, cominciando dal suo Presidente (http://www.agcom.it/intro_/presid_calabro.htm).

Il PRESIDENTE dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è il Dott. Corrado Calabrò, nato nel 1935 a Reggio Calabria, giurista di prestigio e magistrato, oltre che noto e apprezzato poeta, una persona colta e preparata, da sempre al servizio delle istituzioni.

Entrato giovanissimo per concorso (primo classificato) nella magistratura del Consiglio di Stato, ne è diventato Presidente di Sezione a 41 anni. Già consigliere dell'ISVAP, è stato Presidente dell'Associazione Magistrati del Consiglio di Stato dal Luglio 1999 al Settembre 2001, quando è stato nominato alla Presidenza del TAR del Lazio.

E’ stato nominato alla Presidenza dell’AGCOM con Decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, d'intesa con il Ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, e previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, il 9 maggio 2005.

Si noti che il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, nell’occasione hanno lasciato la seduta, astenendosi dalla votazione, in base alla LEGGE SUL CONFLITTO D'INTERESSI, in quanto Berlusconi e Letta erano (e sono) tra i maggiori azionisti del più grande gruppo editoriale del Paese (http://www.key4biz.it/News/2005/03/18/Tlc/Corrado_Calabro&# 39;_e'_il_nuovo_presidente_designato_dellAuthority_per_l e_tlc.html).

Il mandato del Presidente AGCOM è di sette anni e non è rinnovabile. Il Presidente rappresenta l'Autorità, convoca le riunioni degli Organi collegiali, ne stabilisce l'ordine del giorno, ne dirige i lavori e vigila sull'attuazione delle deliberazioni.

Dal 28 dicembre 2007, nominato dal Consiglio dei Ministri del 2° Governo Prodi, Corrado Calabrò è diventato anche Presidente aggiunto del Consiglio di Stato, organo superiore della Giustizia amministrativa chiamato a decidere in ultima istanza (dopo il TAR) sulle delibere assunte dalla stessa AGCOM.

Per inciso, la sua nomina è avvenuta in sostituzione di Paolo Salvatore, Presidente del Consiglio di Stato dal 25 ottobre 2007 e successivamente coinvolto nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, tra i magistrati indagati per concorso in corruzione in atti giudiziari e abuso di ufficio (http://www.newsfood.com/Articolo/Italia/2008-02/20080201-No mina-Corrado-Calabro-presidente-aggiunto-Consiglio-Stato.asp ).

Sono numerose le cariche che ha ricoperto il giudice Corrado Calabrò, ex Presidente del TAR del Lazio sino alla sua nomina alla Presidenza dell’AGCOM e, attualmente, pure Presidente aggiunto del Consiglio di Stato, che, come si è detto, è il supremo organo che ha il compito di giudicare sulle decisioni proprio dello stesso TAR del Lazio. Ciò rappresenta una concentrazione di alti incarichi su una stessa persona alquanto sorprendente, in quanto istituzionalmente preposta ad esprimersi in sedi e ruoli diversi.

In un comunicato stampa congiunto del 01/02/2008, Elio Lannutti (ADUSBEF) e Rosario Trafiletti (FEDERCONSUMATORI), per le rispettive associazioni dei consumatori, hanno sollevato principi di correttezza istituzionale perché “non si può, con una mano, assumere decisioni al consiglio dell’Autorità delle TLC, mentre con l’altra possono essere promulgate dal Consiglio di Stato, che anche indirettamente può risentire del conflitto di funzioni tra le due alte cariche ricoperte, anche per non esporre la nomina ad un’eventuale impugnativa davanti al TAR del Lazio” (http://www.federconsumatori.it/news/wysiwyg_news/newseditor /ComunicatiMostra.asp?nid=20080201160301).

Senza voler nulla togliere ai meriti e alle indubbie capacità professionali del Dott. Corrado Calabrò, che non s’intendono affatto mettere in discussione, si può considerare opportuno che una stessa persona sia presente ai massimi livelli in ruoli diversi e tra loro così vicini?

Si è trattato, in tutta evidenza, di una nomina di dubbia opportunità, come ben evidenziava Pier Luigi Tolardo in un articolo sul sito Internet del notiziario informatico e delle TLC “ZEUS NEWS” già il 20/03/2005, appena dopo l'indicazione del magistrato alla Presidenza dell'AGCOM, avvenuta il 18 marzo 2005 ad opera dell’allora Vice Presidente del Consiglio, Gianfranco Fini, quando il Dott. Calabrò era alla Presidenza del TAR del Lazio (http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=3970&numero =999).

Il Governo Berlusconi e, soprattutto, il Ministro della Giustizia Roberto Castelli hanno sempre sostenuto l'incompatibilità tra incarichi giudiziari e qualsiasi altro incarico. E’ alquanto strano, perciò, che proprio gli esponenti di quel Governo abbiano creato questa situazione così anomala, loro che hanno sempre sostenuto la necessità che i giudici non facciano politica o che non assumano responsabilità politico amministrative dopo aver lasciato da poco l'incarico giudiziario.

Il problema che ci si poneva già allora, sottolineo ancora, è che le decisioni del Presidente dell'Authority possono essere impugnate davanti a quel TAR del Lazio che aveva presieduto lo stesso giudice Corrado Calabrò sino al 2005.

In qualità di Presidente dell'AGCOM, inoltre, Calabrò stesso deve riprendere dossier e questioni su cui si era già espresso nelle funzioni di Presidente del TAR del Lazio: come può essere indipendente rispetto a se stesso e alle sue decisioni?

E quando smette le vesti di Presidente dell'Authority ed indossa quelle di Presidente aggiunto del Consiglio di Stato, adesso, dovrà anche giudicare sulle disposizioni che ha emanato sempre lui stesso come Presidente dell'AGCOM?

Pare, infatti, inevitabile che, prima o poi, il Dott. Calabrò debba giudicare se stesso.

Ci può essere o no, ragionevolmente, indipendenza di giudizio da parte di una stessa persona che, per quanto integerrima, ricopre tante e così autorevoli cariche istituzionali contemporaneamente?

Esiste un evidente, gravissimo, insanabile conflitto, già a suo tempo sollevato (come ricordato prima) da alcune associazioni di consumatori.

Si può ritenere ragionevolmente INDIPENDENTE un’Autorità così composta?

All’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, come si può leggere nello stesso Sito dell’Autorità, le due Camere del Parlamento hanno nominato ciascuna quattro Commissari diversi, che risultano (nella quasi totalità) membri vicini al Governo e/o rappresentanti di quel mondo imprenditoriale che sono portatori d’interessi di parte, che non coincidono affatto con quelli della maggior parte degli utenti di TLC ma, anzi, ne sono l’esatta contrapposizione (http://www.agcom.it/intro_/membr_.htm).

Come ha efficacemente spiegato l’On. Antonio Di Pietro, nel video su “YouTube” del 2 febbraio 2008 dal titolo “L'indipendenza dell'AGCOM”, questa Authority, in effetti, può essere considerata un “controllore” che viene nominato dal “controllato” affinché nessuno disturbi il “manovratore” (http://it.youtube.com/watch?v=JyhHY3gfE3Y).

Vediamo, brevemente, i profili degli 8 COMMISSARI che integrano il Consiglio dell’Autorità, costituiti rispettivamente presso la Commissione Servizi e Prodotti (CSP) e la Commissione Infrastrutture e Reti (CIR). Con un paio di (lodevoli) eccezioni, si può notare che sono tutti esponenti di partito, tra cui due Sottosegretari dello stesso Governo che li ha nominati, che difficilmente si metteranno mai contro il medesimo; sono, cioè, quasi tutti politici schierati, anziché tecnici, a ricoprire posizioni che, invece, dovrebbero essere distanti e, eventualmente, critiche verso il Governo per garantire la par condicio nelle campagne elettorali e l’adozione di opportune misure nel settore TLC (http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=3970&numero =999):

- Comm. CSP On. Giancarlo Innocenzi Botti, nato a Verona il 19 agosto 1945, laureato in Economia e Commercio, ex direttore dei servizi giornalistici di Canale 5 – Italia 1 – Rete 4 ed ex Sottosegretario di Stato al Ministero delle Comunicazioni dal 2001 al 2005 di Forza Italia, di cui si riferirà più avanti;

- Comm. CSP Dott. Sen. Michele Lauria, nato ad Enna il 9 novembre 1942, laureato in Filosofia, ex Sottosegretario di Stato per le Poste e Telecomunicazioni nel governo Prodi, nel 1° e 2° governo D'Alema e nel 2° governo Amato, è stato Vice Presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, ex DC, poi della Margherita;

- Comm. CSP Avv. Sebastiano Sortino, nato a Sortino (SR) il 9 settembre 1938, laureato in Giurisprudenza, dal gennaio 1977 è stato direttore generale della Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG), tecnico di livello, esperto di tetti pubblicitari, un uomo di fiducia degli industriali, designato dall’opposizione di Centro-Sinistra;

- Comm. CSP Dott. Gianluigi Magri, nato a Bologna il 15 settembre 1955, medico chirurgo specialista in Medicina interna e Cardiologia, ex Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze del 2° Governo Berlusconi, della DC, poi del CCD e dell’UDC;

- Comm. CIR On. Enzo Savarese, nato a Brescia il 3 gennaio 1953; laureato in Giurisprudenza, specializzatosi poi in Business e Finanza presso la New York University, responsabile delle relazioni internazionali dell’Alitalia fino al 1994, quando viene eletto deputato di AN, di cui è stato capogruppo presso la Commissione Trasporti e Telecomunicazioni, amico e fedelissimo dell’ex Ministro Gasparri; dal 2004 è Consigliere di amministrazione di Atesia SpA di Roma;

- Comm. CIR Sen. Roberto Napoli, nato a Battipaglia (SA) il 18 aprile 1950, medico chirurgo specializzato in Medicina Legale e delle Assicurazioni e in Medicina del Lavoro, nel 1994 è stato eletto al Senato ove è stato ex Presidente di gruppo parlamentare UDEUR; nella XIII Legislatura è stato primo firmatario di numerosi disegni di legge in materia di telecomunicazioni;

- Comm. CIR Cons. Nicola D'Angelo, laureato in Giurisprudenza nel 1983, in rappresentanza del Ministero delle Comunicazioni è stato membro del Consiglio di amministrazione della Stet e di Telecom Italia; poi magistrato al TAR della Campania, ex consigliere giuridico del Ministro delle Comunicazioni, Capo Ufficio Legislativo del Ministero del Commercio con l’Estero, Capo Ufficio Legislativo del Ministero delle Riforme Istituzionali, professore presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università LUMSA di Roma, ove insegna Teoria delle organizzazioni pubbliche, è autore di pubblicazioni nel settore giuridico e delle comunicazioni;

- Comm. CIR Prof. Stefano Mannoni, nato a Sondrio il 1 aprile 1966, professore ordinario di Storia delle Costituzioni moderne alla Facoltà di Giurisprudenza di Firenze e avvocato, editorialista de “Il Foglio” e de “Il Giornale”, designato dalla Lega Nord.

Il costituzionalista Prof. Mannoni si è distinto, tra l’altro, per aver fatto, a suo tempo, un tempestivo e singolare commento all’indomani della pubblicazione della sentenza della Corte di Giustizia Europea del 31/01/2008 in merito all’assegnazione delle frequenze occupate da “Rete 4” a scapito di “Europa 7”, che (com’è noto) è stata favorevole a “Centro Europa 7”, vincitrice di regolare gara d'appalto indetta dallo Stato italiano (http://oknotizie.alice.it/go.php?us=38a150b895eab4c6).

Su “Il Giornale” l’editorialista Stefano Mannoni ha prontamente dispensato una lettura (che si pretende) “senza pregiudizi” della suddetta sentenza, curiosamente simile al comunicato Mediaset, secondo la cui nota, emessa il giorno precedente, "quale che sia il contenuto della sentenza, questa non può comportare alcuna conseguenza sull’utilizzo delle frequenze nella disponibilità delle reti Mediaset, inclusa ovviamente Retequattro" (http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=238039).

Nell’articolo del 01/02/2008 firmato (testualmente) “Stefano Mannoni *Commissario Agcom”, dal titolo (pure testuale) “Sentenza frequenze Tv, non cambia nulla”, infatti, riprendendo nella sostanza la linea del gruppo Mediaset, si è riferito alla decisione della Corte di Giustizia Europea sul caso “Centro Europa 7”, affermando (ancora testualmente) che “le implicazioni della decisione sono più speculative che pratiche, insomma di quelle fatte per risvegliare un pigro dibattito accademico” (http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=238062).

Praticamente nulle sarebbero, dunque, le implicazioni della decisione della Corte del Lussemburgo, a detta dell’avvocato e Commissario AGCOM presso la Commissione Infrastrutture e Reti, Prof. Stefano Mannoni, docente costituzionalista e editorialista de “Il Giornale” di proprietà della famiglia del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

Per completare il quadro, riporto un breve ma significativo estratto dell’articolo “L’8 LUGLIO” del giornalista RAI Sandro Ruotolo, in merito al coinvolgimento del Commissario AGCOM On. Giancarlo Innocenzi Botti (ex dirigente Fininvest di cui sopra) nelle intercettazioni telefoniche di cui è stato oggetto anche il Presidente del Consiglio:

“NON MI RISULTA CHE... siano state prese decisioni su Giancarlo Innocenzi, membro dell'AGCOM, in ultrarapporti con Agostino Saccà, ex direttore della Fiction Rai, al centro dello scandalo che coinvolge il principe Silvio Berlusconi. E' una vergogna. Il ‘controllore’ pappa e ciccia con il ‘controllato’.”>

(Link all’articolo completo: http://sandroruotolo.splinder.com/post/17685272/%5B+L%27+8+L UGLIO+%5D%0ANon+mi+risulta).

L’attività dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni “è volta alla soluzione di questioni di particolare delicatezza e coinvolge rilevanti interessi economici di soggetti operanti nel settore delle comunicazioni. Per questo, l'Autorità ha adottato un CODICE ETICO che regola i principi generali a cui devono attenersi i dipendenti e i componenti dell'Autorità, che sono chiamati a tenere un comportamento ispirato a lealtà, imparzialità, diligenza e correttezza personale” (http://www.agcom.it/regol/cod_etico.htm):

“Art. 5. - Doveri di imparzialità
1. I Componenti e i dipendenti operano con imparzialità, senza indulgere a trattamenti di favore; assumono le proprie decisioni nella massima trasparenza e respingono indebite pressioni. Non determinano, né concorrono a determinare, situazioni di privilegio e non ne fruiscono.” (http://www.agcom.it/regol/cod_etico.htm#05).

“Art. 7. - Conflitto di interessi - Obblighi di astensione
1. I Componenti e i dipendenti, nell'esercizio delle loro funzioni, non assumono decisioni e non svolgono attività inerenti alle loro mansioni, ove versino in situazioni di conflitto di interesse.” (http://www.agcom.it/regol/cod_etico.htm#07).

I fatti esposti sono di assoluta gravità perché, tra gli altri compiti, proprio L’AUTORITÀ PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI (insieme all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato), in base alla legge Frattini, DEVE VIGILARE SUL CONFLITTO D’INTERESSI, cioè sul fatto che il Governo non favorisca attività imprenditoriali del Capo del Governo e della sua famiglia.

Perciò non resta che sperare in un intervento della Commissione Europea, ove si può ancora respirare un’aria diversa. Da noi, ormai, l’atmosfera è asfittica.


Genova, 21 luglio 2008

Aldo GARUTI


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Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge (articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana).
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