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2 agosto 2012 9:54 - Cepu
vito, smetta di considerare le attività del carrozzone pubblico televisivo. Si tratta di una dannata imposta tanto quanto IRPEF e IVA.

da wikipedia:
La Corte di Cassazione ha esplicitato la natura del canone di abbonamento radiotelevisivo:

« Non trova la sua ragione nell'esistenza di uno specifico rapporto contrattuale che leghi il contribuente, da un lato, e l'Ente Rai, che gestisce il servizio pubblico radiotelevisivo, dall'altro, ma costituisce una prestazione tributaria, fondata sulla legge, non commisurata alla possibilità effettiva di usufruire del servizio de quo[5] »
(Sentenza del 20 novembre 2007 n. 24010, Corte di Cassazione)

Pertanto l'imponibilità dipende esclusivamente dalla detenzione di un apparecchio, indipendentemente dall'effettiva ricezione dei programmi della Rai o dalla mancanza di interesse a riceverne[6]. La legittimità dell'obbligo è stata confermata anche da altre sentenze della Corte costituzionale[7] e della Corte di Cassazione[8].
1 agosto 2012 12:04 - vito5584
Posto che il canone RAI è una gabella di fascista memoria, ci si chiede perchè si debba pagare. Detto che, sia pur a malincuore io l'ho sempre pagato, trovo fortemente ingiusto trasformarlo in tributo in quanto un "canone" dovrebbe essere pagato da utenti che fruiscono di un servizio esclusivo. Vista la grande offerta televisiva gratuita (pagata dalla pubblicità) non si capisce il motivo per cui la RAI, che pure abbonda in spot pubblicitari, debba farsi pagare e per di più trasformando il canone in tassa di possesso. Se l'utente acquista l'apparecchio a spese sue e lo detiene in modo privato nell'abitazione perchè membri della stessa famiglia devono pagare più volte lo stesso servizio? Sarebbe come fare pagare la tassa automobilistica a tutti i passeggeri che potenzialmente possono occupare i posti auto. Diverso sarebbe se chi pretende il pagamento fornisse anche l'apparecchio televisivo. Allora si che sarebbe giustificato il canone. E comunque, visto che il cosiddetto "servizio pubblico" ci ammazza di pubblicità, allora perchè non decide di fornire un servizio "gratuito"? Come utente pagante a me non va l'idea che i soldi del contribuente vengano usati per pagare milioni a dirigenti che non ascoltano l'utente ma rispondono solo ai partiti.
27 luglio 2012 16:27 - Annapaola Laldi
Una parola sulla cosiddetta evasione. Quel 26,7% include ovviamente anche coloro che non hanno per davvero il televisore e quindi non si possono considerare evasori. Ragion per cui il tasso di evasione reale cala alquanto. Bisogna inoltre notare che la RAI pretende il pagamento di più canoni per uno stesso televisore, come accade nella case in cui coabitano più persone non legate dai vincoli di parentela previsti dalla legge. Se, per esempio, due amici abitano nello stesso appartamento e figurano sullo stesso stato di famiglia, devono, a rigore, pagare ciascuno un abbonamento anche in presenza di un unico apparecchio televisivo. Lo stesso vale per nuclei familiari formati da genitori/figli, che però sono distinti all'anagrafe, anche se di fatto conviventi in uno stesso appartamento. Si dice: è la legge, perché essa parla di "possesso", cioè di disponibilità dell'oggetto, e non di "proprietà" che indica invece colui che ne risulta legittimo proprietario (come per un'auto, ad esempio). Ma. con tutto ciò, non è una prepotenza lo stesso?
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