vito, smetta di considerare le attività del carrozzone
pubblico televisivo. Si tratta di una dannata imposta tanto
quanto IRPEF e IVA.
da wikipedia:
La Corte di Cassazione ha esplicitato la natura del canone
di abbonamento radiotelevisivo:
« Non trova la sua ragione nell'esistenza di uno specifico
rapporto contrattuale che leghi il contribuente, da un lato,
e l'Ente Rai, che gestisce il servizio pubblico
radiotelevisivo, dall'altro, ma costituisce una prestazione
tributaria, fondata sulla legge, non commisurata alla
possibilità effettiva di usufruire del servizio de quo[5]
»
(Sentenza del 20 novembre 2007 n. 24010, Corte di
Cassazione)
Pertanto l'imponibilità dipende esclusivamente dalla
detenzione di un apparecchio, indipendentemente
dall'effettiva ricezione dei programmi della Rai o dalla
mancanza di interesse a riceverne[6]. La legittimità
dell'obbligo è stata confermata anche da altre sentenze
della Corte costituzionale[7] e della Corte di
Cassazione[8].
1 agosto 2012 12:04 - vito5584
Posto che il canone RAI è una gabella di fascista memoria,
ci si chiede perchè si debba pagare. Detto che, sia pur a
malincuore io l'ho sempre pagato, trovo fortemente ingiusto
trasformarlo in tributo in quanto un "canone" dovrebbe
essere pagato da utenti che fruiscono di un servizio
esclusivo. Vista la grande offerta televisiva gratuita
(pagata dalla pubblicità) non si capisce il motivo per cui
la RAI, che pure abbonda in spot pubblicitari, debba farsi
pagare e per di più trasformando il canone in tassa di
possesso. Se l'utente acquista l'apparecchio a spese sue e
lo detiene in modo privato nell'abitazione perchè membri
della stessa famiglia devono pagare più volte lo stesso
servizio? Sarebbe come fare pagare la tassa automobilistica
a tutti i passeggeri che potenzialmente possono occupare i
posti auto. Diverso sarebbe se chi pretende il pagamento
fornisse anche l'apparecchio televisivo. Allora si che
sarebbe giustificato il canone. E comunque, visto che il
cosiddetto "servizio pubblico" ci ammazza di pubblicità,
allora perchè non decide di fornire un servizio "gratuito"?
Come utente pagante a me non va l'idea che i soldi del
contribuente vengano usati per pagare milioni a dirigenti
che non ascoltano l'utente ma rispondono solo ai partiti.
27 luglio 2012 16:27 - Annapaola Laldi
Una parola sulla cosiddetta evasione. Quel 26,7% include
ovviamente anche coloro che non hanno per davvero il
televisore e quindi non si possono considerare evasori.
Ragion per cui il tasso di evasione reale cala alquanto.
Bisogna inoltre notare che la RAI pretende il pagamento di
più canoni per uno stesso televisore, come accade nella
case in cui coabitano più persone non legate dai vincoli di
parentela previsti dalla legge. Se, per esempio, due amici
abitano nello stesso appartamento e figurano sullo stesso
stato di famiglia, devono, a rigore, pagare ciascuno un
abbonamento anche in presenza di un unico apparecchio
televisivo. Lo stesso vale per nuclei familiari formati da
genitori/figli, che però sono distinti all'anagrafe, anche
se di fatto conviventi in uno stesso appartamento. Si dice:
è la legge, perché essa parla di "possesso", cioè di
disponibilità dell'oggetto, e non di "proprietà" che
indica invece colui che ne risulta legittimo proprietario
(come per un'auto, ad esempio). Ma. con tutto ciò, non è
una prepotenza lo stesso?