Spiega l’Antitrust nel bollettino: “La pratica
commerciale, oggetto di contestazione nel caso in esame, è
quella risultante dall’insieme delle condotte omissive
poste in essere da Telecom nella commercializzazione del
proprio servizio di pagamento on-line denominato “Alice
Pay”. In particolare, a partire dal marzo 2007, il
professionista ha: abilitato automaticamente all’utilizzo
del servizio “Alice Pay” tutte le linee Adsl attivate a
propri clienti consumer, omettendo di informarne
adeguatamente i consumatori titolari di tali linee; omesso
di predisporre una specifica procedura di certificazione,
autenticazione o protezione del portale, al fine di
escludere la possibilità di accesso allo stesso da parte di
soggetti diversi dal titolare della linea telefonica”.
Di conseguenza, queste carenze hanno creato un meccanismo
ingannevole tale che “a un elevato numero di clienti
Telecom, titolari di linea Adsl, sono stati addebitati nella
bolletta telefonica importi, fino a 60 euro mensili (120
euro a bimestre), corrispondenti a transazioni effettuate
on-line da soggetti terzi e relative all’acquisto di
servizi/contenuti digitali offerti dai Content Service
Provider (CSP) partner del gestore telefonico”.
Per l’Antitrust, “l’omessa informazione in merito
all’attivazione automatica del servizio di pagamento
“Alice Pay” e la mancata previsione di specifiche
procedure di certificazione, autenticazione o protezione
dell’accesso al portale hanno pertanto falsato il
comportamento economico del consumatore in relazione al
servizio stesso, inducendolo a non assumere decisioni –
come la disabilitazione del servizio “Alice Pay” e la
tempestiva disattivazione dei servizi di fornitura di
contenuti digitali – che gli avrebbero altrimenti
consentito di evitare, o significativamente limitare,
l’addebito in fattura di acquisti effettuati on-line da
altri soggetti mediante l’utilizzo della sua linea
Adsl”. Da qui la sanzione di 150 mila euro per pratica
commerciale scorretta.