Notizia 10 settembre 2014
Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una
probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli
studi secondari ed è a rischio significativamente più alto
di non completare quelli universitari, di usare altre droghe
e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai
fumata.
Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su
Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud
conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da
parte di adolescenti, e che i risultati educativi più
scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi
usa la droga meno di una volta al mese.
Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che
hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata
sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli
autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry,
si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della
marijuana negli anni dell'adolescenza. I ricercatori hanno
esaminato una serie di aspetti dello sviluppo fino all'età
di 30 anni: completamento degli studi secondari,
conseguimento di una laurea, dipendenza dalla cannabis, uso
di altre droghe illegali, tentativi di suicidio, e
depressione. Gli adolescenti sotto i 17 anni che assumevano
cannabis quotidianamente avevano una probabilità di oltre
il 60% minore di completare la scuola superiore o
l'università, sette volte più alta di tentare il suicidio,
18 volte maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e
otto volte maggiore di usare altre droghe illegali più
tardi nella vita.
"I risultati sono particolarmente tempestivi, dato che
diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si muovono
verso la depenalizzazione o legalizzazione della cannabis,
che la renderebbero più accessibile ai più giovani",
scrive il principale autore dello studio, Edmund Silins. "Le
autorità devono essere consapevoli che un suo uso in
adolescenza è associato a una serie di esiti negativi sulla
salute, sul benessere e sull'affermazione personale",
aggiunge.
... il disagiato23 rappresenta la prova che tanto pattume
fumogeno dentro produce altrettanto pattume verbale
demenziale fuori....
8 febbraio 2017 11:57 - Starfighter23
MESSAGGIO PER TUTTI GLI SMANETTONI E HACKER VARI VOGLIAMO
SAPERE L'IDENTITA' DI QUESTO SCIACALLO DEI CENTRI DI
RECUPERO TALE ENNIUS4531 E DIVULGARLA SU QUESTE PAGINE,IL
DEFICENTE IN QUESTIONE E' 10 ANNI CHE FA LA PIU GRANDE
PROPAGANDA ANTICANNABIS MAI VISTA IN ITALIA FORNENDOSI DI
PUTTANATE DAL SUO TRAFFICANTE DI BUFALE DI FIDUCIA VINCENZO
DONVITO
DIAMO UN NOME E COGNOME A QUESTO FIGLIO DI PUTTANA CHE
ASSIEME AL SUO PADRONE DANNEGGIA TUTTI I PAZIENTI E
CONSUMATORI DI CANNABIS IN ITALIA,SCHERNENDO ADDIRITTURA
MALATI DI CANCRO E SLA
8 febbraio 2017 11:04 - ennius4531
Aduc
Legalizzazione cannabis. Cnr: rischi per sviluppo mentale
22 luglio 2016
.... il Dr. Vincenzo di Marzo (1) ricercatore del Cnr tra i
massimi esperti degli effetti che i cannabinoidi possono
avere sul fisico.
Esistono degli studi condotti sull`uomo che indicano che
l`utilizzo continuo, eccessivo, di preparati a base di Thc
possono portare ovviamente effetti sulla cognizione, sulla
memoria e sulla percezione anche di lunga durata", continua
Di Marzo.
Per Di Marzo "si possono avere dei disturbi anche profondi
dello sviluppo neuronale. Questo, ovviamente, ancora una
volta si verifica quando si utilizzano dosi molto elevate di
Thc.
Il Thc come molecola non è un attivatore molto potente dei
ricettori degli endocannabinoidi presenti nel cervello,
però è chiaro che se si consumano alte dosi di Thc si
possono avere degli effetti sullo sviluppo neuronale molto
profondi".
.......
(1) direttore di ricerca presso l'Istituto di. Chimica
Biomolecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche
(ICB-CNR) di. Pozzuoli, Napoli
Primo Ricercatore dell' Endocannabinoid Research Group dell'
Istituto per la Chimica di Molecole di Interesse Biologico
del CNR di Napoli.
E’ fra i 400 scienziati migliori del mondo secondo lo
European Journal of Clinical Investigation.
-------------
Ecco, una ulteriore conferma di quanto l'erba magica
comporti deficit cognitivi la possiamo arguire dalle
espressioni banditesche del disagiato23 ridottosi a
utilizzare la poca parte rimastagli che è quella....
demenziale. ....
8 febbraio 2017 9:51 - Starfighter23
MESSAGGIO PER TUTTI GLI SMANETTONI E HACKER VARI VOGLIAMO
SAPERE L'IDENTITA' DI QUESTO SCIACALLO DEI CENTRI DI
RECUPERO TALE ENNIUS4531 E DIVULGARLA SU QUESTE PAGINE,IL
DEFICENTE IN QUESTIONE E' 10 ANNI CHE FA LA PIU GRANDE
PROPAGANDA ANTICANNABIS MAI VISTA IN ITALIA FORNENDOSI DI
PUTTANATE DAL SUO TRAFFICANTE DI BUFALE DI FIDUCIA VINCENZO
DONVITO
DIAMO UN NOME E COGNOME A QUESTO FIGLIO DI PUTTANA CHE
ASSIEME AL SUO PADRONE DANNEGGIA TUTTI I PAZIENTI E
CONSUMATORI DI CANNABIS IN ITALIA,SCHERNENDO ADDIRITTURA
MALATI DI CANCRO E SLA
7 febbraio 2017 20:33 - ennius4531
Da Aduc 12 novembre 2014 10:52
USA - Uso di marijuana puo' far ridurre la massa cerebrale.
Studio.
. "E' una ricerca complessa e interessante che mostra come
l'utilizzo frequente di marijuana, soprattutto in giovane
eta', ha significative conseguenze negative sul cervello",
ha sottolineato Weiss, precisando che tali risultati
rappresentano una sfida alla convinzione diffusa che la
cannabis sia una droga innocua. ....." .
Ecco, una ulteriore conferma di quanto l'erba magica riduca
la massa cerebrale la possiamo arguire dalle espressioni
banditesche del disagiato23 ridottosi a utilizzare la poca
parte rimastagli che è quella.... demenziale. ....
7 febbraio 2017 19:20 - Starfighter23
MESSAGGIO PER TUTTI GLI SMANETTONI E HACKER VARI VOGLIAMO
SAPERE L'IDENTITA' DI QUESTO SCIACALLO DEI CENTRI DI
RECUPERO TALE ENNIUS4531 E DIVULGARLA SU QUESTE PAGINE,IL
DEFICENTE IN QUESTIONE E' 10 ANNI CHE FA LA PIU GRANDE
PROPAGANDA ANTICANNABIS MAI VISTA IN ITALIA FORNENDOSI DI
PUTTANATE DAL SUO TRAFFICANTE DI BUFALE DI FIDUCIA VINCENZO
DONVITO
DIAMO UN NOME E COGNOME A QUESTO FIGLIO DI PUTTANA CHE
ASSIEME AL SUO PADRONE DANNEGGIA TUTTI I PAZIENTI E
CONSUMATORI DI CANNABIS IN ITALIA,SCHERNENDO ADDIRITTURA
MALATI DI CANCRO E SLA
7 febbraio 2017 0:26 - ennius4531
Da Aduc ..
Notizia 10 settembre 2014
Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una
probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli
studi secondari ed è a rischio significativamente più alto
di non completare quelli universitari, di usare altre droghe
e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai
fumata.
Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su
Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud
conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da
parte di adolescenti, e che i risultati educativi più
scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi
usa la droga meno di una volta al mese.
Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che
hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata
sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli
autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry,
si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della
marijuana negli anni dell'adolescenza. I ricercatori hanno
esaminato una serie di aspetti dello sviluppo fino all'età
di 30 anni: completamento degli studi secondari,
conseguimento di una laurea, dipendenza dalla cannabis, uso
di altre droghe illegali, tentativi di suicidio, e
depressione. Gli adolescenti sotto i 17 anni che assumevano
cannabis quotidianamente avevano una probabilità di oltre
il 60% minore di completare la scuola superiore o
l'università, sette volte più alta di tentare il suicidio,
18 volte maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e
otto volte maggiore di usare altre droghe illegali più
tardi nella vita.
"I risultati sono particolarmente tempestivi, dato che
diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si muovono
verso la depenalizzazione o legalizzazione della cannabis,
che la renderebbero più accessibile ai più giovani",
scrive il principale autore dello studio, Edmund Silins. "Le
autorità devono essere consapevoli che un suo uso in
adolescenza è associato a una serie di esiti negativi sulla
salute, sul benessere e sull'affermazione personale",
aggiunge.
... il disagiato23 rappresenta la prova che tanto pattume
fumogeno dentro produce altrettanto pattume verbale
demenziale fuori....
6 febbraio 2017 22:04 - Starfighter23
MESSAGGIO PER TUTTI GLI SMANETTONI E HACKER VARI VOGLIAMO
SAPERE L'IDENTITA' DI QUESTO SCIACALLO DEI CENTRI DI
RECUPERO TALE ENNIUS4531 E DIVULGARLA SU QUESTE PAGINE,IL
DEFICENTE IN QUESTIONE E' 10 ANNI CHE FA LA PIU GRANDE
PROPAGANDA ANTICANNABIS MAI VISTA IN ITALIA FORNENDOSI DI
PUTTANATE DAL SUO TRAFFICANTE DI BUFALE DI FIDUCIA VINCENZO
DONVITO
DIAMO UN NOME E COGNOME A QUESTO FIGLIO DI PUTTANA CHE
ASSIEME AL SUO PADRONE DANNEGGIA TUTTI I PAZIENTI E
CONSUMATORI DI CANNABIS IN ITALIA,SCHERNENDO ADDIRITTURA
MALATI DI CANCRO E SLA
6 febbraio 2017 18:37 - ennius4531
Da Aduc 12 novembre 2014
10:52
USA - Uso di marijuana puo' far ridurre la massa cerebrale.
Studio.
. "E' una ricerca complessa e interessante che mostra come
l'utilizzo frequente di marijuana, soprattutto in giovane
eta', ha significative conseguenze negative sul cervello",
ha sottolineato Weiss, precisando che tali risultati
rappresentano una sfida alla convinzione diffusa che la
cannabis sia una droga innocua. ....."
Ecco, una ulteriore conferma di quanto l'erba magica
riduca la massa cerebrale la possiamo arguire dalle
espressioni banditesche del disagiato23 ridottosi a
utilizzare la poca parte rimastagli che è quella....
demenziale. ....
6 febbraio 2017 18:02 - Starfighter23
MESSAGGIO PER TUTTI GLI SMANETTONI E HACKER VARI VOGLIAMO
SAPERE L'IDENTITA' DI QUESTO SCIACALLO DEI CENTRI DI
RECUPERO TALE ENNIUS4531 E DIVULGARLA SU QUESTE PAGINE,IL
DEFICENTE IN QUESTIONE E' 10 ANNI CHE FA LA PIU GRANDE
PROPAGANDA ANTICANNABIS MAI VISTA IN ITALIA FORNENDOSI DI
PUTTANATE DAL SUO TRAFFICANTE DI BUFALE DI FIDUCIA VINCENZO
DONVITO
DIAMO UN NOME E COGNOME A QUESTO FIGLIO DI PUTTANA CHE
ASSIEME AL SUO PADRONE DANNEGGIA TUTTI I PAZIENTI E
CONSUMATORI DI CANNABIS IN ITALIA
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2 febbraio 2017 18:15 - ennius4531
STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI:
SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014
Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i
ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di
cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e
un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .
Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che
hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di
marijuana è stata collegata all’insorgere della
malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche
è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.
In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha
guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al
Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di
cannabis all’insorgere della psicosi.
I ricercatori hanno esaminato 410 pazienti di età compresa
tra i 18 e i 65 anni , due terzi dei quali di sesso maschile
, i quali hanno avuto un episodio psicotico e sono stati
ricoverati in unità psichiatriche.
E hanno scoperto che i maschi sono più propensi ad usare la
cannabis e per questo avevano una più giovane età alla
insorgenza della psicosi. L’età media al momento del
primo episodio psicotico per gli utilizzatori di sesso
maschile di cannabis era 26 anni, e per gli quelli di sesso
femminile era quasi 29 anni.
“Vorrei cercare di capire perché le persone usano
cannabis, cosa ricevono da questo utilizzo e poi
coinvolgerli spiegando loro come questo può causare danni
al cervello e aumentare il rischio di psicosi “, ha detto
la ricercatrice Marta Di Forti.
2 febbraio 2017 13:13 - ennio4531
I genitori “dovrebbero” fumare Cannabis davanti ai loro
figli? La risposta di un Professore di Psicologia
Mitch Earleywine, Ph.D., è professore di Psicologia presso
l’Università dello Stato di New York nella città di
Albany, la capitale.
Ha conseguito la Laurea alla Columbia University e il
dottorato presso l’Indiana University; il dottore
Earleywine ha effettuato oltre 100 pubblicazioni su riviste
scientifiche sulle dipendenze ed ha ricevuto borse di
ricerca presso l’Istituto nazionale per un’analisi
sull’abuso di alcool e l’alcolismo.
Dopo anni passati come ricercatore sull’alcol, il dottore
cominciò a insegnare ad un corso di laurea sulle droghe ed
il comportamento umano. Era entusiasta di condividere tutti
i pericoli dell’alcol con un folto gruppo di studenti
universitari.
Gli studenti, tuttavia, erano molto più interessati alla
Cannabis.
Desideroso di evitare di diffondere qualsiasi informazione
sbagliata, il dottore ha esaminato la ricerca nel settore, e
ciò ha portato a dare vita al suo libro “Understanding
Marijuana”.
Dopo aver esaminato tutta la scienza della cannabis, il
dottore sentiva che non poteva più stare a guardare mentre
la gente veniva spedita in galera per il possesso e l’uso
di cannabis.
La ricerca ha mostrato a milioni di persone che si può
usare cannabis in modo responsabile.
Le forze dell’ordine potrebbero usare il loro tempo in
modo più saggio per combattere il crimine violento reale; I
nostri sistemi giudiziari affollati potrebbero prendersi una
pausa.
Ma più importante di qualsiasi stima dei costi e dei
benefici, il dottore ritiene l’idea di punire le persone
per il possesso e l’uso moralmente sbagliata.
Un’intervista esclusiva di BILLBOARD ha intervistato il
dottore psicologo ponendogli domande che, nei nostri giorni,
affrontano tematiche fondamentali per quanto riguarda
l’educazione all’uso della Cannabis.
Contrariamente a quanto viene esposto da “esperti” e
“ricercatori” italiani, tra cui il primo ricercatore
sulla Cannabis del CRACIN di Rovigo, sulla cannabis – che
nelle loro dichiarazioni demonizzano l’uso personale,
paventando una coltivazione monopolistica per evitare
problematiche probabilmente infondate e ne scoraggiano
l’educazione all’uso corretto, cosciente ed indipendente
del cittadino – il Dottore Psicologo Earleywine ha
rilasciato una testimonianza molto forte ed improntata verso
il coinvolgimento sociale e l’interazione tra persone.
Leggiamo le sue parole:
Intervistatore Billboard: Se un genitore scopre suo figlio
che usa cannabis, quale sarebbe secondo lei il miglior modo
di agire?
Dr. Earleywine: I genitori hanno bisogno di parlare della
cannabis come parte di un dialogo più ampio che hanno con
loro figli adolescenti. I dati di Harvard rivelano che
fumare erba nei primi anni di vita può interferire nel
carattere rispetto all’effetto che ha sugli adulti, con un
cervello già formato. E’ necessario che vi sia un dialogo
con i figli per educare ad un uso responsabile,
preferibilmente da rinviare ad età adulta.
SAGER: La legge dice che i ragazzi possono fumare a 18 anni
negli Stati Uniti. Si tratta di una età adeguata?
Dr. Earleywine: No, a mio parere si dovrebbe autorizzare dai
24 anni. Detto questo, abbiamo troppa tradizione con alcuni
passaggi di età per invertire efficacemente il sistema. Se
a 18 anni di età si vuole usare la cannabis, io incoraggio
a farlo due volte al mese o anche meno e solo se si è di
buon umore o in compagnia. L’utilizzo di cannabis per
placare eventuali malumori in età precoce può portare ad
una difficoltà di contrasto personale in alcuni soggetti
più deboli. Gli unici adolescenti minorenni che dovrebbero
usare regolarmente cannabis sono quelli che hanno una
condizione medica in cui la cannabis sia un trattamento
efficace ed anche allora consiglio la vaporizzazione come
approccio migliore.
SAGER: Secondo lei va bene per i bambini e adolescenti
minorenni vedere i loro genitori fumare erba?
Dr. Earleywine: I bambini vedono i loro genitori usare
tranquillamente alcol e non per questo ne consegue una
problematica. Nascondere a loro il consumo di cannabis
sembra una situazione davvero strana a mio parere.
Suggerirei che una modellazione ed educazione su un uso
appropriato, anche che parta dalla famiglia, abbia il
potenziale per insegnare ai bambini ed agli adolescenti
minorenni buone capacità molto utili per più tardi nella
loro vita.
Questo articolo è originariamente apparso nel numero 28
gennaio di Billboard.
.
.
.
2 febbraio 2017 10:44 - ennius4531
Da Aduc ..
Notizia 10 settembre 2014
Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una
probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli
studi secondari ed è a rischio significativamente più alto
di non completare quelli universitari, di usare altre droghe
e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai
fumata.
Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su
Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud
conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da
parte di adolescenti, e che i risultati educativi più
scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi
usa la droga meno di una volta al mese.
Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che
hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata
sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli
autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry,
si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della
marijuana negli anni dell'adolescenza. I ricercatori hanno
esaminato una serie di aspetti dello sviluppo fino all'età
di 30 anni: completamento degli studi secondari,
conseguimento di una laurea, dipendenza dalla cannabis, uso
di altre droghe illegali, tentativi di suicidio, e
depressione. Gli adolescenti sotto i 17 anni che assumevano
cannabis quotidianamente avevano una probabilità di oltre
il 60% minore di completare la scuola superiore o
l'università, sette volte più alta di tentare il suicidio,
18 volte maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e
otto volte maggiore di usare altre droghe illegali più
tardi nella vita.
"I risultati sono particolarmente tempestivi, dato che
diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si muovono
verso la depenalizzazione o legalizzazione della cannabis,
che la renderebbero più accessibile ai più giovani",
scrive il principale autore dello studio, Edmund Silins. "Le
autorità devono essere consapevoli che un suo uso in
adolescenza è associato a una serie di esiti negativi sulla
salute, sul benessere e sull'affermazione personale",
aggiunge.
2 febbraio 2017 4:31 - ennio4531
I genitori “dovrebbero” fumare Cannabis davanti ai loro
figli? La risposta di un Professore di Psicologia
Mitch Earleywine, Ph.D., è professore di Psicologia presso
l’Università dello Stato di New York nella città di
Albany, la capitale.
Ha conseguito la Laurea alla Columbia University e il
dottorato presso l’Indiana University; il dottore
Earleywine ha effettuato oltre 100 pubblicazioni su riviste
scientifiche sulle dipendenze ed ha ricevuto borse di
ricerca presso l’Istituto nazionale per un’analisi
sull’abuso di alcool e l’alcolismo.
Dopo anni passati come ricercatore sull’alcol, il dottore
cominciò a insegnare ad un corso di laurea sulle droghe ed
il comportamento umano. Era entusiasta di condividere tutti
i pericoli dell’alcol con un folto gruppo di studenti
universitari.
Gli studenti, tuttavia, erano molto più interessati alla
Cannabis.
Desideroso di evitare di diffondere qualsiasi informazione
sbagliata, il dottore ha esaminato la ricerca nel settore, e
ciò ha portato a dare vita al suo libro “Understanding
Marijuana”.
Dopo aver esaminato tutta la scienza della cannabis, il
dottore sentiva che non poteva più stare a guardare mentre
la gente veniva spedita in galera per il possesso e l’uso
di cannabis.
La ricerca ha mostrato a milioni di persone che si può
usare cannabis in modo responsabile.
Le forze dell’ordine potrebbero usare il loro tempo in
modo più saggio per combattere il crimine violento reale; I
nostri sistemi giudiziari affollati potrebbero prendersi una
pausa.
Ma più importante di qualsiasi stima dei costi e dei
benefici, il dottore ritiene l’idea di punire le persone
per il possesso e l’uso moralmente sbagliata.
Un’intervista esclusiva di BILLBOARD ha intervistato il
dottore psicologo ponendogli domande che, nei nostri giorni,
affrontano tematiche fondamentali per quanto riguarda
l’educazione all’uso della Cannabis.
Contrariamente a quanto viene esposto da “esperti” e
“ricercatori” italiani, tra cui il primo ricercatore
sulla Cannabis del CRACIN di Rovigo, sulla cannabis – che
nelle loro dichiarazioni demonizzano l’uso personale,
paventando una coltivazione monopolistica per evitare
problematiche probabilmente infondate e ne scoraggiano
l’educazione all’uso corretto, cosciente ed indipendente
del cittadino – il Dottore Psicologo Earleywine ha
rilasciato una testimonianza molto forte ed improntata verso
il coinvolgimento sociale e l’interazione tra persone.
Leggiamo le sue parole:
Intervistatore Billboard: Se un genitore scopre suo figlio
che usa cannabis, quale sarebbe secondo lei il miglior modo
di agire?
Dr. Earleywine: I genitori hanno bisogno di parlare della
cannabis come parte di un dialogo più ampio che hanno con
loro figli adolescenti. I dati di Harvard rivelano che
fumare erba nei primi anni di vita può interferire nel
carattere rispetto all’effetto che ha sugli adulti, con un
cervello già formato. E’ necessario che vi sia un dialogo
con i figli per educare ad un uso responsabile,
preferibilmente da rinviare ad età adulta.
SAGER: La legge dice che i ragazzi possono fumare a 18 anni
negli Stati Uniti. Si tratta di una età adeguata?
Dr. Earleywine: No, a mio parere si dovrebbe autorizzare dai
24 anni. Detto questo, abbiamo troppa tradizione con alcuni
passaggi di età per invertire efficacemente il sistema. Se
a 18 anni di età si vuole usare la cannabis, io incoraggio
a farlo due volte al mese o anche meno e solo se si è di
buon umore o in compagnia. L’utilizzo di cannabis per
placare eventuali malumori in età precoce può portare ad
una difficoltà di contrasto personale in alcuni soggetti
più deboli. Gli unici adolescenti minorenni che dovrebbero
usare regolarmente cannabis sono quelli che hanno una
condizione medica in cui la cannabis sia un trattamento
efficace ed anche allora consiglio la vaporizzazione come
approccio migliore.
SAGER: Secondo lei va bene per i bambini e adolescenti
minorenni vedere i loro genitori fumare erba?
Dr. Earleywine: I bambini vedono i loro genitori usare
tranquillamente alcol e non per questo ne consegue una
problematica. Nascondere a loro il consumo di cannabis
sembra una situazione davvero strana a mio parere.
Suggerirei che una modellazione ed educazione su un uso
appropriato, anche che parta dalla famiglia, abbia il
potenziale per insegnare ai bambini ed agli adolescenti
minorenni buone capacità molto utili per più tardi nella
loro vita.
Questo articolo è originariamente apparso nel numero 28
gennaio di Billboard.
..
.
2 febbraio 2017 0:02 - ennius4531
Da Aduc ..
Notizia 10 settembre 2014
Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una
probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli
studi secondari ed è a rischio significativamente più alto
di non completare quelli universitari, di usare altre droghe
e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai
fumata.
Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su
Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud
conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da
parte di adolescenti, e che i risultati educativi più
scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi
usa la droga meno di una volta al mese.
Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che
hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata
sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli
autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry,
si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della
marijuana negli anni dell'adolescenza. I ricercatori hanno
esaminato una serie di aspetti dello sviluppo fino all'età
di 30 anni: completamento degli studi secondari,
conseguimento di una laurea, dipendenza dalla cannabis, uso
di altre droghe illegali, tentativi di suicidio, e
depressione. Gli adolescenti sotto i 17 anni che assumevano
cannabis quotidianamente avevano una probabilità di oltre
il 60% minore di completare la scuola superiore o
l'università, sette volte più alta di tentare il suicidio,
18 volte maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e
otto volte maggiore di usare altre droghe illegali più
tardi nella vita.
"I risultati sono particolarmente tempestivi, dato che
diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si muovono
verso la depenalizzazione o legalizzazione della cannabis,
che la renderebbero più accessibile ai più giovani",
scrive il principale autore dello studio, Edmund Silins. "Le
autorità devono essere consapevoli che un suo uso in
adolescenza è associato a una serie di esiti negativi sulla
salute, sul benessere e sull'affermazione personale",
aggiunge.
1 febbraio 2017 21:10 - ennio4531
I genitori “dovrebbero” fumare Cannabis davanti ai loro
figli? La risposta di un Professore di Psicologia
Mitch Earleywine, Ph.D., è professore di Psicologia presso
l’Università dello Stato di New York nella città di
Albany, la capitale.
Ha conseguito la Laurea alla Columbia University e il
dottorato presso l’Indiana University; il dottore
Earleywine ha effettuato oltre 100 pubblicazioni su riviste
scientifiche sulle dipendenze ed ha ricevuto borse di
ricerca presso l’Istituto nazionale per un’analisi
sull’abuso di alcool e l’alcolismo.
Dopo anni passati come ricercatore sull’alcol, il dottore
cominciò a insegnare ad un corso di laurea sulle droghe ed
il comportamento umano. Era entusiasta di condividere tutti
i pericoli dell’alcol con un folto gruppo di studenti
universitari.
Gli studenti, tuttavia, erano molto più interessati alla
Cannabis.
Desideroso di evitare di diffondere qualsiasi informazione
sbagliata, il dottore ha esaminato la ricerca nel settore, e
ciò ha portato a dare vita al suo libro “Understanding
Marijuana”.
Dopo aver esaminato tutta la scienza della cannabis, il
dottore sentiva che non poteva più stare a guardare mentre
la gente veniva spedita in galera per il possesso e l’uso
di cannabis.
La ricerca ha mostrato a milioni di persone che si può
usare cannabis in modo responsabile.
Le forze dell’ordine potrebbero usare il loro tempo in
modo più saggio per combattere il crimine violento reale; I
nostri sistemi giudiziari affollati potrebbero prendersi una
pausa.
Ma più importante di qualsiasi stima dei costi e dei
benefici, il dottore ritiene l’idea di punire le persone
per il possesso e l’uso moralmente sbagliata.
Un’intervista esclusiva di BILLBOARD ha intervistato il
dottore psicologo ponendogli domande che, nei nostri giorni,
affrontano tematiche fondamentali per quanto riguarda
l’educazione all’uso della Cannabis.
Contrariamente a quanto viene esposto da “esperti” e
“ricercatori” italiani, tra cui il primo ricercatore
sulla Cannabis del CRACIN di Rovigo, sulla cannabis – che
nelle loro dichiarazioni demonizzano l’uso personale,
paventando una coltivazione monopolistica per evitare
problematiche probabilmente infondate e ne scoraggiano
l’educazione all’uso corretto, cosciente ed indipendente
del cittadino – il Dottore Psicologo Earleywine ha
rilasciato una testimonianza molto forte ed improntata verso
il coinvolgimento sociale e l’interazione tra persone.
Leggiamo le sue parole:
Intervistatore Billboard: Se un genitore scopre suo figlio
che usa cannabis, quale sarebbe secondo lei il miglior modo
di agire?
Dr. Earleywine: I genitori hanno bisogno di parlare della
cannabis come parte di un dialogo più ampio che hanno con
loro figli adolescenti. I dati di Harvard rivelano che
fumare erba nei primi anni di vita può interferire nel
carattere rispetto all’effetto che ha sugli adulti, con un
cervello già formato. E’ necessario che vi sia un dialogo
con i figli per educare ad un uso responsabile,
preferibilmente da rinviare ad età adulta.
SAGER: La legge dice che i ragazzi possono fumare a 18 anni
negli Stati Uniti. Si tratta di una età adeguata?
Dr. Earleywine: No, a mio parere si dovrebbe autorizzare dai
24 anni. Detto questo, abbiamo troppa tradizione con alcuni
passaggi di età per invertire efficacemente il sistema. Se
a 18 anni di età si vuole usare la cannabis, io incoraggio
a farlo due volte al mese o anche meno e solo se si è di
buon umore o in compagnia. L’utilizzo di cannabis per
placare eventuali malumori in età precoce può portare ad
una difficoltà di contrasto personale in alcuni soggetti
più deboli. Gli unici adolescenti minorenni che dovrebbero
usare regolarmente cannabis sono quelli che hanno una
condizione medica in cui la cannabis sia un trattamento
efficace ed anche allora consiglio la vaporizzazione come
approccio migliore.
SAGER: Secondo lei va bene per i bambini e adolescenti
minorenni vedere i loro genitori fumare erba?
Dr. Earleywine: I bambini vedono i loro genitori usare
tranquillamente alcol e non per questo ne consegue una
problematica. Nascondere a loro il consumo di cannabis
sembra una situazione davvero strana a mio parere.
Suggerirei che una modellazione ed educazione su un uso
appropriato, anche che parta dalla famiglia, abbia il
potenziale per insegnare ai bambini ed agli adolescenti
minorenni buone capacità molto utili per più tardi nella
loro vita.
Questo articolo è originariamente apparso nel numero 28
gennaio di Billboard.
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1 febbraio 2017 16:38 - ennius4531
Anche i gatti sanno che per l'erba magica ad uso terapeutico
non esiste divieto alcuno anche se si tenta di far credere
che sia il toccasana per tutte le malattie di questo mondo.
Poi ci sono i furbastri che vogliono far passare l'idea che
se va bene per i malati altrettanto bene va per i sani.
Balle.
Alcune delle tante ricerche specialistiche ci dicono che ...
Harvard Medical School 16/04/2014
Abstract
' Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le
persone che avevano usato cannabis una o due volte la
settimana anche per pochi mesi, sono state trovate avere
cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le
emozioni, la motivazione e la dipendenza.
I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate
scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che
avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti
e li hanno confrontati con quelle di studenti che non
avevano mai consumato la droga.
Due sezioni principali del cervello sono risultate essere
colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei
soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali su
migliaia di soggetti .
L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter,
professore di psichiatria e scienze comportamentali alla
Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha
dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte
all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia
associato a conseguenze negative. ...."
Mark Winstanley , chief executive del centro per malati
mentali Rethink , ha detto: “Per troppo tempo la cannabis
è stata vista come sicura, ma come suggerisce questo
studio, può avere davvero un grave impatto sulla vostra
salute mentale . La ricerca mostra anche che quando la gente
fuma cannabis prima dei 15 anni, si quadruplica la
probabilità di sviluppare psicosi. Ma poche persone sono
consapevoli dei rischi.”
Da Aduc ...
AUSTRALIA - Uso cannabis regolare sotto 17 anni. Studio:
maggiore rischio suicidio e abbandono studio
Notizia 10 settembre 2014 12:28
Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una
probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli
studi secondari ed è a rischio significativamente più alto
di non completare quelli universitari, di usare altre droghe
e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai
fumata.
Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su
Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud
conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da
parte di adolescenti, e che i risultati educativi più
scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi
usa la droga meno di una volta al mese. Gli studiosi hanno
elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato
cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza
e sugli effetti del suo uso.
Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet
Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei
danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. I
ricercatori hanno esaminato una serie di aspetti dello
sviluppo fino all'età di 30 anni: completamento degli studi
secondari, conseguimento di una laurea, dipendenza dalla
cannabis, uso di altre droghe illegali, tentativi di
suicidio, e depressione.
Gli adolescenti sotto i 17 anni che assumevano cannabis
quotidianamente avevano una probabilità di oltre il 60%
minore di completare la scuola superiore o l'università,
sette volte più alta di tentare il suicidio, 18 volte
maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e otto
volte maggiore di usare altre droghe illegali più tardi
nella vita.
"I risultati sono particolarmente tempestivi, dato che
diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si muovono
verso la depenalizzazione o legalizzazione della cannabis,
che la renderebbero più accessibile ai più giovani",
scrive il principale autore dello studio, Edmund Silins.
"Le autorità devono essere consapevoli che un suo uso in
adolescenza è associato a una serie di esiti negativi sulla
salute, sul benessere e sull'affermazione personale",
aggiunge.
_____________________________________________
Versione originale
The Lancet Psychiatry
Young adult sequelae of adolescent cannabis use: an
integrative analysis
Volume 1, No. 4, p286–293, September 2014
Dr Edmund Silins, PhD!L John Horwood, MSc, Prof George C
Patton, MD, Prof David M Fergusson, PhD, Craig A Olsson,
PhD, Delyse M Hutchinson, PhD, Elizabeth Spry, BA, Prof John
W Toumbourou, PhD, Prof Louisa Degenhardt, PhD, Wendy Swift,
PhD, Carolyn Coffey, PhD, Robert J Tait, PhD, Primrose
Letcher, PhD, Prof Jan Copeland, PhD, Richard P Mattick,
PhD, ....
Summary
Background
Debate continues about the consequences of adolescent
cannabis use. Existing data are limited in statistical power
to examine rarer outcomes and less common, heavier patterns
of cannabis use than those already investigated;
furthermore, evidence has a piecemeal approach to reporting
of young adult sequelae. We aimed to provide a broad picture
of the psychosocial sequelae of adolescent cannabis use.
Methods
We integrated participant-level data from three large,
long-running longitudinal studies from Australia and New
Zealand: the Australian Temperament Project, the
Christchurch Health and Development Study, and the Victorian
Adolescent Health Cohort Study. We investigated the
association between the maximum frequency of cannabis use
before age 17 years (never, less than monthly, monthly or
more, weekly or more, or daily) and seven developmental
outcomes assessed up to age 30 years (high-school
completion, attainment of university degree, cannabis
dependence, use of other illicit drugs, suicide attempt,
depression, and welfare dependence). The number of
participants varied by outcome (N=2537 to N=3765).
Findings
We recorded clear and consistent associations and
dose-response relations between the frequency of adolescent
cannabis use and all adverse young adult outcomes. After
covariate adjustment, compared with individuals who had
never used cannabis, those who were daily users before age
17 years had clear reductions in the odds of high-school
completion (adjusted odds ratio 0·37, 95% CI 0·20–0·66)
and degree attainment (0·38, 0·22–0·66), and
substantially increased odds of later cannabis dependence
(17·95, 9·44–34·12), use of other illicit drugs (7·80,
4·46–13·63), and suicide attempt (6·83,
2·04–22·90).
Interpretation
Adverse sequelae of adolescent cannabis use are wide ranging
and extend into young adulthood. Prevention or delay of
cannabis use in adolescence is likely to have broad health
and social benefits. Efforts to reform cannabis legislation
should be carefully assessed to ensure they reduce
adolescent cannabis use and prevent potentially adverse
developmental effects.
Funding
Australian Government National Health and Medical Research
Council.
1 febbraio 2017 12:45 - armando977
Università di Tel Aviv hanno scoperto che basse dosi di THC
– il componente psicoattivo della marijuana – possono
proteggere il cervello dai danni causati da lesioni,
mancanza di ossigenazione (ipossia), convulsioni, tossicità
da farmaci eccetera, che possono avere serie conseguenze sia
come deficit cognitivi che gravi danni neurologici. Lo
studio è stato pubblicato sulla rivista Behavioural Brain
Research and Experimental Brain Research.
Un articolo del settimanale londinese Time cita Andras
Bilkei-Gorzo dell’Istituto di Psichiatria
dell’Università di Bonn in Germania, per spiegare che
l’attività dei cannabinoidi fa come da cuscinetto per i
neuroni, proteggendoli dall’invecchiamento e alleviando i
sintomi delle malattie neurodegenerative.
http://healthland.time.com/2012/10/29/how-cannabinoids-may-s
low-brain-aging/
Secondo uno studio i cui risultati preliminari sono stati
pubblicati sulla rivista Aging and Mechanisms of the
Disease, partner della celebre rivista scientifica Nature,
dai ricercatori del Salk Institute in California, dalla
cannabis può arrivare un aiuto per trattare l’Alzheimer:
i suoi componenti infatti combattono e aiutano ad eliminare
la proteina tossica beta amiloide, che causa questa forma di
demenza
http://www.nature.com/npjamd/
Oppure in quest’ultimo studio, pubblicato sul British
Journal of Pharmacology, la dottoressa Hava Avraham ed i
suoi colleghi hanno scoperto che i cannabinoidi possono
anche offrire protezione da una proteina tossica creata dal
virus dell’HIV, nota come proteina gp120.
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/bph.12478/abstrac
t
Poi si passa ad un evergreen: “guidare sotto l’effetto
di cannabis raddoppia il rischio di incidenti”. Uno studio
scientifico realizzato in America nel 2015 dalla National
Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) dice in
realtà una cosa diversa: “Una volta che i dati sono stati
aggiustati per le variabili confondenti, il consumo di
cannabis non era associato ad una maggiore probabilità di
causare un incidente”. Lo studio ha incluso più di 3mila
conducenti che sono stati coinvolti in incidenti nel corso
di un periodo di 20 mesi a Virginia Beach, in Virginia, in
oltre 6mila controlli, di persone che hanno guidato nella
stessa zona durante lo stesso periodo, ma non hanno fatto
incidenti.
file:///C:/Users/Admin/Downloads/812117-Drug_and_Alcohol_Cra
sh_Risk.pdf
Passiamo poi ad un altro classico: la dipendenza da
cannabis. Per quanto riguarda la dipendenza da cannabis nel
dicembre ’97 una commissione di esperti
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha depositato i
risultati di uno studio comparativo tra cannabis, alcol e
tabacco. Lo studio indicava, aldilà di ogni dubbio, che i
derivati della cannabis inducono una dipendenza meno forte e
rappresentano una minaccia meno grave per la salute,
rispetto ad alcol e tabacco, anche per chi ne fa un uso
esteso e quotidiano. Su pressioni dell’amministrazione
USA, tali risultati sono stati censurati, e non compaiono
nella versione ufficiale del rapporto. La rivista britannica
New Scientist, venuta in possesso del rapporto, lo ha
pubblicato sul suo numero del febbraio ’98
https://www.newscientist.com/article/mg15721224-600-special-
report-marijuana/
Sulla questione “Spinello uguale droga di passaggio” vi
rimando ad uno studio scientifico ripreso dal Sunday Times
nel 2011 ed eseguito da Centre for Economic Policy Research
di Londra: “Quattro rilevazioni, condotte su quasi 17.000
persone, sono state effettuate ad Amsterdam nel 1987, 1990,
1994 e 1997. Lo studio ha trovato che c’era poca
differenza nella probabilità che un individuo iniziasse a
usare cocaina a seconda che in precedenza avesse o meno
usato Cannabis. Benché un numero significativo di persone
avessero usato droghe leggere e pesanti, questo era legato
alle caratteristiche personali e alla predisposizione alla
sperimentazione”. Lo spiega meglio il dottor Mattia
Pacini, psicoterapeuta specialista in Psichiatria: “Non
basta dire che ad esempio quasi tutti gli eroinomani in
passato hanno iniziato con droghe più leggere, varrebbe per
la Cannabis come il tabacco. Di tutti quelli che provano la
Cannabis una minoranza passa poi alle droghe pesanti, in
particolare all’eroina. E’ vero che chi usa Cannabis di
solito prova le altre droghe di più, e prima (ad una età
minore). E’ anche vero che chi prova la Cannabis sotto i
vent’anni tende a passare alle altre droghe molto più
spesso che non chi la prova in età meno giovane. Anche
questo tipo di dati non significa però niente, perché in
realtà le cose potrebbero semplicemente stare in questo
modo: chi usa sostanze, a partire ovviamente da quelle
legali e più reperibili, in età precoce, ha una tendenza
indiscriminata a provare tutte le droghe, e quindi proverà
più probabilmente e prima anche quelle illegali e pesanti.
Quindi il “ponte” non lo farebbe la sostanza, Cannabis o
altro, ma il temperamento della persona che prova e rischia,
e che è attratta da tutto ciò con cui si può stimolare o
alterare (la cosiddetta personalità
“tossicofilica”).
http://www.drugscience.org/sfu/sfu_gateway.html
Non solo, studi recenti indicano addirittura la Cannabis
come “sostanza di uscita”, da dipendenze come quelle
dovute ad alcool, droghe pesanti e nicotina, altro che di
inizio!
Uno degli studi sulle droghe più approfonditi e attendibili
degli ultimi anni, è quello pubblicato nel 2007 dalla
rivista scientifica “The Lancet”, che classifica la
Cannabis all’11° posto (in base a danno fisico,
dipendenza e danno sociale), con l’alcol al 5° e il
tabacco al 9°.
Sulla falsità del thc come causa di disturbi mentali e
psicosi:
http://droghe.aduc.it/articolo/cannabis+provoca+schizofrenia
+studio+nessun+dato_17163.php
Passiamo poi alla “diminuzione delle abilità mentali con
perdita di 8 punti del QI tra i 13 ed i 38 anni”. E’ una
bugia che è stata smentita dalla stessa testata scientifica
che aveva pubblicato lo studio, che ha pubblicato uno altro
studio per sbugiardare la precedente ricerca. Il primo
studio è stato condotto su un campione di mille persone
residenti a Dunedin, in Nuova Zelanda, che sono state
seguite per 25 anni: tutti gli individui del campione sono
stati sottoposti a un primo test di misurazione del Q.I.
all’età di 13 anni e, successivamente, ad un altro test
quando tutti i partecipanti avevano circa 40 anni. Coloro
che hanno dichiarato di aver fatto uso di marijuana prima
dei 18 anni hanno totalizzato un punteggio più basso nel
secondo test. Secondo i ricercatori la causa di questa
perdita di intelligenza sarebbe da imputare ai danni
prodotti dalla cannabis al cervello.
Il nuovo studio, condotto da Ole Rogeberg del Ragnar Frisch
Center for Economic Research di Oslo è stato pubblicato
sempre sulla rivista scientifica Proceedings of the National
Academy of Sciences e nega i risultati dello studio
neozelandese, spiegando che “lo studio fa confusione” e
il calo del punteggio totalizzato nel test non sarebbe
dovuto alla cannabis ma da differenze socioeconomiche tra
gli individui del campione. La causa del presunto
instupidimento non sarebbe quindi l’aver o meno fumato
cannabis e i risultati dei test dipenderebbero in realtà
dal grado di istruzione conseguito e dall’occupazione
svolta dai partecipanti.
http://www.pnas.org/content/110/11/4251.abstract
Sul fatto che nessuno viene incarcerato per pochi grammi ti
mando invece solo l'ultimo perchè ogni giorno decine e
decine di persone vengono incarcerate per possesso di
modiche quantità:
Non c'è ambito come in quello della musica leggera in cui,
un giorno sí è uno no, assistiamo ad una moría suicida di
giovani talenti a causa principalmente delle erbe magiche.
Ricerche specialistiche e testimonianze ne spiegano il
motivo .
"...I ricercatori della Harvard Medical School hanno
effettuate scansioni 3D dettagliate sul cervello degli
studenti che avevano consumato cannabis raramente e non
erano assuefatti e li hanno confrontati con quelle di
studenti che non avevano mai consumato la droga.
Due sezioni principali del cervello sono risultate essere
colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei
soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali."
Elton John ha raccontato i suoi trascorsi .. erbivendoli a
Matt Lauer durante il programma "Today"
"Mi venivano attacchi epilettici e diventavo blu. Mi trovano
sul pavimento e mi mettevano a letto e dopo 40 minuti ero
già lì che mi facevo un’altra striscia"..
"Rimanevo sveglio, fumavo qualche spinello, bevevo una
bottiglia di Johnnie Walker e non mi addormentavo per tre
giorni. Poi mi addormentavo per un giorno e mezzo, mi
svegliavo ed ero affamatissimo perché non avevo mangiato.
Mi facevo tre panini al bacon, un barattolo di gelato e poi
vomitavo tutto perché ero diventato bulimico. E poi
ricominciavo tutto dall’inizio. La mia vita era una
tragedia".
"Ho sprecato una bella fetta della mia vita. Ero drogato ed
egocentrico. C’erano persone, amici, che mi morivano
accanto ma la cosa non mi fermava dal continuare a vivere
quella vita, il che è la parte più terribile della
dipendenza. Sai, è una malattia davvero brutta".
31 gennaio 2017 2:49 - ennio4531
Cannabis, Creatività e Musica
Non è un segreto che, molto spesso, la cannabis e le arti
siano strettamente correlate e, se parliamo del mondo della
musica, è ancora più marcata ad oggi oggi, e gli artisti
che utilizzano sono più aperti per quanto riguarda l’uso
e il supporto alla causa.
Ed è che nel corso della storia che molte band sono state
conosciute per il loro amore di questa pianta nel migliorare
la loro creatività, come un simbolo di protesta o
semplicemente per piacere, fin dai tempi della nascita del
jazz fino al pop più ” adolescente “.
La verità è che la marijuana vola con musica del primo
Novecento, dalla mano di artisti famosi come Count Basie,
Dizzy Gillespie, Louis Armstrong, Miles Davis e Ray Charles,
che dai primi anni ’20 (anche qualcosa prima ) ai ’50,
la hanno usata come ispirazione nei loro concerti, per
comporre e per rilassarsi e sentire la musica, in aggiunta
al dimenticare la fatica della loro vita dura, dando un
colore speciale ai loro spettacoli.
Il fatto che la pianta sia stata utilizzata solo nei circoli
di musicisti neri, e che era legato a uno stile di vita
selvaggio e folle, fece sì che una volta che si è deciso
di vietarla nel 1923, a New Orleans, lo Stato ha cominciato
la persecuzione basata sul razzismo indiscriminatamente
accusando ogni uomo o donna di colore.
Pochi anni più tardi la marijuana raggiunge il suo picco di
storia grazie al movimento di controcultura del movimento
“Hippy” sia in California e nel Regno Unito.
E’ proprio in questo momento che sono nati gruppi come
Pink Floyd, Charles Mingus, i Rolling Stones, The Doors,
Jimi Hendrix (e il suo classico chiamato come la marijuana
Purple Haze), o Bob Dylan, che si dice abbia iniziato gli
stessi Beatles al mondo cannabico.
In questo momento è anche nata in Jamaica la musica Reggae,
il risultato dell’evoluzione di Ska, Rocksteady, Rnb,
ispirato ai dolci aromi di cannabis che galleggiano intorno
all’isola, per gentile concessione della tradizione
religiosa del rastafarianesimo.
Questo movimento è stato guidato da grandi cantanti
giamaicani come Peter Tosh , Lee Scratch Perry e Bob Marley
, riempiendo molte teste con messaggi di amore e pro
umanità, ma anche di molte altre tematiche, in particolare
relative alla vita sull’isola e al movimento stesso e le
credenze Rastafari.
Oggi, gli artisti di tutti i tipi e stili di musica
consumano apertamente marijuana, in particolare nel mondo
dell’ Hip Hop americano, con esponenti come Snoop Dogg ,
Red Man , Method Man , Whiz Kalifa o il famosissimo defunto
2Pac; la difesa è come uno strumento di sopravvivenza sulla
strada, e la cannabis è come il punto creativo per il
collegamento con le muse del rap.
E si è raggiunto un punto in cui l’erba è riuscita ad
espandersi nella generazione pop più giovane, grazie anche
a Justin Bieber , Rihanna o Miley Cyrus , che la usano
soprattutto per pubblicizzare, guadagnare fama e notizie, a
differenza dei primi musicisti che la usavano maggiormente
come strumento terapeutico e per ampliare la creatività.
.
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30 gennaio 2017 21:45 - ennius4531
Non c'è ambito come in quello della musica leggera in cui,
un giorno sí e uno no, assistiamo ad una moría suicida di
giovani talenti a causa principalmente delle erbe
magiche.
Ricerche specialistiche e testimonianze ne spiegano il
motivo .
"...I ricercatori della Harvard Medical School hanno
effettuate scansioni 3D dettagliate sul cervello degli
studenti che avevano consumato cannabis raramente e non
erano assuefatti e li hanno confrontati con quelle di
studenti che non avevano mai consumato la droga.
Due sezioni principali del cervello sono risultate essere
colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei
soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali."
Elton John ha raccontato i suoi trascorsi .. erbivendoli a
Matt Lauer durante il programma "Today"
"Mi venivano attacchi epilettici e diventavo blu. Mi trovano
sul pavimento e mi mettevano a letto e dopo 40 minuti ero
già lì che mi facevo un’altra striscia"..
"Rimanevo sveglio, fumavo qualche spinello, bevevo una
bottiglia di Johnnie Walker e non mi addormentavo per tre
giorni. Poi mi addormentavo per un giorno e mezzo, mi
svegliavo ed ero affamatissimo perché non avevo
mangiato.
Mi facevo tre panini al bacon, un barattolo di gelato e poi
vomitavo tutto perché ero diventato bulimico. E poi
ricominciavo tutto dall’inizio. La mia vita era una
tragedia".
"Ho sprecato una bella fetta della mia vita. Ero drogato ed
egocentrico. C’erano persone, amici, che mi morivano
accanto ma la cosa non mi fermava dal continuare a vivere
quella vita, il che è la parte più terribile della
dipendenza. Sai, è una malattia davvero brutta.
30 gennaio 2017 21:06 - ennio4531
Cannabis, Creatività e Musica
Non è un segreto che, molto spesso, la cannabis e le arti
siano strettamente correlate e, se parliamo del mondo della
musica, è ancora più marcata ad oggi oggi, e gli artisti
che utilizzano sono più aperti per quanto riguarda l’uso
e il supporto alla causa.
Ed è che nel corso della storia che molte band sono state
conosciute per il loro amore di questa pianta nel migliorare
la loro creatività, come un simbolo di protesta o
semplicemente per piacere, fin dai tempi della nascita del
jazz fino al pop più ” adolescente “.
La verità è che la marijuana vola con musica del primo
Novecento, dalla mano di artisti famosi come Count Basie,
Dizzy Gillespie, Louis Armstrong, Miles Davis e Ray Charles,
che dai primi anni ’20 (anche qualcosa prima ) ai ’50,
la hanno usata come ispirazione nei loro concerti, per
comporre e per rilassarsi e sentire la musica, in aggiunta
al dimenticare la fatica della loro vita dura, dando un
colore speciale ai loro spettacoli.
Il fatto che la pianta sia stata utilizzata solo nei circoli
di musicisti neri, e che era legato a uno stile di vita
selvaggio e folle, fece sì che una volta che si è deciso
di vietarla nel 1923, a New Orleans, lo Stato ha cominciato
la persecuzione basata sul razzismo indiscriminatamente
accusando ogni uomo o donna di colore.
Pochi anni più tardi la marijuana raggiunge il suo picco di
storia grazie al movimento di controcultura del movimento
“Hippy” sia in California e nel Regno Unito.
E’ proprio in questo momento che sono nati gruppi come
Pink Floyd, Charles Mingus, i Rolling Stones, The Doors,
Jimi Hendrix (e il suo classico chiamato come la marijuana
Purple Haze), o Bob Dylan, che si dice abbia iniziato gli
stessi Beatles al mondo cannabico.
In questo momento è anche nata in Jamaica la musica Reggae,
il risultato dell’evoluzione di Ska, Rocksteady, Rnb,
ispirato ai dolci aromi di cannabis che galleggiano intorno
all’isola, per gentile concessione della tradizione
religiosa del rastafarianesimo.
Questo movimento è stato guidato da grandi cantanti
giamaicani come Peter Tosh , Lee Scratch Perry e Bob Marley
, riempiendo molte teste con messaggi di amore e pro
umanità, ma anche di molte altre tematiche, in particolare
relative alla vita sull’isola e al movimento stesso e le
credenze Rastafari.
Oggi, gli artisti di tutti i tipi e stili di musica
consumano apertamente marijuana, in particolare nel mondo
dell’ Hip Hop americano, con esponenti come Snoop Dogg ,
Red Man , Method Man , Whiz Kalifa o il famosissimo defunto
2Pac; la difesa è come uno strumento di sopravvivenza sulla
strada, e la cannabis è come il punto creativo per il
collegamento con le muse del rap.
E si è raggiunto un punto in cui l’erba è riuscita ad
espandersi nella generazione pop più giovane, grazie anche
a Justin Bieber , Rihanna o Miley Cyrus , che la usano
soprattutto per pubblicizzare, guadagnare fama e notizie, a
differenza dei primi musicisti che la usavano maggiormente
come strumento terapeutico e per ampliare la creatività.
..
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30 gennaio 2017 17:48 - ennius4531
Non c'è ambito come in quello della musica leggera in cui,
un giorno sí è uno no, assistiamo ad una moría suicida di
giovani talenti a causa principalmente delle erbe magiche.
Ricerche specialistiche e testimonianze ne spiegano il
motivo .
"...I ricercatori della Harvard Medical School hanno
effettuate scansioni 3D dettagliate sul cervello degli
studenti che avevano consumato cannabis raramente e non
erano assuefatti e li hanno confrontati con quelle di
studenti che non avevano mai consumato la droga.
Due sezioni principali del cervello sono risultate essere
colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei
soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali."
Elton John ha raccontato i suoi trascorsi .. erbivendoli a
Matt Lauer durante il programma "Today"
"Mi venivano attacchi epilettici e diventavo blu. Mi trovano
sul pavimento e mi mettevano a letto e dopo 40 minuti ero
già lì che mi facevo un’altra striscia"..
"Rimanevo sveglio, fumavo qualche spinello, bevevo una
bottiglia di Johnnie Walker e non mi addormentavo per tre
giorni. Poi mi addormentavo per un giorno e mezzo, mi
svegliavo ed ero affamatissimo perché non avevo mangiato.
Mi facevo tre panini al bacon, un barattolo di gelato e poi
vomitavo tutto perché ero diventato bulimico. E poi
ricominciavo tutto dall’inizio. La mia vita era una
tragedia".
"Ho sprecato una bella fetta della mia vita. Ero drogato ed
egocentrico. C’erano persone, amici, che mi morivano
accanto ma la cosa non mi fermava dal continuare a vivere
quella vita, il che è la parte più terribile della
dipendenza. Sai, è una malattia davvero brutta".
30 gennaio 2017 10:56 - ennio4531
Cannabis, Creatività e Musica
Non è un segreto che, molto spesso, la cannabis e le arti
siano strettamente correlate e, se parliamo del mondo della
musica, è ancora più marcata ad oggi oggi, e gli artisti
che utilizzano sono più aperti per quanto riguarda l’uso
e il supporto alla causa.
Ed è che nel corso della storia che molte band sono state
conosciute per il loro amore di questa pianta nel migliorare
la loro creatività, come un simbolo di protesta o
semplicemente per piacere, fin dai tempi della nascita del
jazz fino al pop più ” adolescente “.
La verità è che la marijuana vola con musica del primo
Novecento, dalla mano di artisti famosi come Count Basie,
Dizzy Gillespie, Louis Armstrong, Miles Davis e Ray Charles,
che dai primi anni ’20 (anche qualcosa prima ) ai ’50,
la hanno usata come ispirazione nei loro concerti, per
comporre e per rilassarsi e sentire la musica, in aggiunta
al dimenticare la fatica della loro vita dura, dando un
colore speciale ai loro spettacoli.
Il fatto che la pianta sia stata utilizzata solo nei circoli
di musicisti neri, e che era legato a uno stile di vita
selvaggio e folle, fece sì che una volta che si è deciso
di vietarla nel 1923, a New Orleans, lo Stato ha cominciato
la persecuzione basata sul razzismo indiscriminatamente
accusando ogni uomo o donna di colore.
Pochi anni più tardi la marijuana raggiunge il suo picco di
storia grazie al movimento di controcultura del movimento
“Hippy” sia in California e nel Regno Unito.
E’ proprio in questo momento che sono nati gruppi come
Pink Floyd, Charles Mingus, i Rolling Stones, The Doors,
Jimi Hendrix (e il suo classico chiamato come la marijuana
Purple Haze), o Bob Dylan, che si dice abbia iniziato gli
stessi Beatles al mondo cannabico.
In questo momento è anche nata in Jamaica la musica Reggae,
il risultato dell’evoluzione di Ska, Rocksteady, Rnb,
ispirato ai dolci aromi di cannabis che galleggiano intorno
all’isola, per gentile concessione della tradizione
religiosa del rastafarianesimo.
Questo movimento è stato guidato da grandi cantanti
giamaicani come Peter Tosh , Lee Scratch Perry e Bob Marley
, riempiendo molte teste con messaggi di amore e pro
umanità, ma anche di molte altre tematiche, in particolare
relative alla vita sull’isola e al movimento stesso e le
credenze Rastafari.
Oggi, gli artisti di tutti i tipi e stili di musica
consumano apertamente marijuana, in particolare nel mondo
dell’ Hip Hop americano, con esponenti come Snoop Dogg ,
Red Man , Method Man , Whiz Kalifa o il famosissimo defunto
2Pac; la difesa è come uno strumento di sopravvivenza sulla
strada, e la cannabis è come il punto creativo per il
collegamento con le muse del rap.
E si è raggiunto un punto in cui l’erba è riuscita ad
espandersi nella generazione pop più giovane, grazie anche
a Justin Bieber , Rihanna o Miley Cyrus , che la usano
soprattutto per pubblicizzare, guadagnare fama e notizie, a
differenza dei primi musicisti che la usavano maggiormente
come strumento terapeutico e per ampliare la creatività.
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30 gennaio 2017 8:38 - ennius4531
Non c'è ambito come in quello della musica leggera in cui,
un giorno sí è uno no, assistiamo ad una moría suicida di
giovani talenti a causa principalmente delle erbe magiche.
Ricerche specialistiche e testimonianze ne spiegano il
motivo .
"...I ricercatori della Harvard Medical School hanno
effettuate scansioni 3D dettagliate sul cervello degli
studenti che avevano consumato cannabis raramente e non
erano assuefatti e li hanno confrontati con quelle di
studenti che non avevano mai consumato la droga.
Due sezioni principali del cervello sono risultate essere
colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei
soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali."
Elton John ha raccontato i suoi trascorsi .. erbivendoli a
Matt Lauer durante il programma "Today"
"Mi venivano attacchi epilettici e diventavo blu. Mi trovano
sul pavimento e mi mettevano a letto e dopo 40 minuti ero
già lì che mi facevo un’altra striscia"..
"Rimanevo sveglio, fumavo qualche spinello, bevevo una
bottiglia di Johnnie Walker e non mi addormentavo per tre
giorni. Poi mi addormentavo per un giorno e mezzo, mi
svegliavo ed ero affamatissimo perché non avevo mangiato.
Mi facevo tre panini al bacon, un barattolo di gelato e poi
vomitavo tutto perché ero diventato bulimico. E poi
ricominciavo tutto dall’inizio. La mia vita era una
tragedia".
"Ho sprecato una bella fetta della mia vita. Ero drogato ed
egocentrico. C’erano persone, amici, che mi morivano
accanto ma la cosa non mi fermava dal continuare a vivere
quella vita, il che è la parte più terribile della
dipendenza. Sai, è una malattia davvero brutta".
30 gennaio 2017 0:10 - ennius4531
... il disagiato23 rappresenta la prova che tanto pattume
fumogeno dentro corrisponde a tanto pattume verbale
demenziale fuori.
29 gennaio 2017 22:24 - ennio4531
Cannabis, Creatività e Musica
Non è un segreto che, molto spesso, la cannabis e le arti
siano strettamente correlate e, se parliamo del mondo della
musica, è ancora più marcata ad oggi oggi, e gli artisti
che utilizzano sono più aperti per quanto riguarda l’uso
e il supporto alla causa.
Ed è che nel corso della storia che molte band sono state
conosciute per il loro amore di questa pianta nel migliorare
la loro creatività, come un simbolo di protesta o
semplicemente per piacere, fin dai tempi della nascita del
jazz fino al pop più ” adolescente “.
La verità è che la marijuana vola con musica del primo
Novecento, dalla mano di artisti famosi come Count Basie,
Dizzy Gillespie, Louis Armstrong, Miles Davis e Ray Charles,
che dai primi anni ’20 (anche qualcosa prima ) ai ’50,
la hanno usata come ispirazione nei loro concerti, per
comporre e per rilassarsi e sentire la musica, in aggiunta
al dimenticare la fatica della loro vita dura, dando un
colore speciale ai loro spettacoli.
Il fatto che la pianta sia stata utilizzata solo nei circoli
di musicisti neri, e che era legato a uno stile di vita
selvaggio e folle, fece sì che una volta che si è deciso
di vietarla nel 1923, a New Orleans, lo Stato ha cominciato
la persecuzione basata sul razzismo indiscriminatamente
accusando ogni uomo o donna di colore.
Pochi anni più tardi la marijuana raggiunge il suo picco di
storia grazie al movimento di controcultura del movimento
“Hippy” sia in California e nel Regno Unito.
E’ proprio in questo momento che sono nati gruppi come
Pink Floyd, Charles Mingus, i Rolling Stones, The Doors,
Jimi Hendrix (e il suo classico chiamato come la marijuana
Purple Haze), o Bob Dylan, che si dice abbia iniziato gli
stessi Beatles al mondo cannabico.
In questo momento è anche nata in Jamaica la musica Reggae,
il risultato dell’evoluzione di Ska, Rocksteady, Rnb,
ispirato ai dolci aromi di cannabis che galleggiano intorno
all’isola, per gentile concessione della tradizione
religiosa del rastafarianesimo.
Questo movimento è stato guidato da grandi cantanti
giamaicani come Peter Tosh , Lee Scratch Perry e Bob Marley
, riempiendo molte teste con messaggi di amore e pro
umanità, ma anche di molte altre tematiche, in particolare
relative alla vita sull’isola e al movimento stesso e le
credenze Rastafari.
Oggi, gli artisti di tutti i tipi e stili di musica
consumano apertamente marijuana, in particolare nel mondo
dell’ Hip Hop americano, con esponenti come Snoop Dogg ,
Red Man , Method Man , Whiz Kalifa o il famosissimo defunto
2Pac; la difesa è come uno strumento di sopravvivenza sulla
strada, e la cannabis è come il punto creativo per il
collegamento con le muse del rap.
E si è raggiunto un punto in cui l’erba è riuscita ad
espandersi nella generazione pop più giovane, grazie anche
a Justin Bieber , Rihanna o Miley Cyrus , che la usano
soprattutto per pubblicizzare, guadagnare fama e notizie, a
differenza dei primi musicisti che la usavano maggiormente
come strumento terapeutico e per ampliare la creatività.
29 gennaio 2017 19:15 - lucillafiaccola1796
ma che c'entra la droga coi muri? Ognuno a casa propria è
padrone di fare ciò che vuole. Se gli americagni non ci
vogliono nessuno, nella terra che hanno usurpato ai Nativi
Americani, non fanno entrare nessuno. Dov'è lo scandalo? A
casa mia faccio come mi pare, senza dare fastidio a nessuno
con rumori e scassamento di ascensori et similia. Tutto qui.
Ognun per sé e p'Io x tutti, per chi ci crede, ma non rompe
The Minch con la propaganda! Non ci sarebbero i profughi se
non ci fossero i bruti u-mani a fare guerre, spargere virus
letali, depredare gli altri, farci morire di scie chimiche,
HAARP, vaccini pieni di metalli pesanti per conservarli,
eccetera. Semplice nohh? Meglio dell’uovo di cristoforo, o
del taglio del nodo gordiano da parte di Al Magno o
dell’inversione d’ applicazione di lucillaf.
29 gennaio 2017 16:19 - Starfighter23
DIMENTICAVI L'EROINA A 12 ANNI,PENSA ALLE PASTICCHE CHE
ASSUMI TUTTI I GIORNI FALLITO FIGLIO DI PUTTANA,GODITI GLI
EFFETTI COLLATERALI DELLA MERDA CHE ASSUMI MENTRE NOI
GODIAMO DEI VAPORI DELLA PIANTA SACRA
TORNA A VENDERE L'EROINA NEI TUOI CENTRI DI RECUPERO
DEFICENTE4531
29 gennaio 2017 8:45 - ennius4531
Il disagiato23, con notevole faccia tosta, si annovera tra
i pazienti quando ci informa che fin dall'età di ...
27 gennaio 2017 17:09 - Starfighter23
io ho cominciato ad usare LSD saltuariamente all'eta' di 15
anni,...
...
Senti ho 40 anni e ho consumato cannabis da quando ho 14
anni .."
si é mostrato alquanto ... impaziente nel sorbirsi pattume
ludico .
Non solo pifferaio, ma anche una macchietta si dimostra ....