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14 agosto 2018 14:25 - savpg8801
Non è la disinformazione che scaturisce dal web, ma la troppa informazione e la sua velocità che sono da criticare.
L'individuo, e le masse a cui fa sempre capo, non possiede ancora un cervello ipertasking (oheeee, l'ho inventata io adesso-mai sentita o letta) tale da poter macinare il troppo sapere e la troppa comunicazione che , appena si accende un pc, gli viene propinata con tutti i mezzi che conosciamo.
Il nostro cerebro è ancora (quanto ci vorrà ad una evoluzione adeguata?) fermo e strutturato ad apprendere solo una piccola parte di ciò che vediamo, leggiamo, sentiamo. E ci deve essere anche una forte motivazione per apprendere. Il resto va nella memoria a breve, una cache cancellabile e qualcosa resta nella "a lunga". Poi non siamo ancora evoluti nella immediata capacità decisionale; non solo di quale informazione avvalerci, ma di cosa farne per trarne un vantaggio. Uno? no, tantissimi e tutti in una volta. Altro che un pilota di caccia in missione di guerra a velocità del suono con cento strumenti da osservare e valutare per immediatamente rispondere. Fake o true, non importa. Un quarto d'ora a leggere notizie(magari solo i titoli) ci fanno entrare tante di quelle informazioni dirette e subliminali che sconvolgono, anzichè arricchirla, la nostra mente. Giornali on-line, blog, social, ecc. ci provocano un superallenamento che potrebbe sfociare prima o poi, in un salutare rifiuto, un salutare ritiro nel bosco a meditare. Proprio Facebook, con le correzioni, le nuove regole, le nuove disposizioni di privacy ha sicuramente complicato la vita alla gente, più che a governarla. Nota similare sulle ormai note regole sulla privacy il cui risultato è che siamo messi in piazza peggio di prima.
Le troppe leggi guastano.
Fate una prova sulla vostra capacità multitasking:
accendete due devices e un pc e mettetevi a fare qualcosa un ognuno dei tre. Macinare un programma di excel sul pc o fare un commento su un social leggendovi anche le fregnacce che molti pubblicano; in contemporanea aprire un programma sul tablet, per esempio per comporre una traccia gps interfacciandola con altri e poi sullo smartphone mettersi in contatto con chat o caricare foto o smanettare su siti telefonici per guadagnare crediti con le ruote roulette.
Poca roba, per alcuni, ma dopo un po' la testa fuma l'occhio non recepisce e le dita che dovrebbero stabilire un "operatore" giusto per excel vanno a stabilirlo sulla traccia gps, che non c'entra nulla. Comincia il caos che verrà presto dimenticato obbligandovi a farvi due km di buona corsa.
14 agosto 2018 9:49 - Cristina Ciccarelli
Esattamente, le false informazioni non sono un fenomeno nuovo. I cervelli emotivi abboccano sempre al falso. Accade anche fuori dal web perché il problema sono i loro cervelli ( azione mirata - reazione emotiva ), il web è un altro capro espiatorio perché le speculazioni vivono grazie ai capri espiatori.
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