Non è la disinformazione che scaturisce dal web, ma la
troppa informazione e la sua velocità che sono da
criticare.
L'individuo, e le masse a cui fa sempre capo, non possiede
ancora un cervello ipertasking (oheeee, l'ho inventata io
adesso-mai sentita o letta) tale da poter macinare il troppo
sapere e la troppa comunicazione che , appena si accende un
pc, gli viene propinata con tutti i mezzi che conosciamo.
Il nostro cerebro è ancora (quanto ci vorrà ad una
evoluzione adeguata?) fermo e strutturato ad apprendere solo
una piccola parte di ciò che vediamo, leggiamo, sentiamo. E
ci deve essere anche una forte motivazione per apprendere.
Il resto va nella memoria a breve, una cache cancellabile e
qualcosa resta nella "a lunga". Poi non siamo ancora evoluti
nella immediata capacità decisionale; non solo di quale
informazione avvalerci, ma di cosa farne per trarne un
vantaggio. Uno? no, tantissimi e tutti in una volta. Altro
che un pilota di caccia in missione di guerra a velocità
del suono con cento strumenti da osservare e valutare per
immediatamente rispondere. Fake o true, non importa. Un
quarto d'ora a leggere notizie(magari solo i titoli) ci
fanno entrare tante di quelle informazioni dirette e
subliminali che sconvolgono, anzichè arricchirla, la nostra
mente. Giornali on-line, blog, social, ecc. ci provocano un
superallenamento che potrebbe sfociare prima o poi, in un
salutare rifiuto, un salutare ritiro nel bosco a meditare.
Proprio Facebook, con le correzioni, le nuove regole, le
nuove disposizioni di privacy ha sicuramente complicato la
vita alla gente, più che a governarla. Nota similare sulle
ormai note regole sulla privacy il cui risultato è che
siamo messi in piazza peggio di prima.
Le troppe leggi guastano.
Fate una prova sulla vostra capacità multitasking:
accendete due devices e un pc e mettetevi a fare qualcosa un
ognuno dei tre. Macinare un programma di excel sul pc o fare
un commento su un social leggendovi anche le fregnacce che
molti pubblicano; in contemporanea aprire un programma sul
tablet, per esempio per comporre una traccia gps
interfacciandola con altri e poi sullo smartphone mettersi
in contatto con chat o caricare foto o smanettare su siti
telefonici per guadagnare crediti con le ruote roulette.
Poca roba, per alcuni, ma dopo un po' la testa fuma l'occhio
non recepisce e le dita che dovrebbero stabilire un
"operatore" giusto per excel vanno a stabilirlo sulla
traccia gps, che non c'entra nulla. Comincia il caos che
verrà presto dimenticato obbligandovi a farvi due km di
buona corsa.
14 agosto 2018 9:49 - Cristina Ciccarelli
Esattamente, le false informazioni non sono un fenomeno
nuovo. I cervelli emotivi abboccano sempre al falso. Accade
anche fuori dal web perché il problema sono i loro cervelli
( azione mirata - reazione emotiva ), il web è un altro
capro espiatorio perché le speculazioni vivono grazie ai
capri espiatori.