Premetto, a titolo puramente informativo, che in clima di
accettazione del princìpio universale dei diritti
dell'"homo"(umani, meglio per mettere tutti in buona pace),
anche la libertà di espressione, quale, ad esempio, un
commento, una affermazione, un osteggiamento verbale (non
offensivo e col rispetto morale dovuto) o altra
considerazione, siano più che legittimi. A questo fine mi
permetto una osservazione a Cristina Ciccarelli sulla frase
nel post delle 15.47: ...sono persone maggiorenni e secondo
me sono autorizzati/e ad autodistruggersi come meglio
credono perché ci sono dei business dietro che vivono anche
di queste dipendenze. ....
Secondo la mia e un po' meno giovane convinzione,
l'esasperazione di attribuzione di diritto relativamente
alla completa facoltà di autodeterminare(da parte del
singolo individuo) egoisticamente la propria decisione fino
al punto di non ritorno circa l'autodistruzione o altro, non
mi trova in assoluto concorde.
Innanzitutto il paletto della maggiore o minore età, quando
si parla di individuo appartenente a una società (in
questo caso umana) non ha senso. Soffermandosi invece sulla
maggiore età questo parametro ha valenza solo fino a quando
non ostacoli od interferisca sulle libertà degli altri o
sulle strutture pubbliche o sui princìpi morali ed etici o
su quelli di implicazione legale.
Il diritto "spinto" di autodeterminazione, è, sì sempre
più richiesto dalle opinioni pubbliche che tendono a
minimizzare l'egoismo dalla responsabilità derivata
dall'appartenenza alla comunità ad opera di movimenti
politici che contano su questo per ottenere consensi e ne
fanno leggi.
Il drogato non ha il diritto di fare quello che gli pare
perchè le sue azioni pesano sulla società a cui
appartiene, anche se determinazioni partitico-legislative
hanno dato a costui la non punibilità. Ma ciò non toglie
che siano un peso conoscendo quanta disponibilità di
risorse lo Stato deve mettere in campo per queste cose. E
non per accanimento terapeutico.
La giustificazione, poi, che si accetti con quasi favore la
deriva social (quella patologica) per fini commerciali o
industriali per produzione di business, mi lascia alquanto
perplesso e in totale disaccordo, anche se è pur vero che
in affari non si guarda in faccia a nessuno e che,
purtroppo, è ormai cosa comune che la spregiudicatezza
imperi.
11 gennaio 2019 15:47 - Cristina Ciccarelli
Mi sorge spontanea una riflessione ...i cd compulsivi
ossessivi non sanno parlare con sane modalità davanti ad
una persona perché sono persone soffocanti e narcise ed
esistevano anche prima dei social, anziché far buon uso
(uso responsabile) della tecnologia ne abusano esattamente
come fanno fuori dai social perché gli / le ossessive
compulsive è patologia indipendentemente dal social, per
loro tecnologia è sinonimo dei social perché ignorano
tutti gli aspetti più importanti della tecnologia perché
sono a 'senso unico' vivono con i paraocchi in una realtà
circoscritta / ristretta / miope. Ne ho visti molti anche
camminare con lo sguardo fisso dentro il cellulare, mentre
fanno la spesa, mentre guidano, mentre passeggiano con cani
e quant'altro, nelle strutture ospedaliere, nei negozi,
nelle piazze ecc..........sono persone maggiorenni e secondo
me sono autorizzati/e ad autodistruggersi come meglio
credono perché ci sono dei business dietro che vivono anche
di queste dipendenze. Gli ossessivi compulsivi hanno sempre
cercato un "ancora" per sopravvivere perché vivono bene
dipendendo da qualcosa o da qualcuno perché sono
emotivamente dioendenti.
10 gennaio 2019 21:27 - savpg8801
Non lo capiscono, e capiranno mai, i "socialists" sempre
connessi a comunicare. Lo studio inizia a rivelare questa
mania come una tossicodipendenza, non da sostanze ma da
patologia compulsiva. Non spiegano, però, cosa abbiano da
dirsi questi ultras.
Ogni "normale" frequentatore di queste centinaia di
pentoloni sociali peraltro anche utili, si accorge che il
parlottamento, la esibizione, il narcisismo, il
protagonismo, e forse la reale concreta mancanza di contatti
porta a mostrarsi in modo elettronico-cibernetico e
interloquire da "remoto" in libertà virtuale senza
pregiudizi; cosa che forse non farebbero con i contatti
diretti in quanto, spesso, dovrebbero pure vergognarsi. E
così si svelano le peggiori turbe che alla lunga,
modificano abbastanza il normale comportamento cerebrale,
come ben spiegato dal servizio.