Spett. Associazione,
vi descrivo in breve quanto accaduto.
In data 15/04/18 ho richiesto il passaggio da Vodafone a Telecom relativo al servizio di telefonia fissa. Telecom mi ha attivato regolarmente il servizio. Mi è in seguito arrivata una fattura della Vodafone relativa al periodo 24/03/18-23/05/18 con scadenza il 18/06/18 il cui importo è pari a € 202,54, così suddivisi:
- Offerta ADSL - Contributo rete fissa: €41,02 + IVA 22%
- Restituzione anticipo chiamate: € 50,00
- Spese di spedizione: € 2,00 + IVA 22%.
Su questi importi nulla da contestare.
Poi, sono stati inseriti:
- Contributo attivazione Offerte Casa: € 98,40 + IVA 22%
- Contributo Disattivazione/Recesso anticipato dell'offerta: € 36,89 + IVA 22%
- Contributo per migrazione linea: € 28,69 + IVA 22%.
Il totale di questi ultimi contributi è di € 163,98 + IVA 22%.
Ho fatto presente alla Vodafone che In base a quanto stabilito dalla legge n. 40/2007, a fronte dell’esercizio della facoltà di recesso, gli unici importi che possono essere posti a carico dell’utente sono quelli giustificati da costi effettivi sostenuti dagli operatori, ovvero le spese per cui sia dimostrabile e dimostrato un pertinente e correlato costo sopportato per
procedere alla disattivazione”.
A stabilire questo principio è la legge n.40/2007, che ha convertito in legge il decreto conosciuto come decreto Bersani. Il comma 3 dell’articolo 1 afferma che i contratti: devono prevedere la facoltà del contraente di recedere dal contratto o di trasferire le utenze presso altro operatore senza vincoli
temporali o ritardi non giustificati e senza spese non giustificate da costi dell’operatore e non possono imporre un obbligo di preavviso superiore a trenta giorni.
Mi hanno risposto che per loro è tutto in regola.
Il 25/07/18 mi è anche arrivata una lettera da parte di Selecta (a cui Vodafone ha affidato il servizio di recupero credito) con addebitati (in caso di pagamento dopo i 10 gg) interessi di mora pari a € 1,42 + Spese di € 38,25 per un totale di € 39,67.
Dalla documentazione in mio possesso, erano previsti € 35,00 nel caso di migrazione verso altro operatore e non risulta la facoltà di Vodafone di affidare a terzi la gestione di eventuali insoluti.
Ho richiesto anche copia del contratto, ma non hanno dato alcuna risposta.
Aggiungo in allegato quanto in mio possesso
Alla luce di questo, chiedo:
- I costi per la recessione riportati i fattura sono dovuti?
- Non vi è forse violazione della privacy nell'affidare i miei dati a terzi?
Ringraziandovi fin d'ora per la vostra preziosa consulenza e attenzione, invio distinti saluti.
Joana, dalla provincia di LE
Risposta:La legge Bersani del 2007 ha abolito le "penali" per recesso anticipato dei contratti di telecomunicazione (telefonia, pay-tv, etc.), ed ha eliminato i termini di durata dei contratti.
La stessa legge ha tenuto però una “porta aperta” ai gestori telefonici precisando che sono addebitabili le “spese di disattivazione”, a patto che siano giustificate.
Negli anni l’Autorità garante si è espressa in molti modi al riguardo, così come il Tar e il Consiglio di stato, considerando che molto spesso i gestori hanno camuffato le penali sotto forma di spese. Il succo è che le spese sono dovute se quantificate dal contratto (piano tariffario) e/o dalla carta dei servizi del gestore e approvate dall'AGCOM.
Per ultima è arrivata la legge concorrenza del 2017 che ha riassunto la questione specificando che:
- le spese devono essere commisurate al valore del contratto e ai costi reali sopportati dall’azienda (o sostenuti per dismettere la linea o trasferire il servizio), RESE NOTE all’utente fin dalla fase precontrattuale di pubblicizzazione dell’offerta e comunicate all’AGCOM (autorità garante per le telecomunicazioni) esplicitando la composizione di ciascuna voce e la rispettiva giustificazione economica.
- la stessa regola vale per i contratti che comprendono offerte promozionali, che tra l’altro hanno durata massima di 24 mesi. Gli eventuali costi addebitati devono essere equi e proporzionati al valore del contratto e alla sua durata residua.
- i costi di rescissione anticipata così come quelli eventualmente da recuperare relativi all’apparecchiatura in dotazione (telefonino, modem, router, etc.) devono essere riportati sul contratto.
Nel contratto da lei allegato vi è solo un semplice richiamo alla legge n.40/2007 senza alcuna specificazione dei costi. Quindi può rintuzzare gli importi ulteriori con cio' che dovrebbe fare, nell'ordine:
1. inviare un'intimazione al gestore con raccomandata a/r chiedendo eventualmente anche i danni:
http://sosonline.aduc.it/scheda/messa+mora+diffida_8675.php
2. se alla lettera riceve risposta negativa oppure non riceve risposta alcuna, fare un tentativo di conciliazione presso il Corecom della sua Regione:
http://sosonline.aduc.it/scheda/conciliazione+obbligatoria+davanti+al+corecom_15317.php
3. se neanche la conciliazione va a buon fine, fare causa presso il suo giudice di pace oppure presentare istanza di definizione della controversia al proprio Corecom regionale, se abilitato, oppure direttamente all'Agcom utilizzando il formulario GU14.