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Disdetta via PEC "archiviata" e minaccia costi disdetta superiori a quelli concordati
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Lettera 
9 agosto 2020 0:00
 
A seguito del peggioramento della linea ADSL, che il provider stesso aveva definito "non migliorabile", ho inviato disdetta via PEC il giorno 26/7, allegando carta di identità del titolare.
Ci era inoltre stato offerto uno sconto delle rate residue dei costi di attivazione e di 2 mesi di canone, offerta di cui il provider diceva di mantenere registrazione audio.
Il giorno 3/8, il provider manda una comunicazione SMS, dicendo che la disdetta è "incompleta" e che ci avrebbe contattato a breve. "In caso contrario" la disdetta sarebbe stata archiviata.
Nonostante diversi tentativi da parte nostra, non siamo riusciti a parlare con l'ufficio preposto e il giorno 6/8 apprendiamo che la disdetta è stata in effetti archiviata/annullata da parte loro. Ci vengono inoltre prospettati costi di disattivazione elevati, che non tengono in considerazione gli sconti precedentemente accordati.
Può il provider rifiutare la disdetta? Può addurre come motivazione la mancanza del documento, quando è facilmente dimostrabile che sia allegato al messaggio PEC?
Come fare valere i miei diritti, in relazione sia al termine del contratto in 30 giorni dalla disdetta regolarmente inviata, e sia per le penali di disattivazione?
Anticipatamente ringrazio,
Luigino, dalla provincia di VE

Risposta:
se la disdetta è inoltrata correttamente, non ci sono motivi per omettere o ritardare l'adempimento. Ovviamente le condizioni della chiusura sono solo quelle contrattuali piuttosto che quelle propostele vocalmente al telefono (verba volant!).
In ogni caso lei ha diritto a cessare i pagamenti relativi ai consumi successivi ai 30 gg dalla sua PEC.
 
 
 
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