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mancato rispetto banda minima garantita fibra tim
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Lettera 
19 aprile 2018 0:00
 
Ho un contratto con TIM per FIBRA SMART+ a 100 mega.
Fin da novembre 2016 ho sempre navigato a 65 Mbit in dl e 20 in ul.
Da febbraio ho notato un dimezzamento delle velocità: 32 in dl e 10 in ul.
Aperto guasto per lentezza (visto che la banda minima garantita è di 40 Mbit in dl), intervenuto il tecnico in centrale il quale ha dichiarato inesercibile la linea, quindi non migliorabile.
A seguito di intervento del tecnico, avvenuto in data 16.04.2018 nel primo pomeriggio, la linea è diventata completamente non funzionante e ad oggi, 17.04.2018 non hanno ancora ripristinato.
Pur avendo fatto notare al settore commerciale che la mia linea (come risulta anche dai loro sistemi) funzionava bene a 65 e 20, loro mi dicono che il tecnico dice che non posso avere la velocità di prima e mi propongono un distacco a costo zero.
Possibile che debbano cavarsela semplicemente in questo modo? Mi pare abbastanza palese che il calo della velocità della mia linea è legato alla saturazione della cabina in quanto zona rurale e quindi la TIM pur di sottoscrivere più contratti riduce o peggiora la linea di chi ha già sottoscritto un contratto.
In caso di mia migrazione ad altro operatore (solo VODAFONE nella mia zona offre la fibra apparte TIM, ma comunque lavorando sulle linee TIM) la TIM mi addebiterebbe un importo pari a tutti gli sconti usufruiti fino ad ora, tutti i canoni residui dei cordless e del modem e i costi di distacco.
Praticamente mi stanno costringendo a distaccare con loro per non incorrere in penali e addebiti, quindi continuare a pagare fino al momento della cessazione, e solo successivamente iniziare la pratica per una nuova linea con altro gestore, lasciandomi per un periodo più o meno lungo (a discrezione dei tecnici TIM che dovranno eseguire l'allaccio per conto VODAFONE) privo di linea telefonica e di connessione a internet.
Non credo che sia un atteggiamento corretto, ma ovviamente non serve a nulla qualsiasi mio sfogo con l'operatore del call center malcapitato di turno.
L'impressone è che la TIM stia usando questi mezzi per liberarsi, in zone poco coperte come la mia, dei primi clienti FIBRA che avevano un contratto a 100 mega per poi rimpiazzarli con nuovi contratti FIBRA a 30 mega che stanno già proponendo a qualche mio vicino di casa. (A conti fatti con i miei 100 mega invece di incassare 30 euro solo da me possono sottoscrivere 3 contratti da 30 mega a 30 euro ciascuno).
Scusate il lungo messaggio, spero di essere stato chiaro e spero che sappiate consigliarmi su come procedere per non lasciare impuniti comportamenti del genere.
Fabio, da Anagni (FR)

Risposta:
RECESSO ANTICIPATO E PENALI
La legge Bersani del 2007 ha abolito le "penali" per recesso anticipato dei contratti di telecomunicazione (telefonia, pay-tv, etc.), ed ha eliminato i termini di durata dei contratti.
La stessa legge ha tenuto però una “porta aperta” ai gestori telefonici precisando che sono addebitabili le “spese di disattivazione”, a patto che siano giustificate e previste dal contratto.
Negli anni l’Autorità garante si è espressa in molti modi al riguardo, così come il Tar e il Consiglio di stato, considerando che molto spesso i gestori hanno camuffato le penali sotto forma di spese. Il succo è che le spese sono dovute se quantificate dal contratto (piano tariffario) e/o dalla carta dei servizi del gestore e approvate dall'AGCOM.
Anche in caso di migrazione valgono le stesse regole. La richiesta di portabilita' va fatta al nuovo gestore che si prendera' carico di tutte le attivita' di passaggio comunicando quanto dovuto al vecchio gestore, compresa la disdetta del vecchio contratto.
Nella domanda di portabilita', infatti, l'utente redige una sorta di disdetta, dichiarando di voler interrompere il rapporto con il vecchio gestore per attivarne uno con il nuovo gestore.
per saperne di più veda il ns. sito: https://sosonline.aduc.it/scheda/telefonia+guida+veloce+ai+diritti+alle+tutele_1378.php#Voce_11
 
 
 
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