Salve,
a giugno 2019 ho attivato un contratto fibra FTTC con WindTre in una
zona di campagna; la velocità era tutto sommato sufficiente alle mie
esigenze (30/10mb su un massimo di 100/20) ma ultimamente la linea si
è degradata a tal punto da avere numerose disconnessioni ed essere a
tratti inutilizzabile.
Purtroppo all'attivazione del contratto ho scelto la versione con
modem incluso invece della versione "senza modem"; è vero, non sono
stato accorto, ma l'opzione non era adeguatamente pubblicizzata sul
sito (il problema è comune a molti ed è noto sui forum dedicati).
Si tratta di una vendita a rate con una spesa di 5.99 euro/mese per
un periodo di 48 mesi.
Ora la delibera Agcom 348/18/CONS stabilisce che per i clienti che
hanno attivato il servizio prima del settembre 2018 possono
restituire il modem e liberarsi del relativo costo, ma questo
evidentemente non è il mio caso.
Deduco quindi che se io dessi disdetta al termine dei 24 mesi, dovrei
comunque pagare i 24 mesi restanti.
E se rescindessi per giusta causa (es. aumento unilaterale delle
tariffe, oppure velocità sotto la banda minima garantita) sarei
comunque tenuto a pagare le rate residue?
Si noti che la linea è così degradata che anche un cambio di
operatore non migliorerebbe la situazione (dovrei affidarmi ad altra
tecnologia), per cui mi troverei a pagare un modem che non posso
utilizzare.
Insomma, c'è qualche modo per disfarsi del gravoso fardello?
Matteo, dalla provincia di TV
Risposta: se il servizio è inferiore alla banda minima garantita, certamente potrà chiedere il recesso senza sostenere alcuna spesa. La cosa migliore è effettuare un test ufficiale dell'Agcom:
https://misurainternet.it/misura-nemesys/
Se invece vengono rispettati i minimi contrattuali, il recesso risolve il contratto ma comporta dei costi, compreso quello delle residue rate del modem. Per maggiori dettagli consulti la ns. scheda alla voce disdetta anticipata: https://sosonline.aduc.it/scheda/telefonia+guida+veloce+ai+diritti+alle+tutele_1378.php