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Canone Rai anche per un pc? Interrogazione parlamentare
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Comunicato 
11 giugno 2008 0:00
 
Intervento della Senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale-Partito Democratico
 
Canone Rai anche per un pc? Una domanda semplice, una richiesta elementare di chiarezza che da anni rivolgo ad ogni possibile istituzione competente, senza successo alcuno e che oggi ripropongo con una interrogazione parlamentare depositata insieme al sen. Marco Perduca. Chissa' che con una nuova legislatura, un nuovo Governo, un nuovo clima e nuovi ministri non otterro' finalmente una risposta.
Nel frattempo, fra rimpalli di responsabilita' e l'assenza di qualsiasi conferma ufficiale, migliaia di famiglie sono state oggetto di richieste di pagamento del canone per il solo possesso di un pc o un videofonino, spesso attraverso cartelle esattoriali e provvedimenti di riscossione. Una situazione aggravata dalla disparita' di trattamento riservata invece alle oltre 4 milioni di imprese con connessione Internet, e quindi anche di un pc, alle quali il canone non viene richiesto.
 
LA VICENDA IN BREVE - La confusione sul cosiddetto “canone di abbonamento” alla Rai e' alimentata da un Regio decreto legge del lontano 1938, in cui si specifica che tale tassa e' dovuta per il possesso di “apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni”. In altre parole, qualsiasi apparecchio che teoricamente possa essere modificato per guardare un programma televisivo ne e' soggetto. La Rai, conscia di questo, ha cominciato a pretendere l'imposta non solo per i televisori, ma anche per i “personal computer, decoder e altri apparecchi multimediali”. Ne consegue che la richiesta potrebbe essere estesa anche a iPod, videocellulari, videocamere, riproduttori Dvd e Vhs, macchine fotografiche digitali, etc.
Ma sollecitata ufficialmente dall'Aduc (l'associazione per i diritti degli utenti e consumatori che ha supportato tutta la mia iniziativa) su quali apparecchi fossero effettivamente assoggettabili all'imposta, la Rai si e' dichiarata incompetente ed ha demandato la questione all'Agenzia delle Entrate, la quale a sua volta ha rimesso il quesito al ministero delle Comunicazioni. Ma anche quest'ultimo, destinatario insieme al ministero dell'Economia e delle finanze di ben quattro interrogazioni parlamentari nella passata legislatura, non ha mai risposto.
 
L'interrogazione e' rivolta al ministro dello Sviluppo Economico (che ha accorpato l'ex ministero delle Comunicazioni) e al ministro dell'Economia e Finanze, e ripercorre tutto il travagliato iter 'senza risposta' di questi anni.
 
Qui il testo dell'interrogazione:
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