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 ITALIA - ITALIA - CambieRai: piu' cultura e internazionale
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Notizia 
27 luglio 2016 14:25
 
Se la riforma del canone garantisse stabilmente nel tempo più risorse economiche, queste dovrebbero essere utilizzate per ampliare e migliorare l'offerta dei contenuti dei programmi Rai in modo da rendere il servizio offerto più distinguibile da quello delle altri emittenti private rispetto alle quali è percepita una certa omologazione per tutti i contenuti, eccezion fatta per quelli culturali. Arte e cultura italiana sono infatti i temi principali a cui il Servizio Pubblico dovrebbe dare spazio sia per accrescere il senso di appartenenza ad una comunità locale sia per rafforzare il senso di identità nazionale per il quale è anche importante che la Rai tratti i temi relativi alle eccellenze italiane. Ma anche un servizio pubblico che abbia una dimensione più internazionale, non solo attraverso un canale in lingua inglese che promuova lo stile, la cultura e l`identità italiani, ma anche con produzioni di fiction, cartoon, documentari e format pensati anche per il mercato internazionale. Un servizio pubblico che abbia un ruolo importante nel ridurre il digital divide, produrre programmi fruibili su tutte le piattaforme e da tutti i dispositivi, essere allineata ai migliori standard tecnologici internazionali, facendo ricorso soprattutto a programmi di informazione all'uso di Internet. Queste le principali indicazioni uscite dalla consultazione pubblica, prevista dalla riforma della governance Rai. Per la prima volta con "CambieRai" è stata data la parola ai cittadini sull'idea di servizio pubblico che vorrebbero, in vista della nuova Convenzione tra lo Stato e la Rai.
È opinione diffusa - emerge dal report realizzato dall'Istat - che la Rai debba quindi trasmettere più contenuti culturali (teatro, musica, arti visive, danza) anche investendo direttamente nella produzione artistica. In particolare, per circa l'80% dei partecipanti è importante incrementare la programmazione di musica, teatro e arti visive, mentre minore rilievo viene dato alla danza, sebbene oltre la metà dei partecipanti (57,3%) ritenga che anche su questo tema sia importante investire. La necessità di percorrere la strada dell'innovazione appare abbastanza evidente dal cambiamento del modo di informarsi che vede social network, giornali online e altre fonti di informazione digitale affiancare i classici telegiornali e notiziari. Un Servizio Pubblico che rispetta il principio dell'universalità, emerge dalla consultazione la quale offre, però, un quadro non altrettanto positivo relativamente al rispetto degli altri principi - innovazione, indipendenza e trasparenza - dai quali l'attuale Servizio Pubblico sembra essere ancora distante, osserva il report. Diversi i ruoli che il Servizio Pubblico dovrebbe avere all'interno della società, dall'essere promotore di start-up nel settore audiovisivo e digitale, all'essere un "intermediario" tra cittadini e pubblica amministrazione migliorandone i rapporti e diffondendo la conoscenza dei servizi pubblici attraverso social network o programmi tematici. La Rai è "presente" nelle abitudini di vita dei partecipanti alla consultazione che fruiscono dei suoi programmi quasi tutti i giorni con intensità crescente all'aumentare dell'età. Gli strumenti tradizionali, apparecchi TV e radio, sono i più utilizzati, sebbene stiano emergendo smartphone, tablet e pc, utilizzati occasionalmente da quote non indifferenti di individui appartenenti alle fasce di età più giovani. La qualità del segnale è ritenuta buona. La crescente diffusione di Internet sembra aver cambiato le abitudini dei partecipanti alla consultazione rispetto al modo di informarsi. Oltre la metà dei rispondenti (52,7%) già oggi affianca giornali online, social network e altre fonti di informazione digitali a telegiornali e notiziari; il 29,4% si informa principalmente attraverso Internet e guarda poco i telegiornali e solo il 17% sostiene che continuerà a informarsi attraverso TG e GR. Se l'affiancare telegiornali e notiziari a giornali online e social network è un atteggiamento trasversale a tutte le fasce di età, l'informarsi solo attraverso Internet è più diffuso nelle classi "25-34" e "35-54" anni (40% circa contro 29% del totale). L'informazione online che si vorrebbe ricevere dalla Rai riguarda principalmente le notizie sul mondo (55,3%), sebbene risulti anche una richiesta di informazioni "personalizzate": infatti, "più notizie che riguardino i miei interessi" è stato scelto da quasi il 20% dei partecipanti e "solo le notizie che scelgo in base alle mie preferenze" dal 25,1%. Per adempiere alla sua missione educativa, il Servizio pubblico dovrebbe avere tra le sue priorità la produzione di contenuti originali a scopi didattici (49,2%), la valorizzazione degli archivi Rai per scopi didattici e di ricerca (37,6%) ma anche aumentare la visibilità dei programmi educativi. Tra i temi a cui la Rai dovrebbe dedicare più spazio, emergono l'ambiente (quasi il 50% dei rispondenti), l'integrazione e la coesione sociale (34,2%) e i diritti (34,1%). La particolare attenzione che il Servizio Pubblico dovrebbe dare alle persone con disabilità viene confermata dall'ultimo quesito della consultazione: quasi il 95% dei partecipanti ritiene che sia importante che la RAI garantisca la piena accessibilità di tutti i suoi servizi e contenuti alle persone con disabilità sensoriali (quasi l'80% lo considera molto importante).
Nel report, realizzato da Istat, si illustrano i principali risultati della consultazione, tenendo però presente che le percentuali riportate nei commenti fanno riferimento unicamente al totale dei rispondenti che hanno completato il questionario della consultazione e non hanno alcun valore di rappresentatività rispetto al totale della popolazione italiana. Per partecipare alla consultazione pubblica occorreva compilare un questionario web accessibile sul sito www.cambierai.gov.it del ministero dello Sviluppo Economico disponibile per 45 giorni, dal 17 maggio al 30 giugno 2016. Il questionario, da compilarsi su base volontaria, era composto da 36 quesiti. I contenuti sono stati definititi da sedici tavoli tecnici distribuiti in 4 macro-aree (Sistema Italia, Industria creativa, Digitale, Società italiana), convocati dal ministero dello Sviluppo Economico il 12 aprile 2016 all'Auditorium-Parco della Musica di Roma. Oltre alle associazioni di autori e produttori del mondo della tv, del cinema, della radio, dell'animazione e dell'informazione, erano presenti le organizzazioni del made in Italy, del turismo, del digitale, dei beni culturali, del terzo settore, della scuola e università, dei consumatori. Alla consultazione pubblica hanno partecipato 11.188 persone delle quali 9.156 hanno completato ed inviato il questionario. 
 
 
 
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