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 ITALIA - ITALIA - La Rai di Tarantola
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Notizia 
14 ottobre 2014 14:04
 
"Fare la differenza". Questo e' il "primo comandamento" al quale deve rispondere qualsiasi servizio pubblico, e la Rai non ne e' esclusa". Lo ha detto Anna Maria Tarantola, presidente dell'azienda di Viale Mazzini, nel suo intervento al panel 'Mission per il servizio pubblico radio televisivo', nel corso della prima delle tre giornate di lavori che la Rai promuove, distribuite in un arco di due mesi, per parlare di missione , indipendenza e governance del servizio pubblico. "Purtroppo negli ultimi 20 anni - ha aggiunto - c'e' stata una rincorsa all'audience e agli introiti pubblicitari", a discapito quindi della qualita'.Adesso si sta correndo ai ripari, e la Rai ha rinunciato a programmi che avevano un forte appeal di auditel e ricavi pubblicitari. "Non abbiamo altra scelta che fare la differenza rispetto all'offerta dei privati - ha detto ancora Tarantola - erispetto anche alle pay tv che hanno il legittimo scopo di fare profitto e per questo fanno un'offerta adeguata pero' solo a chi se la puo' permettere". Come pure una differenza va fatta nei confronti degli operatori del web, "la Rai insomma deve essere differente e apparendo anche come tale. Lo si puo' fare creando valore per il proprio Paese, per i proprio cittadini. Non e' solo un valore culturale ma anche economico e sociale". La presidente della Rai ha sottolineato l'esigenza di rafforzare l'identita' e cultura nazionale; favorire la formazione di una cittadinanza attiva e consapevole; proteggere e incoraggiare il pluralismo in un' ottica di inclusione, "pluralismo non e' solo dare voce ai partiti secondo regole matematiche ". Un servizio pubblico ben gestito "ha un valore anche economico", ha aggiunto. Ed e' importante "la condivisione della missione, e ci vuole una definizione di norme che non possono cambiare ad ogni rinnovo di contratto con la concessionaria. La condivisione e' fondamentale". Tarantola ha anche detto che "e' giusto pretendere cheRai sia ben gestita e che renda conto del suo operato in funzione del conseguimento dei risultati e in funzione della mission, e non della singola azione che rimanda alla reponsabilita' del singolo amministratore". Una soluzione ottimale sarebbe inoltre quella di consentire alla Rai di essere sul mercato operando su un terreno livellato, non va dimenticato infatti che l'azienda di Viale Mazzini e' in parte chiamata ad operare come una societa' privata ma al tempo stesso e' tenuta alle regole proprie dell'essere pubblica. Tarantola ha rivendicato per la Rai risorse adeguate, e sul capitolo indipendenza "un adeguato sistema di governance" e senza che ci sia influenza esterna. Anzi sarebbe il caso di semplificare la catena di controllo sulla Rai , oggi esercitato da bene 7 organi di controllo, modificando anche i criteri di nomina del Cda. In precedenza, nell'introduzione generale dei lavori, la stessa Tarantola aveva sottolineato che punto di partenza e' la mission , e vale per ogni servizio pubblico: "avere chiaro chi legittima il servizio pubblico e a chi deve rendere conto", in una fase in cui la sfida e' rappresentata dal passaggio dall'essere broadcast a diventare una media company . "L'indipendenza deve essere la cifra distintiva del servizio pubblico" e questa non si persegue se non c'e una buona governance e non si hanno risorse adeguate. Le stesse modalita' di nomine del Cda "sono importanti ma non sufficienti ai fini del buon funzionamento" di questo organismo. Anche la composizione, per formazione e genere, e' molto importante, "come pure una chiara distinzione di ruolo" per evitare situazioni 'grigie' . E quanto al canone, in Italia l'evasione e' sempre molto elevata, intorno al 27% contro una media Ue del 9%. "tante le cause, ma su tutte un sistema di riscossione non efficace", ha detto Tarantola, ribadendo comunque che al cittadino interessa capire perche' pagare il canone e questo rimanda alla mission.
 
 
 
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