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WindTre. Dal 2024 aumento dei prezzi senza possibilità  di recesso gratuito. Aduc denuncia all'Antitrust
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Articolo di Emmanuela Bertucci
16 dicembre 2022 5:02
 
 Per i gestori di telefonia, le norme sulle modifiche unilaterali al contratto sono un cappio al collo: costringono il gestore ad avvisare il cliente che, se non accetta la modifica, può recedere gratuitamente e passare alla concorrenza.
Per questo motivo WindTre ha escogitato quella che la stessa società  ha chiamato "la terza via", cioé consentire al consumatore di non accettare la modifica e rimanere con Wind.
Antitrust è intervenuta, condannando WindTre su denuncia di Aduc.
E così WindTre, che nel frattempo è stata nuovamente denunciata da Aduc per una condotta pressoché identica, ha deciso di aggirare la norma sulle modifiche unilaterali - per evitare che i consumatori possano esercitare il diritto di recesso - inserendo nei propri contratti una clausola sull'adeguamento annuale del prezzo, già  applicabile ai nuovi contratti di telefonia fissa e mobile dal 21 novembre 2022 e ai cambi di piano tariffario:

"Il cliente prende atto e accetta che, da gennaio 2024, in caso di variazione annua positiva dell'ndice nazionale dei prezzi al consumo FOI rilevata da ISTAT nel mese di ottobre dell'anno precedente, WINDTRE ha titolo di aumentare il prezzo mensile del Servizio di un importo percentuale pari alla variazione di tale indice o comunque pari almeno al 5% ove tale variazione fosse inferiore a detta percentuale. L'adeguamento, applicato entro il primo trimestre di ciascun anno, non costituisce una modifica contrattuale ai sensi dell'art. 2.4 delle Condizioni Generali di Contratto e, pertanto, non conferisce al Cliente diritto di recesso senza costi dal Contratto. L'mporto del prezzo mensile del Servizio, così adeguato, potrà  essere arrotondato per difetto al centesimo di euro. WINDTRE segnala annualmente tale adeguamento sul proprio sito Internet e con pubblicazione su un quotidiano nazionale nei sette giorni solari precedenti".

Ciò vuol dire che:
- è WindTre ogni anno a decidere se aumentare il prezzo
- se l'indice è negativo il prezzo non scenderà;
- se l'indice è superiore al 5%, l'aumento sarà  pari alla variazione;
- se l'indice è inferiore al 5%, l'aumento potrà  essere del 5% o superiore, decide WindTre.
E ciò senza alcuna comunicazione al consumatore che si vedrà  semplicemente richiedere il nuovo - più alto - prezzo da pagare.
Un'operazione simile a quella annunciata da TIM, che aggancia il prezzo ad un altro indice (l'indice di inflazione IPCA) e pone un tetto massimo all'aumento del 10%.
La clausola introdotta da WindTre è, a nostro avviso, aleatoria per il solo consumatore che conosce il prezzo del servizio che acquista solo per il primo anno.
E ciò per due motivi: in primo luogo, è il professionista a decidere se applicare o meno l'aumento, in base a valutazioni di politica aziendale, riservandosi il diritto di modifica del prezzo (WindTre "ha titolo"). Per contro, il consumatore potrà  esclusivamente subire la decisione del professionista di aumentare o meno il prezzo del servizio.
Sotto il secondo profilo, spiccatamente aleatoria è la previsione che consente al professionista, nel caso in cui la variazione dell'indice nazionale dei prezzi al consumo FOI rilevata da ISTAT sia inferiore al 5%, di "aumentare il prezzo mensile del Servizio di un importo [...] comunque pari almeno al 5%". Ad esempio, in caso di variazione dell'indice pari al 3%, WindTre potrà  aumentare il prezzo di una percentuale che potrà  essere pari al 5%, come al 8% o al 20%.

Si tratta, a nostro avviso, di una pratica commerciale scorretta che abbiamo denunciato all'Antitrust.

 
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