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Internet. Facebook censura campagna referendaria per legalizzazione cannabis. Ridicola e pericolosa per la democrazia
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Comunicato di Pietro Yates Moretti
25 agosto 2010 14:07
 
  Facebook censura le pubblicità a favore del referendum sulla legalizzazione della cannabis in California. Incredibilmente, il gigante del social networking ha deciso che le foglie di cannabis non possono apparire sugli ads (gli spot online), di fatto censurando i fautori della legalizzazione.
Facebook e' ovviamente libera di censurare cio' che vuole. Ma questa vicenda mostra non solo una decisione stupida -un po' come se durante il proibizionismo sull'alcool fosse stato vietato di pubblicare immagini che rappresentassero grappoli d'uva- ma anche la potenziale pericolosità che deriva dalle posizioni dominanti. Visto il quasi monopolio di questo innovativo e sempre piu' diffuso mezzo di comunicazione, un intervento cosi' pesante su un dibattito politico ha conseguenze sulla sfera pubblica e sui meccanismi della democrazia.
Di recente Facebook aveva già assunto posizioni discutibili sulla privacy dei propri utenti arrivando addirittura a coniare il motto "la privacy è morta". Le aziende pubblicitarie erano state cosi' in grado di ottenere informazioni personali riguardanti gli utenti. La valanga di proteste lo avevano costretto a fare marcia indietro.
Anche in questo caso, Facebook farà bene a fare marcia indietro, e subito.
Gli utenti di questo social network si facciano sentire:
- scrivendo allo staff;
- cambiando la propria icona con una foglia di marijuana.
Soprattutto, risulta sempre piu' urgente differenziare il proprio modo di fare social network, utilizzando anche siti diversi da Facebook. Questa vicenda dimostra la pericolosità del monopolio di qualunque mezzo di comunicazione.
 
 
 
 
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