testata ADUC
 ITALIA - ITALIA - Gentiloni fa il punto sul caso Telecom
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
18 aprile 2007 0:00
 
Nella partita Telecom ci sono in gioco 'interessi del Paese, non di una parte politica', per questo il Governo non puo' essere 'indifferente', ma non puo' nemmeno esercitare alcuna 'interferenza'. Il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, in un' audizione al Senato traccia i confini del territorio all'interno del quale l'esecutivo intende muoversi, che e' poi quello di regole 'forti e severe' per una rete che resti in mano privata, senza preclusioni verso gli stranieri ma con l'auspicio che a 'vincere' siano le imprese italiane senza l'aiuto dello Stato. 'Nessun governo di un grande Paese occidentale - esordisce Gentiloni all'indomani delle polemiche suscitate dalle dichiarazioni dell'ambasciatore Usa Ronald Spogli e del presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo dopo il ritiro di At&t - sarebbe indifferente, e noi non lo siamo'. Infatti 'essendo in gioco il destino della nostra principale azienda privata sarebbe stato incomprensibile, e irresponsabile, un atteggiamento di indifferenza da parte del Governo'. Gentiloni pensa in particolare all'unitarieta' dell'azienda, all'occupazione, alla ricerca, alla rete: tutti 'elementi che interessano i nostri concittadini e che influiscono sulla qualita' dei servizi essenziali'. Tuttavia, ha aggiunto, 'sin dal primo momento il nostro atteggiamento e' stato improntato a preoccupata attenzione per l'evolversi della vicenda, ad assoluto rispetto dei diritti degli azionisti e delle dinamiche di mercato, ad attenzione alle regole e alle Autorita' indipendenti che devono farle rispettare'. Tra l'indifferenza e l'interventismo, insomma, ce ne passa. Gentiloni ricorda infatti che non e' stata utilizzata la golden share ('improponibile'), ma si e' semplicemente proseguito sulla strada della separazione funzionale della rete, secondo un percorso gia' avviato da mesi, attraverso il rafforzamento dei poteri dell'Autorita' per le tlc che verranno assicurati dall'emendamento 'probabilmente' applicato al ddl liberalizzazioni. Un emendamento che consenta al regolatore di definire regole che portino a un duplice obiettivo: 'Equivalenza di accesso alla rete e remunerazione per gli investimenti assai cospicui che si rendano necessari'. Quello che il governo non ha nessuna intenzione di fare, quindi, e' 'un salvataggio pubblico', peraltro sbagliato visto che 'l'azienda non e' decotta' e visto che un ritorno alla rete pubblica e' impensabile. Ma certamente di 'preoccupata attenzione per l'evolversi della vicenda', senza 'fare l'allenatore di cordate italiane', ma al massimo auspicando che il compratore sia tricolore: perche' non si tratta di 'una sfida impossibile' ma di 'una partita che imprese e capitali del nostro Paese possono affrontare e vincere solo contando sulle proprie forze e non sulla benevolenza dell'arbitro, ossia dello Stato'. Della partita, avverte pero' il ministro, difficilmente potra' essere Mediaset, perche' la legge Gasparri vieta anche un mero collegamento tra le due aziende. L'Italia, assicura comunque Gentiloni, e' ben aperta anche agli stranieri, come dimostra il fatto che 'in questo settore le imprese sono quasi tutte' in mani non italiane: 'Siamo un Paese affidabile - conclude - come lo sono gli Stati Uniti'.
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS