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 ITALIA - ITALIA - Inchiesta Telecom: fermati altri due manager
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Notizia 
31 gennaio 2007 0:00
 
Andrea Pompili e Alfredo Melloni sono stati fermati stamani dai Carabinieri di Milano, nell'ambito della vicenda sulle intercettazioni illegali telefoniche condotta dal gip Giuseppe Gennai. I due sono componenti del cosiddetto "Tiger team" di Telecom Italia, la squadra di esperti informatici che avrebbe dovuto difendere la società, spiando concorrenti e "nemici", responsabile dell'attacco ai computer del giornalista del Corriere della Sera, Massimo Mucchetti e dell'ex Ad di Rcs Vittorio Colao.
L'accusa per i due arrestati è quella di associazione a delinquere finalizzata all'accesso informatico abusivo. Due settimane fa erano stati arrestati l'ex responsabile dell'Information Security della società, Fabio Ghigni, il giornalista Guglielmo Sasinini, il consulente Rocco Lucia e l'ex capo della sicurezza Telecom Giuliano Tavaroli. Ed è stato proprio Lucia ha rivelare agli inquirenti i nomi di Pompili e Melloni per le incursioni nei computer di Massimo Mucchetti e Vittorio Colao.
Dalle indagini condotte dal gip di Milano è già emerso il ruolo degli altri componenti del team nel tentativo di distruggere il contenuto dei Pc di Mucchetti e Colao. In particolare il giornalista Sasinini avrebbe preparato il terreno all'"agguato" informatico compiendo un'intensa attività di pre-dossieraggio sui bersagli, mentre Lucia avrebbe resettato la "macchina romana" (ovvero un server molto potente), dalla quale partì l'azione, facendo così sparire ogni traccia dell'intervento. Non ancora del tutto definiti, invece, i contributi portati all'atto di pirateria telematica da Ghioni e Tavaroli. Inoltre, nell'ordinanza d'arresto dello scorso 18 gennaio, il gip aveva scritto che dalla attività di spionaggio al centro dell'inchiesta aveva tratto beneficio il "proprietario di controllo" di Telecom, che aveva coperto "l'attività delle spie". Conclusioni che l'allora presidente dell'azienda, Marco Tronchetti Provera, aveva rifiutato, ribadendo "con forza la sua totale estraneità" alla vicenda e di "non aver mai, durante la presidenza di Telecom Italia o di Pirelli e neppure prima, dato incarico alcuno per lo svolgimento di attività illegali". L'ex numero uno della Telecom si riservò anche di "adire le vie legali nei confronti di coloro i quali abbiano fatto o continuino a fare dichiarazioni gravemente lesive della sua onorabilità".
 
 
 
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