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 ITALIA - ITALIA - Manifesto anti 'digital divide' di Confcommercio
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21 marzo 2007 0:00
 
Realizzazione di un mercato aperto; sviluppo di tecnologie, come quelle wireless, sviluppo degli strumenti di e-government a favore delle PMI; potenziamento di programmi di formazione per piccoli imprenditori. Sono i punti del Manifesto dell'Innovazione lanciato da Confcommercio in occasione di un convegno a Roma sul 'Digital divide'. "Negli ultimi anni il settore dell'Information & Communication Technology - si legge in una nota di presentazione - e' diventato uno degli strumenti fondamentali attraverso cui incrementare la produttivita' e la competitivita' dei sistemi Paese e allo stesso tempo delle imprese che vi operano". Se infatti sulla base delle ultime ricerche effettuate e dei numerosi studi, questo settore, nell'ultimo decennio, ha creato ricchezza e occupazione crescendo piu' rapidamente degli altri segmenti economici, dall'altro pero' uno dei fattori principali nel determinare e ampliare i gap di competitivita' tra i vari Paesi e fra i vari soggetti coinvolti e' il "Digital divide", inteso come differenziale di investimenti nel settore dell'Information Technology, il divario, quindi, fra chi accede all'innovazione tecnologica e chi no. Con tali premesse, l'osservazione del fenomeno del divario digitale e delle politiche attuate per il suo superamento costituisce per Confcommercio un terreno di sicuro interesse, sul quale formulare delle proposte in grado di incidere positivamente sul progresso economico, sociale e culturale del Paese. La Confcommercio suggerisce in primo luogo, di incidere sulle Istituzioni e sull'economia reale, sulla struttura produttiva e distributiva, sulle Universita' e sulla scuola, sul sistema della ricerca, sulle infrastrutture, sulla creazione e diffusione dell'innovazione. Ovviamente tenendo in debito conto la stabilita' macroeconomica. "Occorre, dunque un nuovo Piano per l'Italia Digitale che sia in grado di coinvolgere con una visione di sistema, Istituzioni Locali, Sindacati, Associazioni Imprenditoriali e dei Consumatori, Universita' e tutto il mondo della formazione su cui il Governo dovra' avviare una riflessione. Tra i punti principali del Manifesto:
- Realizzazione di un mercato aperto in cui i competitor possano entrare ed operare in piena concorrenza. E' necessario adottare misure che creino sviluppo e dinamicita' all'interno del mercato, sfruttando tecnologie efficienti e accessibili anche ai piccoli e nuovi operatori. In particolare, si propone l'attuazione di una politica di gestione e controllo della rete infrastrutturale che permetta la sua massima efficienza e, al contempo, l'interconnessione degli operatori a condizioni concorrenziali. La liberalizzazione delle TLC dovrebbe introdurre una netta riduzione dei costi e un miglioramento dei servizi.
- Sviluppo di tecnologie, come quelle wireless, che creino spazi di mercato in cui i piccoli operatori possano posizionarsi concorrenzialmente al fine di offrire soluzioni adatte alle PMI. In particolare, per quanto riguarda il WIMAX si auspica che tutte le frequenze siano assegnate ad un unico soggetto con il vincolo di non poter vendere all'utenza finale, ma solo agli operatori. Facendo gravare su tale entita' l'obbligo di operare con i vari operatori in modo non discriminatorio. Tale misura garantirebbe un uso efficiente della risorsa e nel contempo permetterebbe anche alle realta' piu' piccole e piu' localizzate sul territorio di godere dell'uso di questa tecnologia con grande vantaggio per le PMI.
- Sviluppo degli strumenti di e-government a favore delle PMI. Favorire, quindi, le attivita' di sensibilizzazione, di formazione, di assistenza e di consulenza a vantaggio delle piccole e medie imprese, affinche' possano accedere a questo nuovo mercato delle forniture pubbliche. L'apertura alle piccole e medie imprese del mercato dell'e-procurement favorirebbe la competitivita' delle stesse e anche un impulso a dotarsi tecnologicamente e potenziare i propri investimenti in ICT.
- Potenziamento di programmi di formazione per piccoli imprenditori - soprattutto in quei settori in cui le nuove tecnologie stentano a penetrare - sfruttando anche il ruolo strategico delle organizzazioni di categoria. Una maggiore diffusione della consapevolezza informatica e, quindi, delle capacita' di utilizzazione degli strumenti tecnologici permette, infatti, di effettuare una valutazione piu' mirata dell'investimento e in subordine una ottimizzazione del risultato grazie alla migliore utilizzazione degli stessi. Se sino ad oggi i soli grandi gruppi industriali hanno avuto la possibilita' di investire in formazione, e' necessario colmare questo gap e permettere anche alle piccole imprese di accedere alla cultura informatica.
 
 
 
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