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 ITALIA - ITALIA - Nei 700 call center italiani lavorano 250 mila addetti
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Notizia 
30 gennaio 2007 0:00
 
"Un mese dopo l'approvazione della Finanziaria, 8.000 persone sono gia' state stabilizzate grazie agli accordi sindacali e alle norme volute dal governo ma noi stimiamo che grazie alle risorse stanziate si possa raggiungere l'obiettivo di 60-70.000 contratti a tempo indeterminato".
Cesare Damiano, ministro del Lavoro, parlando al popolo dei call center riunito in una albergo palermitano dai sindacati confederali di categoria si dice ottimista "perche' anche piccoli risultati possono costituire le premesse per raggiungere grandi obiettivi". E' lo stesso Damiano a ricordare che in tutta Italia ci sono 700 aziende di call center con circa 250 mila addetti.
Nelle sei maggiori aziende del settore che operano a Palermo, su circa 6.300 ne sono stati stabilizzati poco piu' della meta' ma per gli altri sono gia' stati siglati accordi. Ma Giuseppe Lupo, segretario provinciale Cisl, ricorda che esistono decine di piccole realta' sommerse di cui si sa poco o nulla. "A Palermo sono stati censiti circa 70 call center con una stima di almeno 10.000 addetti. Su questo occorre lavorare per stanare il lavoro nero".
E il presidente del comitato regionale dell'Inps, Salvatore Tripi, puntualizza che nella sola provincia di Palermo ci sono 55.000 iscritti alla gestione separata, di cui 45.000 attivi, per la maggior parte con contratti a progetto in tutti settori economici. In Sicilia gli iscritti sono 350.000, di cui almeno 250.000 attivi. "E' sicuro che le stesse distorsioni sull'applicazione della legge Biagi riscontrate nei call center riguardino tutti gli altri comparti".
"Alle aziende -gli fa eco Rosario Faraone, segretario provinciale Slc-Cgil- chiediamo di rendesi disponibili alla contrattazione e ai lavoratori di uscire dall'anonimato".
Da parte sua il ministro Damiano ha annunciato la costituzione di un Osservatorio nazionale, insieme con le parti sociali, per verificare la sottoscrizione degli accordi e la stabilizzazione dei pecari ed ha ricordato che "le norme approvate al governo partono dai call center ma vanno applicate in tutti i settori. Ma le buone norme nazionali non bastano se a livello locale non si passa al controllo del territorio attraverso le ispezioni e gli accordi tra le parti sociali".
 
 
 
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