La polizia americana utilizza i dati di localizzazione dei cellulari raccolti da Google per sbloccare casi in cui non ci sono testimoni né indizi forti. La pratica di emettere mandati di perquisizione per avere accesso ai dati di localizzazione di un sospettato era già diffusa negli USA, ma a partire dal 2016 gli investigatori hanno cominciato a rivolgersi alle grandi compagnie tecnologie per ottenere i dati relativi a tutti coloro che si trovavano nelle vicinanze del luogo in cui è avvenuto il delitto per incriminarli. Oltre a sollevare delle preoccupazioni per la privacy dei cittadini, questo sistema può portare all'incarcerazione di persone innocenti
Qui l'articolo del quotidiano The New York Times
(da Scienza in rete)