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 ITALIA - ITALIA - Rete Telecom: arriva l'emendamento del Governo
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Notizia 
24 aprile 2007 0:00
 
Il governo ha presentato l'emendamento che riconosce maggiori poteri all'Autorita' per le Comunicazioni in tema di separazione della rete Telecom. Il testo (vedi) e' stato trasmesso dal ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, che lo ha messo a punto, al ministro dei Rapporti con il Parlamento Vanino Chiti che lo depositera' in commissione Attivita' Produttive della Camera, dove confluira' nel ddl liberalizzazioni.
Piu' poteri all'Agcom. L'emendamento modifica l'articolo 45 del Codice delle Comunicazioni elettroniche (in pratica il Testo unico delle tlc) e amplia i poteri dell' Agcom che, nel caso la trattativa in atto con la societa' non si concluda con un' intesa condivisa, potra' imporre la separazione strutturale delle infrastrutture tramite "un preciso iter procedimentale per raggiungere tale scopo, nel rispetto delle indicazioni del quadro normativo comunitario e in linea con i piu' recenti provvedimenti legislativi nazionali".
Non solo ultimo miglio. Per quanto riguarda l'oggetto, e cioe' "la rete pubblica di accesso" la nozione citata dal provvedimento "non e' circoscritta al cosiddetto ultimo miglio" ma riguarda una piu' elastica definizione finalistica, che comprende tutti gli apparati e gli elementi che compongono la rete "ivi incluse le componenti necessarie alla fornitura di servizi a banda larga". L'emedamento ribadisce pero', che questi poteri 'atipici' che vengono riconosciuti all' Agcom, potranno essere utilizzati solo nel caso che fallisca la trattativa, gia' incorso con la Telecom, per arrivare ad un'intesa condivisa sulla separazione funzionale della rete in modo da garantire "la piena parita'di trattamento tra tutti gli operatori". La relazione allegata all'emendamento Gentiloni, sottolinea come anche la normativa europea piu' recente preveda "in circostanze eccezionali" che le autorita' di regolamentazione nazionali possano imporre agli operatori aventi un significativo potere di mercato "obblighi ulteriori, non predeterminati, il cui contenuto deve essere plasmato in modo da poter far fronte a queste situazioni del tutto particolari" rispetto alle quali gli interventi derivanti dalle cosiddette 'analisi di mercato' preventive "potrebbero rilevarsi non soddisfacenti".
Da qui la scelta del governo italiano di dare maggiore poteri all'Agcom, anche rispetto a quelli che gli aveva gia' riconosciuto con il primo decreto Bersani, convertito ad agosto scorso. Si tratta della possibilita' di raggiungere intese condivise con le societa' sotto 'osservazione' in modo da evitare interventi sanzionatori. Un potere gia' operativo per quanto riguarda l'attivita' dell'Antitrust. Per il governo pero', gli attuali poteri dell' Agcom, compresi i piu' recenti, non risultano sufficienti per raggiungere l'obiettivo di separazione strutturale della rete. "L'assunzione degli impegni - si legge nella relazione - non puo' realisticamente scaturire, infatti, da un'iniziativa del tutto autonoma dell' impresa che decida spontaneamente di conformare la propria attivita' facendo proprio il fine istituzionale di promozione della concorrenza". Per questo l'Autorita' deve avere "la disponibilita' di sicuri strumenti autoritativi" in modo da poter effettuare una 'moral suasion' sull'operatore e arrivare magari ad un'intesa condivisa senza vedersi imporre la separazione funzionale della propria rete 'dall'alto'. Da qui la decisione dell' esecutivo di intervenire con una modifica normativa al Codice delle Comunicazioni.
Separazione funzionale non societaria. La nuova norma, naturalmente, parla esplicitamente di separazione funzionale della rete Telecom, e mai di separazione societaria. All' Autorita' per le tlc, infatti,la norma non riconosce il potere di imporre tale ultima soluzione, che potra' essere introdotta solo tramite un accordo condiviso con la societa'. Allo stesso tempo l'emendamento non affronta, ma non poteva essere altrimenti, il problema degli investimenti necessari allo sviluppo della nuova rete in fibra ottica, la New Generation Network, per la quale si parla di un costo tra i 6 e i 10 miliardi di euro. Spettera' all' Agcom trovare un sistema per 'remunerare' gli investimenti sulle infrastrutture a fronte di un'apertura delle infrastrutture a tutti gli operatori. L'emendamento Gentiloni arrivera' alla Camera entro il 2 maggio, prima del termine fissato dalla commissione Attivita' Produttive per le proposte di modifica al ddl liberalizzazioni, fissato per il 4 maggio.
 
 
 
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