Il sindacato di categoria Verdi è pronto a continuare per mesi lo sciopero contro i piani di ristrutturazione di Deutsche Telecom. Ad annunciarlo è il responsabile delle trattative di Verdi, Lothar Schroeder, in un'intervista alla Welt.
Schroeder accusa il colosso delle telecomunicazioni di cercare un inasprimento dello scontro, ricorrendo a metodi riprovevoli per convincere i dipendenti a tornare al lavoro (come telefonate a casa o lettere intimidatorie). Lo sciopero, spiega non è certo economico "ma è finanziabile e possiamo resistere a lungo".
Per abbassare i costi, dal primo luglio Deutsche Telekom vuole trasferire 50mila dipendenti in tre nuove società (chiamate T-Service), con orari di lavoro più lunghi (da 34,5 a 38 ore settimanali) e paghe inferiori; in cambio l'azienda vuole prolungare fino al 2011 la garanzia contro i licenziamenti. Il piano viene respinto da Verdi che, dopo la rottura delle trattative, ha iniziato uno sciopero nazionale, arrivato alla terza settimana. Venerdì hanno incrociato le braccia circa 15mila lavoratori e per i prossimi giorni è prevista un'ulteriore crescita delle proteste. Le azioni riguardano soprattutto i call center, l'assistenza ai clienti e il supporto tecnico. "Se i dipendenti verranno costretti ad accettare il contratto, il conflitto proseguirà anche nelle nuove società", minaccia Schroeder.
Il nuovo capo del personale di Deutsche Telekom, Thomas Sattelberger, ha intanto messo in guardia i dipendenti dalle conseguenze di un mancato accordo. I lavoratori che non accetteranno il posto in T-Service potranno essere licenziati, ha detto Sattelberger. In caso di necessità, ha aggiunto, Dt è pronta a realizzare i suoi piani anche senza l'appoggio del sindacato.
Verdi ha invitato i suoi iscritti, anche quelli di altri settori, a partecipare mercoledì a una "giornata di solidarietà" coi dipendenti Telekom. Per l'ex monopolista tedesco si tratta del primo sciopero dalla privatizzazione del 1995.