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 ITALIA - ITALIA - Telecom Italia: utili in calo del 6,3%
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8 marzo 2007 0:00
 
Riflettori puntati sul consiglio di amministrazione di Telecom Italia che ha approvato i conti 2006 ma non si sarebbe occupato del caso-Telefonica. Il gruppo ha chiuso il 2006 con un utile netto consolidato di 3,014 miliardi di euro, in calo del 6,3% rispetto al 2005. Alla prossima assemblea verra' proposta la distribuzione di un dividendo invariato di 0,14 euro per le azioni ordinarie e di 0,151 euro per le risparmio. Nessuna indiscrezione, invece, per quanto riguarda il piano industriale oggetto dell'esame del cda odierno: "Il piano viene presentato domani e domani vedremo", ha detto il consigliere Carlo Puri-Negri lasciando la sede della compagnia telefonica. Il nuovo piano triennale della compagnia telefonica, infatti, sara' ufficialmente presentato alla comunita' finanziaria domani in occasione del Telecom Day.
In ballo, quindi, c'e' il futuro della societa' e delle sue strategie internazionali. Il dossier relativo a Telefonica, quindi, "non e' all'ordine del giorno" del consiglio di amministrazione di Telecom Italia, ha detto ancora Puri Negri, aggiungendo: "Non sono un manager, sono solo un semplice consigliere". Occhi puntati, comunque, da parte del mondo sindacale: "Le scelte che si dovranno fare noi vogliamo controllarle giorno per giorno", ha detto il segretario della Cgil Guglielmo Epifani riferendosi al futuro della Telecom. "Aspettiamo - ha spiegato - le decisioni del Cda: stiamo guardando con attenzione questa vicenda perche' si tratta di un grande gruppo industriale del Paese, con tantissimi occupati. I lavoratori hanno pagato un prezzo grande al risanamento".
Intanto la Fondazione Cassa di risparmio di Roma ha fatto sapere di non essere interessata a far parte di un'eventuale cordata chiamata al salvataggio di Telecom Italia ne' a entrare nel Fondo infrastrutture. L'indicazione e' stata fornita dal presidente dell'ente capitolino, Emmanuele Emanuele, nel corso di una conferenza stampa. "Credo", ha spiegato il numero uno della fondazione di via del Corso, "che le fondazioni debbano fare le fondazioni senza sostituirsi ad altri o fare un altro mestiere. Non ho mai voluto fare il banchiere. Ecco perche' non siamo entrati nella Cassa depositi e prestiti, non entreremo nel Fondo infrastrutture e non entreremo mai in Telecom Italia. Devono essere le banche e i fondi a occuparsene". Le fondazioni, ha concluso Emanuele, "devono occuparsi della povera gente e dare risposte alle emergenze sociali".
 
 
 
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