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 FRANCIA - FRANCIA - Telefonia: gli operatori accusano l'Autorita' garante
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Notizia 
28 marzo 2007 0:00
 
L'autorita' delle telecomunicazioni, Arcep, deve far fronte ad una quantita' di critiche senza precedenti. "Il fatturato di Sfr (ndr. il secondo operatore di telefonia mobile in Francia) e' fermo perche' l'Autorita' ha deciso di intervenire in modo energico sul mercato. Si tornera' ad un mercato di prezzi controllati come 25 anni fa!", ha protestato Jean-Bernard Lévy, presidente di Vivendi, casa madre di Sfr, evocando possibili ripercussioni sui lavoratori. "La sovra-regolametnazione porta alla sotto-indutrializzazione", dice Diedier Lombard, presidente di France Télecom, spiegando come la decisione dell'Autorita' si ripercuotera' sui produttori di varie attrezzature. Un altro addetto ai lavori pensa che la concessione di una quarta licenza di telefonia mobile "porra' una questione importante agli altri operatori, anche per quel che riguarda il numero dei dipendenti".

I gruppi francesi penalizzati
La principale lamentela di Orange, altro importante gestore, e Sfr e' relativa all'imposizione di bassi livelli ad alcune tariffe, il crollo del 50% in tre anni dei prezzi delle telefonate dei telefonini, consentendo di trasferire la chiamata sulla rete di un altro operatore. Bouygues lo accetterebbe anche, ma a livelli diversi, considerando le proprie ridotte dimensioni. Egli cerca soprattutto di conservare questa differenza di trattamento. Per il 2006, Idate stima l'impatto di questa nuove norme in 2 miliardi di euro rispetto al giro d'affari degli operatori e in 650 milioni sui loro ricavi. E non e' tutto. L'Autorita' sta preparando ulteriori ribassi per i prossimi tre anni. Alcuni dirigenti di queste aziende sono sicuri che i gruppi francesi sono penalizzati rispetto a Telefonica, Deutsche Telecom e Telecom Italia, dove le misure delle rispettive Autorita' sono meno penalizzanti.
In un recente saggio, due economisti, David Flacher e Hugues Jennequin , sono arrivati alla conclusione che l'attuale regolamentazione del mercato debba essere "rimessa in discussione", perche' essa sara' nefasta concentrandosi troppo sulla concorrenza, e non sugli investimenti per la rete, la ricerca e la creazione di nuovi servizi. Il rischio e' di "vedere il valore che si ripartisce favorevolmente sugli operatori che non sottostanno a queste norme perche' operano attraverso Internet, sui contenuti e sulle attrezzature, a detrimento degli operatori in rete".
Per Ufc-Que choisir, l'Autorita' dovrebbe invece intervenire di piu', "piu' che altro per consentire lo sviluppo degli operatori virtuali", dice Julien Dourgnon, direttore del centro studi. Sulle tariffe non dimentichiamo che all'inizio gli operatori hanno beneficiato di una enorme rendita: sono stati gli utenti dei telefoni fissi che hanno finanziato lo sviluppo della telefonia mobile. Oggi ci si orienta sui costi. Non c'e' un'ingiustizia. Tutti gli operatori in Europa convengono che e' un'esigenza europea.
 
 
 
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