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 ITALIA - ITALIA - Tre ipotesi dell'Authority sui costi delle ricariche
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10 gennaio 2007 0:00
 

Un intervento regolamentare finalizzato ad eliminare, per tutte le offerte di ricarica dei gestori di telefonia mobile, l'attuale struttura tariffaria a due parti, 'imponendo in luogo di essa una struttura tariffaria unitaria, dove il valore facciale della ricarica corrisponda integralmente al valore di traffico telefonico acquistato'. E' una delle ipotesi, insieme alla rimodulazione in senso proporzionale al credito dei contributi di ricarica, fatte dall'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni, nel provvedimento posto a consultazione pubblica sul sito web (dove e' stato appena pubblicato) e concernente appunto i 'possibili interventi regolamentari relativi ai contributi di ricarica dei servizi di telefonia mobile con ricarica del credito'.

Nel documento, che e' posto a consultazione da oggi per trenta giorni, si avanza anche una terza ipotesi che in sostanza prevede la coesistenza temporanea delle due prime soluzioni.

La prima soluzione ipotizzata, consentirebbe di realizzare, si legge nel documento, 'mediante l'abolizione tout court dei contributi di ricarica quale autonoma voce, un'attuazione 'integrale' dell'obbligo di trasparenza tariffaria dei servizi di telefonia mobile con ricarica del credito' secondo quanto dispone l'articolo 71 del Codice delle comunicazioni elettroniche. Norma che, come si ricorda nel testo, e' 'finalizzata ad imporre agli operatori previsioni di trasparenza e pubblicazione delle informazioni'. In sostanza questa prima ipotesi stabilirebbe che il valore del traffico telefonico acquistato corrisponda integralmente al valore 'facciale' della ricarica.

La seconda ipotesi avanzata dall'Autorita' e' quella di un 'intervento regolamentare teso fondamentalmente a rimodulare l'entita' dei contributi di ricarica correnti, eliminandone il carattere regressivo attraverso l'introduzione di criteri di proporzionalita' rispetto all'entita' del controvalore dei servizi acquistati. Al tempo stesso, tale misura dovrebbe garantire -prosegue ancora il documento- una maggiore aderenza del livello del contributo di ricarica ai costi effettivamente sostenuti dagli operatori mobili per il servizio in questione, con conseguente beneficio per utenti e consumatori.

Tale soluzione consentirebbe di realizzare l'attuazione dell'obbligo di non discriminazione ed equita' tra categorie di utenti ai sensi dell'articolo 2, comma 12, della legge 481/95'. Tuttavia l'Autorita' rileva che l'ipotesi in questione 'peraltro, permettendo il mantenimento della struttura tariffaria duale sopra descritta, potrebbe far perpetuare le criticita' fin qui emerse sul versante della trasparenza tariffaria'.

La terza ipotesi parla di 'un intervento regolamentare che, per un arco temporale da definirsi, ma non inferiore ai 12 mesi, preveda la coesistenza sul mercato di entrambe le soluzioni'. Si 'tratterebbe cioe' di richiedere agli operatori di introdurre cumulativamente sia un'offerta tariffaria a struttura unitaria' e cioe' per la quale il valore del traffico telefonico corrisponda al valore facciale della ricarica, sia un'offerta tariffaria che, pur mantenendo l'attuale struttura duale, elimini il carattere regressivo del contributo di ricarica rispetto al controvalore dei servizi acquistati'.

Tale soluzione, si osserva a tale riguardo, 'consentirebbe di coniugare gli obiettivi di trasparenza e non discriminazione sopra evidenziati, lasciando, al contempo, libero il mercato - e gli utenti, in primo luogo - di effettuare le proprie scelte secondo le esigenze dettate dagli specifici profili di consumo.

'Inoltre, cio' permetterebbe all'Autorita', anche attraverso uno specifico monitoraggio dell'evoluzione del 'pricing', di valutare l'opportunita' di ulteriori eventuali interventi regolamentari al termine del periodo transitorio previsto'.

Nella premessa alle possibili soluzioni, l'Autorita', citando l'indagine conoscitiva condotta con l'Antitrust, osserva che 'il contributo di ricarica appare, quindi, generare opacita' e confusione circa il reale prezzo minutario corrisposto dagli utenti per la fruizione dei servizi di telecomunicazione mobile. Con riguardo a tale aspetto, infatti, l'indagine ha evidenziato che, poiche' il contributo di ricarica rappresenta una posta aggiuntiva alla tariffa minutaria, l'utente non appare in grado di determinare univocamente il prezzo di mercato del servizio mobile.

Egli dovrebbe essere in grado di calcolare l'effetto incrementale - pari in media a circa il 24% dei ricavi minutari - del contributo sul prezzo minutario del proprio profilo tariffario'. Secondo l'Authority 'e' pertanto possibile affermare che l'attuale configurazione delle tariffe telefoniche con ricarica del credito (anche in relazione alla mancanza di una sufficiente informazione pubblicitaria) non mette in grado gli utenti di ottenere, per ciascuna operazione di ricarica effettuata, un'informazione completa e veritiera - e, dunque, in tal senso, pienamente trasparente- relativa all'effettiva entita' del prezzo dei relativi servizi, le cui condizioni non risultano quindi adeguatamente comparabili'.

 
 
 
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