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 U.E. - U.E. - Ue. Tlc: la Commissione critica l'operato dell'Authority italiana
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23 marzo 2007 0:00
 
La Commissione Ue critica l'operato dell'Agcom: 'Nonostante la riorganizzazione interna, la carenza di risorse umane resta un problema'. Di qui ritardi, lentezze che rischiano di ostacolare l'efficienza del mercato. Oltre a 'decisioni controverse' cui l'authority italiana dovrebbe al piu' presto porre rimedio. Nell'annuale Rapporto sul settore delle Tlc in Europa - che il commissario Viviane Reding presentera' giovedi' prossimo - si sottolinea come il mercato italiano delle Tlc vada sempre piu' migliorando sul fronte della concorrenza e della competitivita'. Ma luci ed ombre emergono dall'operato dell'Agcom, che nel rapporto viene analizzato in maniera molto dettagliata.
'L'Agcom - riconosce la Commissione Ue - e' stata efficacemente riorganizzata ed e' riuscita, pur se in ritardo, a notificare tutte le analisi di mercato'. Ma le osservazioni sono tante. In primis 'la lentezza nell'approvazione degli accounting report', i rapporti di contabilita' in cui ogni anno Telecom Italia indica tutti i costi sostenuti dalla societa' per la fornitura dei servizi regolati. Questi ritardi - si legge nel rapporto - 'provocano incertezza sul mercato', perche' dagli accounting report dipendono i costi che gli operatori devono corrispondersi, per esempio per i servizi di interconnessione tra una rete e l'altra. Fatto sta - rileva la Commissione - che 'l'ultimo rapporto approvato dall'Agcom risale al dicembre del 2004 e riguarda l'anno 2001, mentre l'operatore dominante ha gia' notificato i suoi report per il periodo 2002-2004'.
C'e' poi la complessa questione dei costi di terminazione, quelli che ogni operatore deve sostenere per terminare sulla propria rete le chiamate in arrivo da clienti di altri operatori. Qui, secondo Bruxelles, l'Agcom 'ha preso alcune decisioni fortemente controverse', fissando per Telecom una tariffa piu' bassa rispetto a quella che puo' essere praticata dagli altri operatori, giustificando la misura - valida per cinque anni - con la necessita' di facilitare l'accesso al mercato di nuovi soggetti, ampliando cosi' la concorrenza. La Commissione - si ricorda nel rapporto - ha contestato questo provvedimento e l'authority italiana si e' gia' impegnata a rivedere la sua posizione, annunciando una nuova proposta entro la fine di marzo.
Quanto alla situazione del mercato delle Tlc in Italia, la pagella della Commissione Ue e' piu' che confortante, in tutti i settori. Ecco i numeri del rapporto. Sul fronte della banda larga le linee sono cresciute di oltre due milioni in un anno, attestandosi a circa 8 milioni nell'ottobre 2006 (+37%), con un tasso di penetrazione al dettaglio che, pur restando ancora sotto la media Ue, e' cresciuto considerevolmente, raggiungendo nel 2006 il 13,6%. L'Italia, poi, e' il Paese che registra uno dei numeri piu' elevati di linee in unbundling (1,8 milioni ad ottobre 2006) insieme ad uno dei prezzi piu' bassi per il servizio (8,05 euro al mese). Gli operatori alternativi, poi, hanno aumentato la loro quota di mercato nel broadband dal 30 al 32% nel periodo ottobre 2005-ottobre 2006. E l'Italia rimane uno dei paesi Ue con la piu' alta penetrazione per la telefonia mobile (134%), con una crescita di quasi il 15% dall'ottobre 2005. Poi, c'e' il tasso di crescita dei clienti Umts: Agcom ha stimato che alla fine del 2006 erano 12 milioni i clienti Umts, contro i 2,6 milioni alla fine del 2004. Sul fronte televisivo, a febbraio 2006 il 94% delle case riceveva la Tv terrestre e il 25% quella satellitare. Solo il 5,2% delle case ha invece il digitale, anche se il numero dei decoder e' raddoppiato rispetto al 2005.(
 
 
 
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