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BASTA NICCHIARE, IL GOVERNO ABOLISCA LA TASSA DI CONCESSIONE SUI CELLULARI
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Comunicato 
19 settembre 2007 0:00
 
Firenze, 19 settembre 2007. Il Governo valuti, ma soprattutto agisca al piu' presto, procedendo all'abolizione della tassa di concessione governativa che grava sugli utenti di telefonia mobile che sottoscrivono un abbonamento. Oggi, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, ha detto che il Governo conferma l'impegno di abolire la tassa, al momento non puo' dire se sara' possibile varare la misura con la prossima Finanziaria e che andranno valutati i costi (rinunciando ad un gettito stimato in 750 mln l'anno).
Un impegno/non impegno, insomma, da parte dell'Esecutivo che aveva dimostrato ben altro piglio quando si e' trattato di abolire i costi di ricarica. E' questo e' un paradosso: il Governo e' stato decisionista su una materia non di sua stretta competenze (ma delle Authority: Agcom e Antitrust), mentre sulla tassa di concessione, che e' di sua esclusiva pertinenza, ancora deve valutare.
Invece sarebbe importante un immediato intervento, ne trarrebbero vantaggio gli utenti, non solo perche' risparmierebbero l'importo mensile della tassa, ma anche perche' questa mossa costringerebbe i gestori a formulare tariffe piu' chiare e facilmente comprensibili. Al momento, invece, i clienti si trovano spaesati di fronte a decine di offerte differenziate tra quelle riservate a chi utilizza il cellulare con una carta prepagata e che invece sottoscrive un abbonamento.

Ricordiamo che la tassa fu introdotta a meta' degli Anni 90, come tassa sul lusso, quando il telefonino era un bene per pochi. Oggi non e' piu' cosi', visto che ci sono piu' utenze mobili che italiani. Il Governo smetta di nicchiare e abolisca la tassa di concessione governativa.

Domenico Murrone, consigliere Aduc
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