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CANONE/TASSA RAI. L'ARROGANZA NON HA LIMITI. INAMMISSIBILE UN NOSTRO EMENDAMENTO ALLA CAMERA PER RAZIONALIZZARE E AUMENTARE IL GETTITO FISCALE
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Comunicato 
4 dicembre 2007 0:00
 

Firenze, 4 Dicembre 2007. Nei giorni scorsi abbiamo fatto presentare alla Camera un emendamento alla Finanziaria (1) per cercare di razionalizzare e aumentare il gettito fiscale che deriva dalla riscossione del canone/tassa sulla Rai. Grazie agli onorevoli Donatella Poretti (RnP), Gianluca Pini e Stefano Allasia (Leganord), abbiamo chiesto che dalla legge del 1938 che disciplina il pagamento di questa tassa, fosse abrogata la parola "adattabile", si' da eliminare un'ambiguita' che da' filo da torcere a contribuenti e riscossori: la legge dice che la tassa e' dovuta per il possesso di apparecchi "atti od adattibili" alle trasmissioni tv, e questo, grazie a nostre specifiche indagini, fa si' che, relativamente all'opinione di un servizio regionale di riscossione piuttosto che un altro, venga chiesto il pagamento anche per il possesso di un videocitofono, telefonino, computer anche non collegato ad Internet, etc.. (2)
Nelle lettere che la Rai manda a casa per intimare il pagamento, per esempio, quest'ultimo e' richiesto per un computer generico, ma questa richiesta sparisce nella traduzione in inglese, francese, arabo e cinese della stessa lettera. Insomma un "bordello" che gli stessi uffici Rai, quando intrpellati nelle nostre indagini hanno saputo delle nostre iniziative, ci hanno incoraggiato per avere anche loro un minimo di certezze e quindi svolgere la loro attivita' in modo piu' mirato e proficuo e non a caso come oggi.
Ma abbiamo fatto i conti senza l'oste. In questo caso la Commissione Bilancio della Camera che ha dichiarato l'emendamento inammissibile per mancanza di copertura finanziaria. Eppure eravamo stati attenti nella presentazione: come si fa a calcolarla essendo una tassa non-dovuta, quindi non calcolabile nel bilancio dello Stato? Va bene che esistono amministrazioni comunali che fanno i bilanci con le previsioni degli introiti per multe da infrazione al codice della strada (e che per questo forse non ampliano mai i parcheggi...), ma che anche lo Stato determinasse un bilancio in questo modo, ci pareva bizzarro. Soprattutto se pensiamo che proprio di recente, con una nostra indagine, abbiamo rilevato come sul canone/tassa potrebbe essere incassato piu' di un miliardo di euro ma non viene preso in considerazione, pur -per questo- violando la legge e omettendo il proprio dovere di esattore di imposta (i canoni/tassa per le aziende, che vengono riscossi solo nella misura di circa il 2% [3]).
Ovviamente la non-amissibilita' per mancanza di copertura finanziaria e' una scusa: nulla secondo lo Stato e il Governo deve essere toccato in materia di Rai e di canone; l'equilibrio e' precario, politicamente e finanziariamente, e smuovere sarebbe pericoloso, anche se si incasserebbe un miliardo di euro in piu'. E un emendamento trasversale di tre onorevoli -volutamente silenti e complici della Rai quelli che non vi hanno voluto aderire- si puo' tranquillamente buttar via anche con motivazioni inesistenti e pretestuose.
Qui il nostro settore del sito Inrternet dedicato ad hoc, con le nostre indagini, le opinioni anche dei lettori e le normative: clicca qui

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

(1) EMENDAMENTO A.C. 3256 - Art 70 (Sostegno alle imprese editrici e TV locali)
All'articolo 70 dopo il comma 4 e' aggiunto il seguente comma 5 :
5- Al Regio decreto-legge 21 febbraio 1938 n.246, convertito dalla legge 4 giugno 1938, n. 880, e successive modificazioni sono apportate le seguenti modifiche:
a. all'articolo 1 sono eliminate le parole "od adattabili"
b. all'articolo 19 sono eliminate le parole "o adattabili".
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