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 U.E. - U.E. - Corte di giustizia: nel 1998 Telecom non doveva pagare il canone
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21 febbraio 2008 0:00
 
La Corte di giustizia europea ha bocciato questa mattina il canone pagato dalla Telecom nel 1998, per 385 milioni di euro. Tale obbligo di pagamento del canone per il periodo di un anno successivo alla trasposizione della direttiva nel diritto nazionale e' infatti contrario al diritto comunitario secondo i giudici di Lussemburgo. Lo Stato membro in virtu' di tale direttiva non puo', infatti esigere da un operatore, gia' titolare di un diritto esclusivo sui servizi di telecomunicazioni pubbliche, divenuto titolare di un'autorizzazione generale, il pagamento di un onere pecuniario come il canone, corrispondente all'importo precedentemente previsto come corrispettivo per il diritto esclusivo. Alla Corte di giustizia europea si era rivolto il Tar del Lazio sulla base di un ricorso della Telecom. Un ricorso analogo e' stato presentato dalla Tim al fine di chiedere un rimborso di 142,8 milioni.
Telecom ha sostenuto che l'apertura del mercato delle telecomunicazioni alla concorrenza a partire dal primo gennaio 1998 ha comportato l'abolizione dei diritti esclusivi in tale settore. A partire da tale data, i soli oneri pecuniari applicabili alle imprese di telecomunicazione per le loro licenze individuali sarebbero dovuti essere quelli previsti dalla normativa comunitaria in materia di autorizzazioni generali e licenze individuali nel settore dei servizi di telecomunicazioni.
Secondo questa norma, gli Stati membri devono richiedere alle imprese concessionarie dei servizi di telecomunicazioni solo i costi amministrativi connessi al rilascio, alla gestione, al controllo e, secondo il caso, all'attuazione del relativo sistema di autorizzazione generale o all'esecuzione delle relative licenze individuali. La Telecom Italia e la Commissione delle Comunita' europee hanno sostenuto che il pagamento di tale canone per il periodo di un anno a decorrere dalla data ultima prevista per la trasposizione della direttiva comunitaria nel diritto nazionale sia contrario alla disciplina comunitaria in materia di autorizzazioni generali e licenze individuali. Il governo italiano, da parte sua, ha sostenuto che gli obblighi risultanti dalle autorizzazioni esistenti a partire dalla data di entrata in vigore delle direttiva possono essere mantenuti fino al 31 dicembre 1998.
 
 
 
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